POLITICA

Top e flop, dalla batosta Macron al trionfo di AfD Chi sale e chi scende in Europa dopo le elezioni

La stessa notte per festeggiare, oppure per toccare il fondo.

Nel cuore della capitale delle istituzioni Ue, la sola famiglia ad aver allestito una maratona elettorale è stata quella della regina del voto, Ursula von der Leyen, lanciata verso il possibile bis.

Ma mentre l’asse in Europa si spostava a destra, sparsi nei Ventisette i quartier generali dei pezzi grossi della politica europea erano attraversati da sentimenti opposti: la gioia del trionfo per Marine Le Pen, AfD e Giorgia Meloni; l’ingrata disamina della sconfitta per Emmanuel Macron, Olaf Scholz e i Verdi.

Ecco i top e i flop del voto.

CHI SALE

* MARINE LE PEN E JORDAN BARDELLA – La fiamma tricolore ‘bleu-blanc-rouge’ del loro Rassemblement National ha illuminato la strada all’intero gruppo di Identità e democrazia (Id).
All’emiciclo di Strasburgo saliranno da 18 a 30 seggi, diventando il partito più folto insieme alla Cdu tedesca.

* TINO CHRUPALLA – L’esito “da record” in patria ha fatto esultare l’ex imbianchino ora trascinatore di Alternative fuer Deutschland, la formazione di estrema destra tedesca che ha fatto breccia nei Laender dell’Est e tra i giovani. Inflazione e migranti i suoi leitmotiv.

* GIORGIA MELONI – Grazie alla forza trainante della premier, Fratelli d’Italia diventa il dominus assoluto dei Conservatori Ue (Ecr) che si consolidano come destra di governo.

* GEERT WILDERS – Pur senza riuscire a bissare l’exploit delle politiche, il Trump olandese anti-Islam è riuscito nell’impresa di arpionare 6 scranni nell’emiciclo europeo dove finora era assente. E promette battaglia sulle politiche d’asilo.

* PETER MAGYAR – Abbandonato Viktor Orban soltanto a febbraio, l’ex consigliere del premier magiaro è l’astro nascente dell’opposizione in patria. In pochi mesi ha portato il suo Tisza a conquistare quasi il 30% dei consensi e ora vorrebbe prendere casa in Europa tra le fila del Ppe.

* HERBERT KICKL – no vax, filorusso e antiamericano austriaco è riuscito il sorpasso sui partiti tradizionali che hanno sempre gestito i governi di Vienna nel secondo dopoguerra. A Strasburgo con il suo Fpoe ingrosserà la famiglia di Id.

CHI SCENDE

* EMMANUEL MACRON – Con il rischioso coup de theatre di indire nuove elezioni, il presidente francese ha certificato la sua cocente sconfitta. Trascinando giù con sé l’intera compagine dei liberali Ue di Renew.

* OLAF SCHOLZ – L’altro grande sconfitto è a Berlino. E porta il nome del Bundeskanzler. Davanti a sé il socialdemocratico avrà mesi delicati per giocarsi le sue carte nella complessa partita dei top jobs Ue e preparare le elezioni politiche del prossimo anno.

* ANNALENA BAERBOCK – L’ex promessa dei Verdi tedesca, già caduta tre anni fa sulla via per succedere ad Angela Merkel, è il simbolo della debacle dei Greens Ue.

* MATTEO SALVINI – Il vicepremier finora tra i protagonisti di Id scende da 22 a 8 seggi e con la sua Lega rischia di passare un’altra legislatura schermato dal cordone sanitario degli europeisti.

* VIKTOR ORBAN – In fila con il biglietto in mano per entrare nelle stanze di Ecr, il premier magiaro – atteso dalla presidenza della tanto odiata Ue – ha perso circa otto punti percentuali rispetto a cinque anni fa.

ANSA

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