Lonetti ( FareFuturo ). La lotta alla corruzione è una sfida che richiede la collaborazione di tutti: cittadini, istituzioni, imprese e parti sociali.
Un pubblico amministratore che vende la sua funzione a un imprenditore e un’ora dopo passa alla banca per incassare la rispettiva tangente tracciabile e fatturata, ignora il Codice penale e la legge sul finanziamento ai partiti che parla solo di erogazioni liberali spontanee e disinteressati dai privati e non in cambio di norme delibere concessioni o licenze da assegnare.
Siamo al favoreggiamento per via legislativa della corruzione e del crimine a discapito dei diritti basilari dei cittadini ritenuti sacrificabili in nome della privacy che garantisce l’invisibilità dell’esercizio di potere e l’immunizzazione contro ogni forma di controllo penale.
In ultimo, è notizia di tutti i giorni, il caso del governatore della Liguria Giovanni Toti accusato di aver preso tangenti per la sua campagna elettorale con il PD e dei suoi dirigenti nelle questioni portuali di Genova che ha scosso la politica Italiana.
In nessun paese come l’Italia c’è un livello così basso nel rispetto dei ruoli istituzionali rappresentato da una progressiva normalizzazione tra corruzione e mala politica che favorisce infiltrazioni mafiosi, in un diabolico intreccio tra potere politico e interesse personale.
Il nostro è un paese dove tutti si dicono garantisti, dove le ipotesi di reato devono essere confermate da una sentenza e una persona diventa colpevole solo quando è condannata in terzo grado di giudizio.
Poi successivamente, con l’evolversi delle cose, qualcuno si rende conto che la Magistratura è un potere che non ha più controllo, e allora rimpiange la mancanza di una legge seria sul conflitto di interesse contro grandi e piccoli comitati di affari, e la questione morale passa in secondo ordine e non interessa più alla opinione pubblica perché la gente registra rabbia e disprezzo per i partiti e per questa politica che non può essere liberata nei suoi vizi la quale conduce a sentimenti che alimentino l’astensionismo e a forme di rassegnato cinismo.
Alla luce di questi fatti, si fa sempre più forte la convinzione che i partiti politici non sanno cosa vogliono, dove vanno e che soluzioni propongono perché appare sempre evidente che sotto le loro spoglie spesso c’è il nulla e delle loro ideologie tramandate è restato poco.
L’ unico partito che non ha mai avuto tangenti o avvisi di garanzia, è stato il vecchio MSI di Giorgio Almirante il quale asseriva che chi ruba deve essere punito con il carcere, ma se fa uno dei nostri bisogna dargli l’ ergastolo.
Coordinamento Fondazione Fare Futuro. Prof.Giovanni Lonetti