CRONACA
OSPEDALE MADONNA DELLE GRAZIE – INTERVENTO MININVASIVO PER TUMORE DEL PENE IN UN QUARANTENNE
Matera unico centro del sud Italia ad utilizzare un approccio mininvasivo laparoscopico 3d avanzato per l'asportazione dei linfonodi inguinali.
Un giovane di 40 anni proveniente dalla provincia di Cosenza, al quale era stato diagnosticato un tumore del pene che interessava circa l’80% della parte pendula, è stato ricoverato presso l’Unità Operativa di Urologia dell’Ospedale Madonna delle Grazie di Matera diretta da Giuseppe Di Sabato, per essere sottoposto ad un intervento chirurgico altamente invasivo.
L’intervento di penectomia totale oltre che essere notevolmente mutilante, avrebbe impedito al paziente la minzione in posizione eretta e per questo motivo il giovane è stato sottoposto ad un intervento di penectomia subtotale associato ad un intervento ricostruttivo che ha consentito l’allungamento del moncone penieno residuo, in maniera da conservare la minzione fisiologicamente abituale e la ricostruzione di un neoglande con un lembo di uretra.
Negli ultimi tre anni è stata totalizzata una casistica importante nel trattamento chirurgico di questa tipologia rara di tumore (per incidenza circa 1 caso su 100000 abitanti).
“Questi dati – afferma il Commissario Straordinario dell’ASM Maurizio Friolo – hanno reso il reparto di Urologia un punto di riferimento per il trattamento di questo tipo di tumore essendo l’unico centro nel sud Italia ad utilizzare un approccio mininvasivo laparoscopico 3D avanzato per l’asportazione dei linfonodi inguinali, ciò consente di evitare il taglio chirurgico inguinale e di ridurre sensibilmente le complicanze legate alla difficile cicatrizzazione della ferita”.
L’intervento è durato circa quattro ore ed è stato effettuato con tecnica di anestesia neuro assiale continua, cioè con il paziente sveglio, per ridurre le potenziali complicazioni legate all’anestesia generale e per garantire un più rapido recupero del paziente nel postoperatorio.
L’intervento chirurgico è stato condotto dagli Urologi Pietro Mastrangelo, Umberto Locunto e Francesco Boezio e l’anestesia da Daniele Morgante. Fondamentale è stata la collaborazione di tutto il personale presente in sala operatoria grazie al quale, le varie fasi di questo complesso intervento, sono state effettuate con rapidità e precisione.