POLITICA

Elezioni Regionali Basilicata 2024 : documento sul Turismo delle associazioni di categoria per i candidati presidenti

Impatto economico dell’attrattivita’ turistica nei territori del mezzogiorno d’ ITALIA e della BASILICATA

Non vi sono dubbi: la principale motivazione di viaggionel “Bel Paese” deriva dalla sua attrattività culturale e dal segmentobalneare, il Mezzogiorno e la Basilicata sono valorizzati secondo questa principale motivazione ed  offre però l’opportunità di compiere alcune riflessioni sugli impatti economici dell’economia dei visitatori, soprattutto nel Mezzogiorno del Paese, ed in particolare in Basilicata!

Le rilevazioni recenti effettuate dal Centro Studi e Ricerche del Gruppo Intesa San Paolo le  statistiche rivelano che, prima del  Covid, su 100 viaggiatori stranieri che visitavano l’Italia, 47 erano motivati dalle città d’arte e la loro spesa esprimeva oltre il 56% della spesa turistica incoming: – in arrivo in un ambito, in  un territorio destinazione.

Alla ripartenza dopo la fase acuta della pandemia (dati 2021), sono 33 i visitatori stranieri che ancora scelgono la cultura come primo driver- le città d’arte e aforte rilevanza storica o paesaggistica, mentre 38 sono motivati dal mare e i rimanenti 29 vanno a comporre una voce che finora non si è saputa classificare meglio di “altro”.

Ciò conferma come il “Bel Paese”, nonostante la ricchezza di biodiversità, di borghi antichi, di bellezze naturali, di sapori, di tradizioni e di eccellenze creative nella modae nel design – che nell’insieme realizzano una grande varietà di tematismi – continui a competere nei mercati internazionali con due soli prodotti turistici: balneare e città d’arte.

Mezzogiorno

Guardando al Mezzogiorno, si può osservare come nella scelta del turista continui a prevalere la motivazione balneare (che assorbe il 41,2% degli arrivi dell’area), nonostante la dotazione molto ricca di istituti e siti culturali (il 26% delle aree museali e il 50% delle aree archeologiche dell’intero Paese), con una domanda turistica che raggiunge soltanto il 23% dei visitatori.

E, soprattutto, produce meno di 1/4 del Pil turistico nazionale, anche se la rilevanza strategica e la prospettiva in termini di investimento è chiaramente visibile: il turismo “pesa” per il 6,9% del Pil delle Regioni del Sud contro un dato nazionale fermo al 5,9% (dati Istat).

Alla base di questi dati, vi è anzitutto il fatto che le città d’interesse storico e artistico assorbono il 15,7% al Sud, mentre arrivano al 35,4% in Italia, a discapito di un patrimonio culturale altrettanto ricco. Ma anche ad un effetto economico moltiplicatore di presenza turistica che non produce altrettanto valore aggiunto (VA), a causa della composizione più rarefatta del paniere di beni e servizi acquistabili nelle Regioni del Sud, ad un livello inferiore di scambi interregionali e ad un livello medio dei prezzi che genera un valore aggiunto inferiore, oltre la necessaria copertura dei costi delle infrastrutture (raggiungibilità, accessibilità e impiantistica

Basilicata

–  BASILICATA Balneare:Il primo è stagionale per definizione e quindi,  il Mezzogiorno e la Basilicata balneare,  è un prodotto stagionale  con un impatto per circa tre mesi all’anno da metà giugno a metà settembre!Infatti, i dati riportati dalle schedestatistiche  di progettazione -Basilicata verso il Piano Turistico Regionale – prodotte dall’APT di Basilicata confermano la tendenza generale dell’Italia e del Mezzogiorno il Balneare è il primo Prodotto Turistico venduto e riguarda prevalentemente  Metaponto  Costa Ionica Mar Ionio e poi Maratea Costa Tirrenica Mar Tirreno  con dati statistici differenti.

–   BASILICATA Città d’arte: il secondo produce overtourism.- in alcune Città d’arte in Italia, non in Basilicata.  Il patrimonio storico culturale, i borghi esistenti in Basilicata possono essere valorizzati come prodotto  turistico se  abitati e progettati come destinazione.

Il valore aggiunto

Diventa particolarmente interessante verificare, attraverso i dati pubblicati dal Centro Studi  che l’Italia – a parità di spesa – per ogni presenza aggiuntiva nel Paese genera 144 euro di VA.

Osservando nel dettaglio il livello territoriale, risulta che il Nord-Ovest è l’area con il maggiore valore del moltiplicatore (180,9 €), seguito dal Nord-Est (143,1 €), dal Mezzogiorno (131,7 €) e infine dal Centro (127,2 €).

Per spiegare il dato in numeri, è possibile osservare come la capacità endogena di creare ricchezza in relazione all’aumento di presenze turistiche cambia in base alla tipologia di turismo.

Se appare intuitivo che il segmento culturale attivi maggiore ricchezza di quello balneare, si può osservare come il moltiplicatore cresca quando si consideri il turismo sostenibile (150,6 €), enogastronomico (151,7 €) ed ancor più per quello d’affari (176,6 €).

Soffermandosi sul dato meridionale, il moltiplicatore si presenta inferiore al dato nazionale in corrispondenza della maggiore specializzazione dell’attrattività turistica verso il balneare a discapito degli altri tematismi, come l’enogastronomia e la sostenibilità (nonostante le potenzialità del territorio) che, come dicono i numeri, generano un maggior impatto economico.

È dunque evidente come soltanto lo sviluppo di sistemi turistici integrati (DMO in grado di integrare l’offerta balneare con quella culturale, enogastronomica, sportiva, ecc.) possa sfruttare le sinergie organizzative e produttive all’interno della filiera (integrazione orizzontale) e con i settori attigui (integrazione diagonale), accrescendo la potenzialità economica del turismo.

Una visione unitaria del sistema-Paese

Appare cruciale riconoscere al turismo un ruolo diverso da quello finora attribuito. Se il turismo di massa del Novecento sgomitava con gli altri settori produttivi per far valere il proprio valore aggiunto, non riuscendo a rappresentare più del 5,9% della ricchezza nazionale, nel nuovo Millennio le destinazioni di successo hanno cambiato sguardo: con l’innovativo approccio dell’economia dei visitatori — reso possibile dalle nuove tecnologie — è possibile modificare parametri strutturali e risultati economici.

Un’occasione davvero straordinaria avrebbe potuto essere rappresentata dal Pnrr, che però non sembra aver raccolto la sfida di accompagnare le Regioni, i territori e le destinazioni ad affrontare le sfide della doppia transizione ecologica e digitale con uno sguardo nuovo alla rilevanza strategica del turismo, sia in termini di moltiplicazione degli investimenti che in termini di valore aggiunto.

Il turismo cresce in tutto il Pianeta. L’Organizzazione mondiale del Turismo presso le Nazioni Unite conferma che nel 2024 assisteremo ad un nuovo record degli arrivi internazionali, superando quota 1,4 miliardi, per andare entro la fine del decennio a superare i 2 miliardi.

Non può dunque sorprendere se aumenta il turismo anche in Italia o nelle città d’arte che si contendono il ruolo di “capitale” del turismo, mentre nuove destinazioni hanno superato il “Bel Paese” in tutte le classifiche (da ultima la Turchia). Se Roma o Venezia crescono, Istanbul cresce molto di più. E l’Italia non è soltanto città d’arte o spiagge.

Sono necessari, con urgenza, investimenti trasversali da realizzare nei territori per garantire una maggiore spinta verso la transizione ecologica e digitale, con competenze adeguate e con organizzazioni di destinazione (DMO, DMC, ecc.) guidate da professionisti e manager che consentano di gestire con successo non solo la componente produttiva ma soprattutto la componente relazionale con i visitatori.
Le tecnologie ci sono.

Così anche le piattaforme e gli strumenti. Ma serve uno sguardo d’insieme, una visione nazionale di futuro da sottrarre ai campanili ed alla competitività interna dei confini regionali.

Serve commutare la spesa in promozione  in investimento nelle infrastrutture digitali che consentano la transizione all’economia dei visitatori.

Solo così il Mezzogiorno potrà diventare “il giardino dell’eden  d’Europa” e l’intero “Bel Paese” potrà evitare di diventare un’area archeologica, un museo a cielo aperto o un semplice fondale per selfie.

Il ruolo  delle Imprese  Turistiche e  Regione Basilicata per  studiare,  progettare la definizione di  una Agenda per il Turismoper la Basilicata.

Per una visione Unitaria del sistema IMPRESE.

Le imprese  turistiche sono una realtà ed un patrimonio endogeno della Basilicata.

Le differenti specificità  di interesse e di fatturato possono  fare sistema tra le Imprese Turistiche dove  a vario titolo possonostudiare e definire una comune visione strategica “ AGENDA PER IL TURISMO” per i prossimi 3,  5 anni partendo e valorizzando differenti   processi organizzativi e gestionali delle singole imprese turistiche per fare RETE,  SISTEMA tra le Imprese  attraverso Contratti di Rete, Contratti di Scopo Associazioni Temporaneo tra Imprese per valutare e generare forme di partenariato o di società Privato-Pubblico nel COMPARTO DEL TURISMO per programmare investimenti redditivi nel Turismo Sostenibile, Enogastronomico, Sportivo Esperienziale, nel Turismo d’Affari.

Il  Comparto del Turismo  come luogo di Regia per le Imprese Turistiche Rappresentate dalle Associazioni di Categoria specifiche,  per analizzare e studiare i dati, i flussi, le tendenze dell’Economia dei Visitatori per contribuire alla crescita dei Fatturati delle Imprese e del Reddito delle persone impiegate a lavoro.

Potenza 15 Aprile 2024

I Firmatari

Federalberghi   Potenza

Confcommercio Potenza

Confartigianato Basilicata

CNA Basilicata

Confesercenti Potenza

Casa Artigiani Basilicata

Federculture Turismo e Sport Confcooperative Basilicata

Fipe Potenza

ACP Associazione Cuochi Potentini

 

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