Corruzione, arresti domiciliari per Giovanni Toti. Gip: ‘Ha messo a disposizione la propria funzione per interessi privati’
Inchiesta della Dda e della Guardia di Finanza, indagato il consigliere di amministrazione di Esselunga
Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti è agli arresti domiciliari nell’ambito di una inchiesta della Dda genovese e della guardia di finanza.
L’accusa è di corruzione. Toti si trova ora nella caserma della Guardia di Finanza in Lungomare Canepa, a Genova, assieme al suo avvocato Stefano Savi.
“In occasione e in concomitanza delle quattro competizioni elettorali che si sono susseguite” in 18 mesi dal 2021 al 2022 “Toti, pressato dalla necessità di reperire fondi per affrontare la campagna elettorale, ha messo a disposizione la propria funzione e i propri poteri per favore di interessi privati, in cambio di finanziamenti, reiterando il meccanismo con diversi imprenditori”.
Lo scrive il Gip di Genova nell’ordinanza di custodia cautelare nei confronti del governatore della Liguria e di altri indagati per corruzione.
Il vicepresidente della Regione Liguria Alessandro Piana sostituirà pro tempore in tutte le sue funzioni e nella pienezza dei poteri il presidente Giovanni Toti.
Lo comunica lo stesso ente in una nota ribadendo che “l’attività amministrativa della Regione Liguria prosegue senza soluzione di continuità”. “Siamo vicini al nostro presidente Toti, certi che abbia sempre agito nell’esclusivo interesse della Liguria. – dichiara Piana – Auspichiamo che venga fatta chiarezza al più presto e che il presidente possa così dimostrare la sua più totale estraneità ai fatti contestati”.
L’ordinanza gli è stata notificata in un hotel di Sanremo. Il governatore stamani avrebbe dovuto partecipare a una conferenza stampa in occasione dell’incontro tra Flavio Briatore e il sindaco di Ventimiglia Di Muro.
Secondo quanto appreso, diversi uomini della Guardia di finanza hanno atteso il governatore, dandogli il tempo di prepararsi. Quando è sceso l’hanno accompagnato all’esterno dell’hotel dove si trovavano le auto d’istituto.
“Il fatto è accaduto poche ore fa, ma non si può escludere nulla. In Liguria le elezioni sono in programma da ottobre del 2025 ma l’ipotesi delle elezioni anticipate in Regione a questo punto non si può escludere.
E bisogna anche vedere le scelte che opererà Toti, magari per difendersi in modo più sereno preferisce dimettersi e cade tutto e si va al voto. E’ davvero presto per aggiungere altro.
A caldo posso dire solo queste cose”. Lo ha detto Matteo Rosso, parlamentare e coordinatore ligure di Fdi ad Affaritaliani.it.
“Prima di esprimere una valutazione attendo di vedere le carte, leggere bene e capire.
Certo è che questa vicenda ci è capitata tra capo e collo, una cosa del genere non ce la saremmo mai aspettata” ha detto ancora Matteo Rosso. “Io sono un garantista sempre e per me fino al terzo grado di giudizio prevale la presunzione di innocenza e, quindi, voglio vedere esattamente che cosa dicono le carte e quali sono le circostanze”.
“Certo è che stamattina per noi è cascato il mondo, non avevamo mai avuto sensazioni di una cosa del genere. Ognuno fa il suo mestiere, la magistratura ha il dovere di indagare e l’indagato il diritto di difendersi” ha detto ancora il coordinatore ligure di Fratelli d’Italia.
Per quanto riguarda l’attività amministrativa della Regione, Rosso spiega: “Per un certo periodo andrà avanti il vice-presidente Alessandro Piana (Lega) poi si vedrà.
Al momento non so davvero che cosa aggiungere, è troppo presto. Dovrò anche consultarmi con i vertici nazionali del mio partito. Ripeto, io sono garantista.
Nel passato anche io ho subito un processo e sono stato assolto, pertanto, ho fiducia nella Magistratura e bisogna aspettare le decisioni della stessa. Al momento non so davvero che cosa aggiungere, ora dobbiamo solo leggere e capire. Ci vorranno ore o forse giorni prima di farsi un’idea più precisa”.
La Guardia di finanza, secondo quanto si apprende, ha effettuato anche una serie di perquisizioni e acquisizioni nell’appartamento genovese di Giovanni Toti, in piazza Piccapietra, alla presenza dello stesso governatore. Con il presidente della Regione c’è anche il suo avvocato Savi.
Perquisizioni sono state compiute anche negli uffici del Consiglio regionale, in via Fieschi, e si sono concluse intorno alle 13, quando tre investigatori in borghese sono usciti dall’ingresso principale con in mano alcuni faldoni di documenti e dopo avere attraversato a piedi la piazza, senza rilasciare dichiarazioni, sono saliti su un’auto di servizio.
Toti, uscito dal suo appartamento di Genova con la Guardia di finanza, ha detto ai giornalisti presenti di non poter rilasciare dichiarazioni. “Non posso parlare, parlate con l’avvocato”, ha ripetuto più volte, appena uscito dal suo appartamento nel centro di Genova con la Guardia di finanza prima di raggiungere il comando provinciale delle fiamme gialle a Genova in lungomare Canepa.
Ad accompagnarlo c’era tutto il suo staff, in prima fila la giornalista e portavoce del governatore Jessica Nicolini, nominata a settembre 2023 coordinatrice delle Politiche culturali della Regione Liguria. Toti in abito blu e camicia azzurra non indossava l’abituale cravatta, ma aveva la barba fatta.
“È molto sereno e molto tranquillo”, ripete tre volte il suo avvocato Stefano Savi ribadendo che “non si parla di dimissioni, ma di sospensione dalla funzione”.
Toti agli arresti domiciliari per corruzione nella giornata odierna avrebbe dovuto recarsi nel Ponente ligure per partecipare a una conferenza stampa a Ventimiglia con Flavio Briatore e il sindaco Flavio Di Muro per l’apertura del nuovo Twiga e a un’altra sulla sanità a Bordighera all’ospedale Saint-Charles.
Toti, ha ripetuto Savi, “continuerà a lavorare. Come abbiamo potuto vedere fino a questo momento sono tutti fatti a cui possiamo dare una spiegazione nell’ambito di una legittima attività di amministrazione per l’interesse pubblico”.
Arresti domiciliari anche per Matteo Cozzani, capo di gabinetto e braccio destro di Toti. E’ accusato di corruzione elettorale, aggravato dalla circostanza di cui all’art. 416-bis.1 c.p. perché, per l’accusa, avrebbe agevolato l’attività di Cosa Nostra. In particolare avrebbe agevolato il clan Cammarata del mandamento di Riesi (Caltanissetta) con proiezione nella città di Genova. E’ accusato anche di corruzione per l’esercizio della funzione.
Nello specifico, le accuse riguardano la promessa di posti di lavoro e appartamenti di edilizia residenziale migliori per convogliare i voti degli elettori appartenenti alla comunità di Riesi (Caltanissetta) di Genova (almeno 400 preferenze) verso la lista “Cambiamo con Toti Presidente” e verso l’indagato Stefano Anzalone e alcuni altri candidati della predetta lista non sottoposti a indagini.
Ai domiciliari anche il terminalista genovese Aldo Spinelli. In carcere invece l’ex presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini, oggi amministratore delegato di Iren. Secondo l’inchiesta, l’imprenditore avrebbe dato soldi a Toti per ottenere in cambio favori come la concessione a Spinelli per le aree del terminal Rinfuse.
Nell’ambito dell’inchiesta della procura di Genova su un giro di corruzione, è indagato anche Francesco Moncada, consigliere di amministrazione di Esselunga S.p.A.. Moncada, sottoposto al divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale e professionale con l’accusa di corruzione.
Stessa misura per Roberto Spinelli, imprenditore nel settore logistico ed immobiliare, figlio di Aldo Spinelli, e per Mauro Vianello, imprenditore operante nell’ambito del Porto di Genova, accusato di corruzione nei confronti di Signorini, ex presidente del porto.
Al Presidente della Regione Liguria si contesta di avere accettato da Aldo Spinelli e Roberto Spinelli le promesse di vari finanziamenti e ricevuto complessivamente 74.100 euro a fronte di più impegni: quelli di “trovare una soluzione” per la trasformazione della spiaggia di Punta Dell’Olmo da “libera” a “privata”;agevolare l’iter di una pratica edilizia relativa al complesso immobiliare di Punta Dell’Olmo di interesse di Aldo Spinelli e Roberto Spinelli e pendente presso gli uffici regionali; velocizzare e approvare la pratica di rinnovo per trent’anni della concessione del Terminal Rinfuse alla Terminal Rinfuse Genova S.r.l. (controllata al 55% dalla Spinelli.) pendente innanzi al Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, approvata il 2.12.2021; assegnare a Spinelli gli spazi portuali ex Carbonile ITAR e Carbonile Levante (assegnazione avvenuta rispettivamente in data 7.6.22 e in data 19.12.22); assegnare a Spinelli un’area demaniale in uso al concessionario Società Autostrade (ASPI), 3 ; agevolare l’imprenditore nella pratica del “tombamento” di Calata Concenter (approvata dal Comitato di Gestione in data 29.7.2022).
A Cozzani quale coordinatore regionale della campagna elettorale per la Lista “Cambiamo con Toti Presidente”, Italo Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa, quali rappresentanti della comunità riesina di Genova, viene contestato inoltre (in concorso con il presidente della Regione Liguria, per il quale non è stata chiesta alcuna misura cautelare/interdittiva in relazione a questo delitto) il reato di corruzione elettorale in occasione delle consultazioni elettorali della Regione Liguria del 20 e 21 settembre 2020.
A Toti e a Cozzani è stato contestato anche il fatto di aver accettato la promessa di Moncada di un finanziamento illecito rappresentato dal pagamento occulto di alcuni passaggi pubblicitari sul pannello esposto sulla Terrazza Colombo per la campagna elettorale comunale del ’22, a fronte dell’impegno di sbloccare due pratiche di Esselunga pendenti in Regione relative alla apertura di due punti vendita rispettivamente a Sestri Ponente e Savona.
FI sospende Maurizio e Arturo Testa: ‘Il partito è estraneo a fatti’
“A seguito dell’indagine che li ha visti coinvolti, sono stati sospesi gli iscritti Maurizio Testa e Arturo Testa”.
Lo riferisce una nota di FI. Ai due, in concorso con il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, è contestato il reato di corruzione elettorale in occasione delle consultazioni elettorali della Regione Liguria del 20 e 21 settembre 2020. “Forza Italia – si legge nel comunicato -, totalmente estranea ai fatti, rivendica i suoi valori garantisti e attende la conclusione delle indagini ed eventuali esiti processuali”.
In corso l’esecuzione di ordinanze anche alla Spezia, domiciliari per Cozzani
Oltre all’ordinanza della procura di Genova relativa ad un’indagine per corruzione elettorale in cui è coinvolto il presidente della Regione Giovanni Toti, c’è un’altra inchiesta in corso alla Spezia che ha portato, secondo quanto si apprende ad una serie di misure cautelari. Gli indagati, in qualche modo collegati all’inchiesta madre nel capoluogo ligure, sarebbero una decina.
La procura della Spezia ha emesso una decina di ordinanze di custodie cautelari nei confronti del capo di gabinetto del governatore Toti Matteo Cozzani per quella che potrebbe essere considerata l’inchiesta ‘madre’ che ha dato il via, con la trasmissione degli atti, all’inchiesta genovese che ha portato ai domiciliari il governatore, all’arresto dell’ex presidente dell’authority portuale Signorini e dello stesso Cozzani.
Le ordinanze sono state eseguite dalla Gdf della Spezia. Disposto anche un decreto di sequestro preventivo per reati contro la pubblica amministrazione, tra cui corruzione e turbata libertà degli incanti.
L’Antimafia chiede acquisizione atti inchiesta di Genova
La commissione parlamentare Antimafia ha chiesto l’acquisizione degli atti dell’inchiesta della Dda genovese e della guardia di finanza, che ha portato agli arresti domiciliari per il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, e per Matteo Cozzani, capo di gabinetto e braccio destro di Toti.
“La commissione parlamentare antimafia ha chiesto gli atti di tutti procedimenti in corso per quello che riguarda esponenti politici. Lo fa immediatamente appena le Procure agiscono perchè quello che noi dobbiamo fare è mandare un messaggio chiaro e netto, non possono esserci tentennamenti su alcuni temi, faremo il nostro lavoro affiancando o sostenendo quello delle procure”, ha spiegato Chiara Colosimo, presidente della commissione antimafia.
La procura di Genova sta trasmettendo alla commissione parlamentare antimafia gli atti dell’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. È stata la stessa commissione a richiedere al procuratore capo Nicola Piacente le carte di indagine.
L’indagine nasce da un’inchiesta collegata a Spezia
L’inchiesta , che oggi ha portato ai domiciliari il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, scaturisce dalla trasmissione di atti per competenza proveniente dalla Procura della Repubblica della Spezia che ha svolto indagini in un procedimento collegato, nell’ambito del quale in data odierna è stata data esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale della Spezia.
Gli indizi a carico degli indagati sono stati raccolti nel corso di attività di intercettazione, pedinamento e osservazione, adottate successivamente alla trasmissione degli atti da parte della Procura della Spezia.
L’indagine, inizialmente concentrata su ipotesi di corruzione elettorale, si è successivamente sviluppata su specifiche vicende riguardanti finanziamenti ritenuti illeciti per la compagine politica facente capo a Giovanni Toti, erogazioni ritenute illecite di varie utilità in favore dell’ex presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, l’individuazione delle determinazioni sollecitate, promesse e/o adottate dagli indagati pubblici ufficiali a fronte dei finanziamenti e utilità ricevuti. Sono in corso perquisizioni disposte dalla Procura della Repubblica.
ANSA