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L’Italia dell’innovazione sbarca nella Silicon Valley

Con Italy RestartsUp Smau ha portato in California 45 startup e diverse aziende

Nella sede di Innovit, l’Italian Innovation Center (Innovit) di San Francisco, l’atmosfera è carica di energia, quasi inebriante.

I mille metri quadri che si affacciano al 710 di Sansome Street ospitano la prima delle tre giornate di attività previste per Italy RestartsUp, l’iniziativa itinerante organizzata da Smau – in collaborazione con ITA – Italian Trade Agency –  per creare un ponte tra l’ecosistema italiano e quello della Bay Area e promuovere l’internazionalizzazione delle imprese innovative italiane.

Inaugurato nel 2023, nell’anno in corso questo aggregatore internazionale di aziende e talenti ha fatto tappa a Londra e Parigi prima di tornare in California, e più precisamente nella Silicon Valley, cuore dell’innovazione globale e culla in cui sono nati giganti come Google o Apple.

Sul piatto, un programma di attività e networking svoltosi tra 20 e 23 maggio, durante il quale una delegazione con oltre 150 partecipanti dall’Italia che riunisce startup, investitori e le aziende più attive sul fronte dell’Open Innovation (tra cui FNM, Intesa Sanpaolo, Terna e UnipolSai) ha incontrato i protagonisti dell’ecosistema della Silicon Valley.

Prima tappa, la sede di Innovit appunto, l’hub italiano dell’innovazione con un focus specifico sui programmi di accelerazione per startup, scale-up e PMI guidato da Alberto Acito: qui si è svolta una giornata di convegno sull’innovazione made in Italy che, tra le altre cose, ha visto anche presentarsi una ad una le 45 startup italiane selezionate per  partecipare a questa edizione.

Dopo il convegno, nei due giorni successivi Italy RestartsUp è proseguito con due tour articolati tra San Francisco e la Silicon Valley, durante i quali Smau ha portato la delegazione italiana nelle sedi di realtà tra come Mind The Bridge, l’organizzazione internazionale che fornisce consulenza e supporto per l’innovazione ad aziende e startup fondata dall’italiano Marco Marinucci; o come 500 Global, il venture capital con 2,4 miliardi di dollari di asset in gestione che investe in startup ed è presente in oltre 30 paesi; e poi, ancora, come Plug&Play, l’ecosistema di start-up e fondo di venture capital che che oggi è la più grande piattaforma di innovazione del mondo, con all’attivo oltre 30 “unicorni”, cioè startup che hanno raggiunto valutazione pari ad almeno un miliardo di dollari.

Non sono poi mancati gli incontri con le istituzioni locali tra cui la Bay Council Area (i cui rappresentanti hanno spiegato come il successo della Silicon Valley dipenda da una profonda e complessa interconnessione tra università, istituzioni e imprese), e la Stanford University, dove abbiamo visitato il C.A.R.S., Center for Automotive Research della prestigiosa università americana.

«L’evento ha lo scopo di presentare l’innovazione Made In Italy agli imprenditori, investitori e manager della Silicon Valley invitati all’appuntamento – ha spiegato Pierantonio Macola, Presidente di Smau – L’Italia è conosciuta nel mondo per le sue eccellenze nel food, nella moda e nel design e Smau San Francisco sarà l’occasione per valorizzare la capacità imprenditoriale anche in ambiti quali l’intelligenza artificiale, la realtà virtuale e aumentata, la cybersecurity e la blockchain, con l’obiettivo di attivare rapporti commerciali, partnership e investimenti tra i diversi professionisti dell’ecosistema internazionale che visiteranno l’evento e quelli italiani che prenderanno parte all’iniziativa».

Veniamo alle startup: Food&Retail, Smart Manufacturing, Energia e Ambiente, Smart Communities e Mobility, eHealth sono gli ambiti in cui operano le 45 aziende innovative coinvolte in Italy RestartsUp: tra loro, meritano di essere menzionate realtà come Heremos, azienda co-fondata dalla ricercatrice Giulia Di Tomaso che sviluppa e fornisce dispositivi medici indossabili per la raccolta e l’elaborazione di dati fisiologici RAW in tempo reale, quindi utilizza l’intelligenza artificiale per estrarre da essi parametri vitali, indicatori clinici e biomarcatori.

C’è poi la startup Agri-tech Trace Technologies, azienda abruzzese che ha creato una piattaforma tecnologica con cui, ad esempio, supporta il viticoltore nella prevenzione delle malattie della vite, consentendogli di risparmiare sul costo dei trattamenti fitosanitari e minimizzare l’impatto ambientale.

Molto interessante è poi anche Gaia srl, la startup specializzata in etica e governance dell’intelligenza artificiale che sviluppa strumenti per valutare gli impatti, i rischi etici e giuridici di sistemi basati su IA.

Una missione non semplice eppure di grande attualità nell’era dell’IA generativa e dell’AI ACT, come ci ha spiegato la presidente e co-fondatrice Benedetta Giovanola, professoressa ordinaria di filosofia morale e titolare della Cattedra Jean Monnet EDIT – Etica per un’Europa digitale inclusiva all’Università di Macerata.

Tra le startup in visita a San Francisco ce n’erano anche alcune impegnate nella lotta al cambiamento climatico come SLY, che sfrutta tecnologie di IA ed edge computing per rilevare in anticipo gli incendi e anche prevederne lo sviluppo, o come Sea the Change, che dedica la propria attività alla salvaguardia del biosistema marino. E poi ancora, come Limenet, che ha sviluppato un sistema industriale per rimuovere l’anidride carbonica in mare trasformandola in bicarbonati di calcio. Questi bicarbonati rimangono stabili nell’acqua marina fino a 100.000 anni e contribuiscono a contrastare l’acidificazione degli oceani aumentando l’alcalinità dell’acqua di mare.

Vi sono poi startup che hanno sviluppato idee innovative in ambito sicurezza, come Nowtech Solutions, che offre soluzioni che vanno dai sensori sismici e strutturali, ai protocolli di gestione delle emergenze al fine di garantire sicurezza, protezione e mitigazione dei danni, e altre ancora che puntano a innovare il mondo della ristorazione come Dishup, che sviluppa un sistema POS (Point of Sale) basato su cloud integrato con strumenti di gestione per i processi di vendita e produzione, potenziati dall’intelligenza artificiale per migliorare i servizi al cliente e le prestazioni del negozio.

Hoooly è invece il nome del cestino smart realizzato dalla startup pisana Ganiga per gestire in maniera intelligente i rifiuti: utilizza l’IA per differenziare in automatico i rifiuti e per generare dati e statistiche sulla base dei quali è possibile pianificare un percorso ottimizzato per la raccolta, in modo da ridurre contemporaneamente costi di gestione e inquinamento. Sono solo alcune delle aziende che hanno preso parte a Italy RestartsUp, ma bastano a dare un’idea della qualità espressa dalla delegazione italiana in Silicon Valley.

«Siamo qui perché l’ecosistema italiano ha bisogno di essere connesso ai principali hub internazionali – ha detto Valentina Sorgato, amministratore delegato di SMAU – e quindi dopo gli appuntamenti europei di Londra, Parigi e Berlino, gli appuntamenti europei abbiamo ritenuto utile anche creare un collegamento con la Silicon Valley dove c’è Innovit, il presidio stabile per le aziende italiane creato dal Ministero degli Affari Esteri e dall’ICE».

L’obiettivo è fare in modo che l’ecosistema italiano fatto di start-up, di corporate e di sistemi regionali «possa entrare in contatto quello della Silicon Valley – conclude Sorgato – per capire come si fa impresa qui, come crescono le aziende, quali sono i modelli in uso e poi riportare indietro questo bagaglio di conoscenze per poterle applicare in Italia».

ANSA

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