POLITICA

Consiglio Ue sui top jobs, si tratta con Meloni. ‘Nessuna decisione senza l’Italia’

La partita sulle nomine al centro del vertice. Scholz: 'Nell'Ue tutti i 27 sono importanti'. Salvini: Sulle nomine Ue 'sembra un colpo di stato'. Metsola: 'Serve un accordo oggi sui nomi per avere il voto al Parlamento europeo a luglio'

Una lunga notte di trattative attende i leader dei 27 al vertice sulle nomine Ue a Bruxelles.

L’accordo è fatto sul pacchetto von der Leyen-Costa-Kallas per i top jobs, ma i 398 voti del patto tra Ppe, Pse e Liberali potrebbero non bastare alla prova dei franchi tiratori.

Anche per questo, i Popolari vogliono ricucire con la premier italiana Meloni, leader dell’Ecr, che però potrebbe perdere il sostegno degli alleati polacchi del Pis pronti a lasciare per un nuovo gruppo al Parlamento di Strasburgo.

‘Nessuna decisione senza Meloni’, dichiara il premier polacco Donald Tusk del Ppe che farà il possibile per evitare lo strappo e avere l’ok già entro oggi.

La presidente del Consiglio italiana non vuole cedere all’intesa fatta al ‘caminetto’ franco-tedesco e valuta un’astensione senza precedenti, ma deve fare i conti con il rischio di isolamento dell’Italia.

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz sottolinea tuttavia che nell’Ue, dove l’intesa non è sostenuta solo da Roma, Budapest e Bratislava, ‘tutti i 27 Paesi membri sono importanti’.

Taglia corto Viktor Orban: ‘Accordo vergognoso’.  ‘Gli elettori europei sono stati ingannati. Il Partito popolare europeo ha formato una coalizione di bugie con la sinistra e i liberali’, ha scritto il premier ungherese.

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, anche lui del Ppe, afferma che nessuna decisione è stata ancora presa sulla posizione dell’Italia e invita ad un accordo con i Conservatori di Meloni e non con i Verdi.

Il Ppe in Italia è al governo ed è il terzo partito, quando si parla di rapporti con il governo bisogna tenerne conto’, ha detto Tajani al termine del summit del Ppe pre-Consiglio europeo.

“Quello che sta accadendo” sulle nomine Ue “puzza di colpo di Stato”. Lo ha detto a Dritto e Rovescio su Rete4, il leader della Lega Matteo Salvini. “Milioni di europei hanno votato” e “hanno chiesto di cambiare l’Europa. E che cosa ti ripropongono quelli che hanno perso?

Le stesse facce: la von der Leyen, un socialista al Consiglio europeo, una indicata da Macron per la politica estera.

Penso sia assolutamente irrispettoso, arrogante. Se preferiscono la poltrona al voto popolare assicuro, a nome della Lega e dell’Italia, che li marcheremo centimetro per centimetro Non gliele faremo passare. Difenderemo il voto degli italiani”.

Intanto Orban, allo stato attuale, non ha rimosso il veto sull’erogazione degli aiuti militari all’Ucraina, pari a 6,6 miliardi di euro (1,6 miliardi di rimborsi arretrati verso alcuni Stati membri e 5 miliardi di soldi freschi per il 2024). Lo riportano all’ANSA diverse fonti diplomatiche.

A Budapest è stata offerta una deroga – simile a quanto ha fatto la Nato – ma, stando al consigliere di Orban, i negoziati su questo sono ancora “in corso”. Non è chiaro al momento se si potrà trovare un’intesa in extremis prima della fine del Consiglio Europeo oppure le trattative si protrarranno.

Riflettori puntati sul vertice Ue che si è aperto Bruxelles per decidere sulle nomine delle più alte cariche europee per i prossimi cinque anni.

Sul tavolo dei leader la proposta messa a punto dai negoziatori di popolari, socialisti e liberali per affidare a Ursula von der Leyen – in quota Ppe – un secondo mandato alla guida della Commissione europea.

La designazione di von der Leyen fa parte di un pacchetto che prevede anche la scelta del socialista ed ex premier portoghese Antonio Costa per la presidenza del Consiglio Europeo e della premier liberale estone Kaja Kallas per la carica di alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza.

C’è grande attesa per la posizione che davanti a questo pacchetto assumerà la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ieri, durante i suoi interventi in Parlamento, ha criticato apertamente il metodo con cui si è arrivati alla designazione dei tre candidati.

“Spero che ci sia un accordo oggi. Un accordo oggi ci darà la possibilità di votare a luglio a Strasburgo. Devo ricordare che a differenza di altri anni abbiamo solamente una sessione a luglio a Strasburgo”.

Lo ha detto la presidente dell’Eurocamera Roberta Metsola, parlando alla stampa a margine del vertice Ue in corso a Bruxelles.

“L’agenda della sessione di Strasburgo sarà decisa l’11 luglio, se questo fosse un normale anno elettorale avremmo due sessioni, ma siccome le elezioni erano a giugno avremo una sola sessione che sarà quindi dedicata all’elezione del presidente della Commissione Ue”, ha risposto Metsola a una domanda sulla possibile presenza del premier ungherese Viktor Orban a Strasburgo per presentare il programma della presidenza ungherese.

“La Francia e l’Italia si contendono un posto di primo piano nell’economia della prossima Commissione europea, una lotta acuita dall’astio personale tra i leader dei due Paesi”.

Lo riporta il Financial Times. “Il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro italiano Giorgia Meloni sono ai ferri corti perché entrambi sono in lizza per lo stesso premio: un potente vicepresidente della Commissione responsabile della politica commerciale, della concorrenza e della politica industriale”, scrive il quotidiano.

“I funzionari italiani hanno elencato come aree di interesse il commercio e la concorrenza – aree in cui Bruxelles ha l’unica competenza – così come il bilancio comune del blocco e l’industria.

Si tratta in linea di massima delle stesse aree ambite dalla Francia. Secondo un diplomatico informato sui negoziati, la Francia è interessata a un ruolo di alto livello nella Commissione, con il potere di controllare le leve politiche e finanziarie per realizzare la politica industriale.

La difesa, una priorità emergente per l’Ue per la quale la von der Leyen si è impegnata a creare un posto dedicato, potrebbe far parte della strategia industriale controllata da tale posto”, si legge ancora.

Rutte: ‘Meloni non è esclusa, Roma sia ben rappresentata’

Giorgia Meloni “non è esclusa” dalle nomine Ue e “dobbiamo garantire che l’Italia si senta ben rappresentata nella nuova Commissione europea e non solo”.

Lo ha detto il premier olandese Mark Rutte a margine del Consiglio europeo. “Una volta ogni cinque anni” i leader dei Ventisette “rappresentano principalmente partiti politici, mentre durante i cinque anni rappresentiamo i nostri Paesi”, ha spiegato Rutte, sottolineando che “l’Ecr non è stato coinvolto in questa trattativa perché molti nella coalizione” di “maggioranza” tra “popolari, liberali e socialisti pensano che i Conservatori non possano farne parte”.

Orban: ‘Accordo su top jobs vergognoso, elettori ingannati’

“Gli elettori europei sono stati ingannati. Il Partito popolare europeo ha formato una coalizione di bugie con la sinistra e i liberali. Non sosteniamo questo accordo vergognoso!”. Lo ha scritto su X il premier ungherese, Viktor Orban.

Scholz: ‘In Ue tutti i 27 ugualmente importanti’

Sull’accordo raggiunto tra i tre gruppi politici Ppe, S&d e Renew sui tre nomi per i vertici europei “la chiara speranza è, ovviamente, che possano contare su una maggioranza in Parlamento”.

L’intesa “raggiunta tra queste tre famiglie di partiti è solo una posizione, ne discuteremo attentamente ed equamente con i nostri buoni amici in Europa”. “Tutti e 27 sono ugualmente importanti. Il Consiglio Europeo e gli Stati membri devono avanzare saggiamente una proposta che possa contare sulla maggioranza del Parlamento”. Lo ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz arrivando al summit Ue a Bruxelles.

Tusk: ‘Decideremo con Meloni’

I negoziati condotti tra i tre maggiori gruppi del Consiglio europeo servono “solo a a facilitare il processo in questa sede” ma “la decisione spetta a Meloni e agli altri leader durante la riunione del Consiglio europeo.

L’unica intenzione, e l’unico motivo per cui abbiamo preparato questa posizione comune, è quella di facilitare questo processo. E non c’è decisione senza il primo Ministro Meloni”. Lo ha detto il premier polacco, Donald Tusk, arrivando al vertice dei leader europei.

“Una cosa è chiara: nessuno rispetta il primo ministro Giorgia Meloni più di quanto lo faccia io. Si tratta di un’incomprensione: a volte abbiamo bisogno di piattaforme politiche per semplificare il processo”, ha detto il premier polacco arrivando al vertice dei leader europei dove si discuterà delle nomine dei vertici Ue.

Tajani: ‘Ancora nessuna decisione dell’Italia su top jobs’

“Non c’è ancora alcuna decisione sul voto dell’Italia” sui top jobs Ue, “le trattative devono ancora iniziare”. Lo ha detto il vicepremier Antonio Tajani al suo arrivo al pre-vertice del Ppe.

“La mia è una propensione favorevole senza alcuna apertura ai Verdi. Certamente io sono molto perplesso sulla durata dei 5 anni per il presidente del Consiglio europeo” in quota socialista, ha aggiunto Tajani.

Weber: ‘Fondamentale includere l’Italia sulle nomine Ue’

“L’Italia è paese del G7, è un paese leader nell’Unione Europea. Apprezzo molto tutto il contributo del governo italiano sotto la guida di Antonio Tajani e Giorgia Meloni ed è per questo che ritengo fondamentale per l’Ue” che vi sia un “processo inclusivo” sulle nomine Ue che “tenga conto anche degli interessi italiani”. Lo ha detto il presidente dei Popolari Ue, Manfred Weber, al suo arrivo al pre-vertice del Ppe.

Kallas: ‘Io prossimo alto rappresentante? Con calma…’

“Non andiamo troppo in fretta, in politica ci possono essere sorprese”. Lo ha detto la premier estone Kaja Kallas a chi le chiedeva se ormai fosse cosa fatta la sua nomina ad alto rappresentante Ue. “In Estonia abbiamo un detto: non venderti la pelle dell’orso prima di avergli sparato e io non lo farò di certo”, ha aggiunto.

ANSA

Pulsante per tornare all'inizio