Lavoro nero in Basilicata: ancora una piaga da estirpare
Numeri preoccupanti che evidenziano la persistenza del lavoro sommerso e dello sfruttamento, con 2.300 datori di lavoro sanzionati per violazioni sulla sicurezza e 26 operazioni di contrasto al caporalato che hanno portato all’arresto di 14 persone.
Tortorelli sottolinea l’inefficacia della mera campagna di sensibilizzazione avviata dal Ministero del Lavoro e propone un piano d’azione concreto:
- Intensificare e coordinare il lavoro di Ispettorato del Lavoro, INPS, INAIL, Carabinieri e Guardia di Finanza.
- Rafforzare il personale addetto ai controlli in Basilicata.
- Assicurare il flusso dei dati al Portale Unico Nazionale dell’Ispettorato del Lavoro.
- Istituire una commissione regionale per combattere il lavoro nero e irregolare, con focus sulla sicurezza sui luoghi di lavoro.
Il Segretario UIL ribadisce l’importanza di legare le risorse del PNRR e della programmazione 2021-2027 al lavoro regolare: “Questi soldi pubblici, pagati da lavoratori e imprese oneste, devono andare solo a chi rispetta i contratti”.
L’obiettivo è trasformare le programmazioni comunitarie in occupazione reale e di qualità, contrastando il lavoro nero e lo sfruttamento. La tragedia di San Fele, con la morte di un autista, evidenzia l’urgenza di agire per garantire sicurezza e legalità nei luoghi di lavoro.
La lotta al lavoro nero in Basilicata richiede un impegno concreto e sinergico da parte di tutte le istituzioni e forze sociali. Solo con un’azione incisiva e un sistema di controlli più efficace sarà possibile estirpare questa piaga e tutelare i diritti dei lavoratori.