BARDI TRACCIA LE LINEE PROGRAMMATICHE PER IL FUTURO
Ed è compito di tutti noi che un più vasto elettorato riscopra la funzione nevralgica della politica e veda in essa la più qualificata espressione dei diritti di cittadinanza e partecipazione”.
È quanto ha dichiarato il presidente della giunta regionale, Vito Bardi, nel corso del Consiglio regionale, dopo aver presentato la Giunta regionale e aver preso parte ai lavori dell’aula legati alla surroga dei consiglieri con l’ingresso Galella, Leone, Picerno e Fanelli.
“Abbiamo il privilegio di vivere in una terra straordinaria dal punto di vista paesaggistico, una terra ricca di storia e di cultura, con tante produzioni di qualità che però, non da oggi, non è più la terra di elezione per molti giovani.
Qui da noi, per molti dei nostri paesi, bastano poche decine di famiglie che se ne vanno per mettere definitivamente in crisi la sostenibilità di attività commerciali ed economiche, la tenuta sociale di tante comunità.
A fronte di questa realtà, più che nota a ciascuno di noi, la politica non può dare la sola sensazione di speculare su questi grandi temi sbandierandoli in campagna elettorale, riempiendosi la bocca come se facesse ora una grande scoperta, ripiegandosi poi in prassi di mera gestione delle risorse, in una visione manutentiva dell’esistente.
La Basilicata non può arrendersi a queste tendenze al declino. L’ho detto più volte e lo ribadisco anche oggi, dobbiamo insieme innalzare il tono del dibattito, creare occasioni di confronto anche all’esterno di questo palazzo, cercare di inserirci nel dibattito nazionale e non solo, approfondire meglio e di più i grandi temi della rigenerazione sociale ed economica.
Cambiando forse anche il paradigma su cui per molti anni ci siamo soffermati, chiedendoci piuttosto a chi può interessare un territorio così vasto e così poco popolato, a quali attività economiche – posto che in molte realtà territoriali nazionali c’è una saturazione di spazi adibiti ad attività produttive; a come sfruttare risorse oggi ancora sottoutilizzate, penso al patrimonio boschivo ad esempio o a colture un tempo presenti e oggi scomparse e di cui si avverte nuovamente la necessità, come pure ho avuto occasione di apprendere in confronti su questo terreno.
Penso ai fattori di convenienza economica nel vivere in Basilicata dove il costo della vita è più basso che altrove, alle opportunità generate dalla società digitale con il lavoro a distanza che, in alcuni ambiti, potrebbe limitare l’esigenza di emigrare o offrire l’opportunità di rientrare offrendo migliori condizioni di vita; sempre che la percezione, soprattutto nelle componenti giovanili, non sia quella di vivere in realtà stagnanti, prive di stimoli.
La cura dell’habitat, della qualità urbanistica, l’offerta di servizi culturali, di sport, di tempo libero e di svago sono oggi parte integrante di un sistema di aspettative di qualità della vita cui occorre dar risposte. La società cambia e le vecchie ricette non bastano.
Si tratta di immaginare una articolazione territoriale di una unitaria idea di sviluppo locale dove ciascuno possa concorrere offrendo servizi di interesse intercomunale; dove il finanziamento di singole opere, singoli interventi si collochi in un disegno più vasto di sviluppo del territorio a partire dal rafforzamento della dotazione di servizi essenziali (sanitari, di istruzione, mobilità, sport) sino alle infrastrutture e servizi destinati ai settori produttivi”.
Ricordando l’esperienza della pandemia, il presidente ha sottolineato che “Le politiche di ripresa e resilienza stanno certamente sostenendo il rilancio dell’economia, ma si tratta di un ciclo destinato a finire in gran parte nel 2026.
Questione che rinvia a un tema altrettanto cruciale in una economia a forte traino pubblico: l’ammodernamento della pubblica amministrazione, il rafforzamento delle competenze oltre che degli organici. La stagione dei concorsi e del reclutamento di personale è in pieno svolgimento così come lo sforzo per riorganizzare enti e società pubbliche.
In questo scenario non è dunque un caso che la nostra coalizione si è posta tra i temi da affrontare quello di una maggiore qualificazione, formazione e aggiornamento dei quadri della pubblica amministrazione sino ad ipotizzare la nascita di una scuola ad hoc, percorso in verità che avevamo tentato nel periodo in cui Brunetta era Ministro della pubblica amministrazione e che oggi va ripreso e verificato nelle sue possibili soluzioni.
La crescita di efficienza e di produttività del comparto pubblico è infatti una condizione imprescindibile per le politiche di sviluppo regionale.
Al contempo occorre considerare che questo massiccio intervento pubblico che ha concorso a sostenere il Pil regionale, andrà declinando nella seconda parte della legislatura. Di qui l’esigenza fondamentale di spendere bene e presto le risorse disponibili e di dotarci di quelle condizioni in grado di sostenere anche tempi ordinari”.
Bardi ha evidenziato la necessità di portare il dibattito sul tema della sanità, che affligge diverse regioni, su un piano realistico.
Più in generale, sulle politiche per la persona la coalizione intende valorizzare il Programma Basilicata care con azioni mirate al sostegno alla natalità, alla genitorialità, alla parità di genere, agli anziani non autosufficienti, al welfare aziendale e allo smart working, oltre alla copertura di esami specialistici tramite le farmacie”.
“Le sfide che occorre affrontare sono diverse, ma proprio per questo è bene richiamare il nostro punto di partenza, il Piano strategico regionale, con cui abbiamo voluto formulare una analisi aggiornata per ripensare i termini della questione lucana, per individuare i fattori che ostacolano il pieno sviluppo della nostra regione, ponendoci alcuni obiettivi di breve e medio periodo.
Ma proprio partendo da quel Piano, atto di programmazione varato con legge, che abbiamo rivolto la nostra attenzione dando priorità e valenza strategica alla piena valorizzazione innanzitutto delle nostre risorse endogene, quelle idriche ed energetiche innanzitutto.
Senza questa spinta e sollecitazione non ci saremmo ripiegati sul risanamento dell’Acquedotto lucano e sul varo di un piano industriale votato alla quasi unanimità dai partecipanti all’assemblea; non avremmo attenzionato adeguatamente i percorsi di riforma a partire da quello dell’Ente irrigazione, né riaperto con la Regione Puglia un confronto più intenso su come far coesistere solidarietà tra territori e tutela di interessi regionali.
Sull’autonomia differenziata non mi sottrarrò al confronto, una prospettiva che ho sostenuto precisandone le condizioni, e dunque con tutti i se e i ma che innovazioni così importanti comportano, affinché il principio di maggiore autonomia e responsabilità non venga umiliato da mancate garanzie di un quadro di riequilibrio più generale che attengono alla disponibilità paritetica di servizi essenziali dal nord al sud del Paese. Che vi fossero anche nella nostra coalizione diversità di vedute sul tema dell’autonomia differenziata era già chiaro prima delle elezioni.
Affronteremo la questione laicamente fiduciosi che la maggioranza dei consiglieri comprenda le ragioni di questo processo di riforma”.
La lettura degli indicatori economici ci dice che la nostra regione ha registrato in questi anni una crescita e, in molti casi, è in condizioni migliori rispetto al resto del Mezzogiorno, ma siamo ancora lontani da quella Basilicata che desideriamo. Da quel recupero di efficienza e di efficacia che dobbiamo auspicare per distinguerci tra le regioni meridionali.
C’è tutta una vitalità sociale da risollecitare. Avvertiamo tutti la necessità che i diversi corpi sociali, gli ordini professionali, le Università, i centri di ricerca di cui disponiamo contribuiscano più attivamente a riflessioni sullo sviluppo e le prospettive della nostra regione.
Un tema nevralgico per lo sviluppo regionale resta quello delle infrastrutture, una questione da sempre cruciale per le sorti della nostra regione, occorre che vi sia un confronto che ci aiuti a concentrare le risorse disponibili su progetti sfidanti, su quelle opere che ci avvicinino alle grandi arterie, all’alta velocità e che aiutino a ricucire il territorio.
Questo non significa trascurare il grande tema della manutenzione del nostro sistema viario né tantomeno quello di una rinnovata riflessione in tema di trasporti, su cui siamo impegnati a varare un nuovo piano che tenga conto delle effettive esigenze.
Si tratta, inoltre, di pensare a un utilizzo più massiccio delle opportunità offerte dalle tecnologie digitali nel mondo dei trasporti, per evitare sprechi e rendere più efficiente il sistema.
In questo disegno è compreso, evidentemente l’avio-superficie di Pisticci il cui completamento finalmente è prossimo ad esser conseguito e che implica una rinnovata attenzione per quanto attiene il percorso da fare per garantirne il funzionamento e la gestione”.
“Molte delle nostre energie – ha proseguito – sono state profuse nella valorizzazione di alcune delle nostre risorse strategiche, a cominciare da quelle energetiche.
Nel mentre siamo impegnati nell’incoraggiare l’autoproduzione di energia, a partire dai non metanizzati. Questo disegno ancora da completare ci vede chiamati a implementare le comunità energetiche e altre iniziative per generare benefici e vantaggi anche per il sistema imprenditoriale rafforzando in tal modo i fattori di attrattività territoriali.
Così come non sfugge agli addetti ai lavori l’enorme lavoro che si sta compiendo per ridare chiarezza e certezze giuridiche nelle nostre aree industriali intervenendo anche qui su antichi nodi, e cercando al contempo di incoraggiare l’insediamento di nuove attività industriali nel potentino come nel materano”.
Un passaggio cruciale dell’intervento ha riguardato la questione industriale, in particolare Stallentis, dove il presidente ha sottolineato come non sia mancato il protagonismo regionale per porre in ambito nazionale la necessità di una strategia unitaria per governare in qualche modo un processo di ristrutturazione industriale che va ben oltre le nostre sole possibilità negoziali.
Al contempo la nostra attenzione sarà particolarmente rivolta ad aumentare l’occupazione femminile e giovanile, sostenendo l’autoimprenditorialità e il consolidamento delle start-up”.
Bardi ha dedicato spazio anche alla valorizzazione delle risorse endogene, a cominciare da quella idrica, che ha spinto il governo regionale “a dedicare un’attenzione specifica al risanamento finanziario dell’Acquedotto Lucano e alla sua autosufficienza energetica.
Altrettanta attenzione verrà posta per un utilizzo ottimale degli invasi e per lo sviluppo dell’energia idroelettrica, che rappresenta un potenziale significativo per il futuro energetico della nostra regione”.
“Le risorse naturali costituiscono il principale asset di cui siamo dotati e il paesaggio lucano costituisce un patrimonio inestimabile che riflette la nostra identità e la nostra storia. Abbiamo finalmente disponibile il lavoro propedeutico al nuovo Piano Paesaggistico, con il quale intendiamo preservare questi valori ambientali e identitari. Sarà compito di questa legislatura dotare finalmente la Regione del Piano.
La tutela dell’ambiente ci impone altresì di contrastare con più efficacia il dissesto idrogeologico e garantire una manutenzione attenta del territorio: consistenti risorse derivanti anche dall’Accordo di coesione puntano a questo obiettivo.
L’ambiente è un bene pubblico indisponibile e la sua tutela è una priorità per la nostra coalizione. Avvertiamo dunque la necessità di dotarci di strumenti idonei e, come coalizione, ci siamo impegnati a mettere a punto una proposta di Piano regionale sul dissesto idrogeologico al fine di avere una strategia più puntuale per la protezione del nostro territorio dalle vulnerabilità che lo minacciano piuttosto che inseguire le emergenze.
Altro capitolo fondamentale delle nostre politiche è rivolto al mondo agricolo. L’agricoltura è un pilastro della nostra economia e della nostra società.
Al contempo proseguirà l’azione tesa a favorire i nuovi insediamenti e le imprese giovanili, la multifunzionalità e le attività complementari come quelle agrituristiche. Più in generale si tratta di curare i fattori che determinano la diversità e qualità delle produzioni e accompagnare i nostri produttori nelle attività di commercializzazione.
Il paesaggio agrario e quello forestale costituiscono anch’essi degli asset fondamentali. La valorizzazione di questi punti di forza non può non costituire parte integrante delle nostre politiche di sviluppo.
In particolare, raccogliendo una sollecitazione suggerita dal Piano strategico ci proponiamo di affrontare compiutamente il tema della valorizzazione del patrimonio forestale valutando le diverse opzioni per dare una svolta produttiva a questo potenziale.
Nella società della comunicazione abbiamo imparato che i fattori intangibili dell’economia sono rilevanti quanto quelli tangibili.
Matera, capitale europea della cultura, ha contribuito a promuovere un’immagine legata non solo alla qualità dei luoghi ma anche alla vitalità culturale. In questa prospettiva, per quanto riguarda Matera, il nostro obiettivo è quello di rilanciarla come centro di produzione e non solo di consumo culturale e quale motore dell’industria culturale e creativa.
In particolare, è stata proposta al Ministero una “ZES cultura” da includere nel Piano strategico nazionale delle zone economiche speciali, estendendo i benefici alle industrie culturali e creative per rilanciare Matera e la Basilicata come laboratori di innovazione e produzione culturale. Inoltre, si mira ad attrarre nuove istituzioni come l’ISIA, Istituto di Design.
Ma questo disegno di un nuovo protagonismo che parta dalla cultura riguarda tutto il territorio regionale. Abbiamo già sottolineato come la qualità della vita sia oggi considerata con riferimento all’offerta culturale, e a quella di svago e di tempo libero. In questa ottica intendiamo sostenere il protagonismo di quelle cittadine che intendono candidarsi a ruoli guida nella cultura, nelle arti, nello sport.
Nel programma di coalizione, la cultura e l’economia della cultura sono centrali per valorizzare le energie e la progettualità presenti, puntando a diventare un riferimento nazionale e internazionale nell’industria culturale e creativa.
Ma la vitalità sociale e culturale è, come noto, innanzitutto frutto della qualità dell’offerta di istruzione, di presidi scientifici nelle scienze umane come nelle scienze dure. Il programma di coalizione punta a rafforzare il ruolo dell’Università e dei centri di ricerca.
Il sostegno all’Università è imprescindibile, ed è in questa prospettiva che andremo potenziando la residenzialità e i servizi per gli studenti con l’obiettivo di attrarre nuove iscrizioni affiancando un’offerta formativa adeguata e sempre più articolata, come fatto con la Facoltà di medicina.
Risorse per gli studentati sono già allocate nell’Accordo di coesione e garanzia per il massimo del sostegno possibile alle borse di studio. Al contempo siamo chiamati a supportare l’università per rafforzare le attività di orientamento e dei career services per l’introduzione degli studenti nel mondo del lavoro.
Più in generale ci siamo dati il compito di consolidare e potenziare le collaborazioni culturali, economiche e scientifiche, sostenendo attività di ricerca, studi e progetti, convegni nazionali e internazionali. Inoltre, ci si impegnerà a potenziare i centri di ricerca, valutando la fattibilità di nuove iniziative con l’Istituto Chimico farmaceutico militare e il CNR di Tito.
Un’attenzione particolare intendiamo peraltro rivolgere agli archivi e al sistema bibliotecario, e in questo orizzonte intendiamo procedere alla regionalizzazione della Biblioteca di Matera, coinvolgendo nella gestione l’Unibas. Al contempo intendiamo sostenere le biblioteche comunali che svolgono concretamente attività di animazione sociale e culturale.
I processi di transizione economica e sociale, la ristrutturazione industriale e la carenza di opportunità aumentano i rischi di marginalizzazione sociale e povertà. Il governo regionale intende rinnovare l’impegno a sostegno delle categorie più deboli, affrontando la problematica del precariato, riducendo i costi delle bollette e favorendo le organizzazioni no profit.
In collaborazione con il sistema di assistenza sociale, i centri per l’impiego e il Terzo settore, si intende sviluppare un nuovo piano di contrasto alla povertà. Si vuole definire una nuova strategia di contrasto alle dipendenze (alcol, droghe, ludopatia, problemi alimentari) e ai fenomeni di violenza psicologica (bullismo, mobbing, stalking), oltre alla prevenzione della violenza fisica e verbale.
Un’attenzione particolare sarà rivolta alle famiglie con persone disabili (programma “dopo di noi”) e ai processi di integrazione e inclusione, con specifiche misure di accoglienza e lotta al razzismo.
Il programma di coalizione prevede la definizione di un Piano di contrasto ai fenomeni di marginalizzazione sociale e alla povertà, mettendo a punto azioni e misure mirate.
Già in questa sintesi spero siano emerse con chiarezza l’enorme lavoro a cui ci accingiamo: sanare antiche ferite, lenire i fattori di disagio, innescare nuovi processi di sviluppo, anticipare le fasi successive a questa stagione di rilevanti investimenti pubblici.
Per affrontare al meglio queste sfide opportunità avvertiamo la necessità di avvalerci del portato delle innovazioni tecnologiche e in primis dei processi di digitalizzazione.
Questa sfida impone anche un rafforzamento degli uffici regionali dedicati a questi importanti processi di innovazione e la diffusione di una cultura digitale sempre più avanzata anche tenuto conto dell’irruzione dell’intelligenza artificiale e del profondo impatto che questa tecnologia comporterà nella vita sociale ed economica nei prossimi anni.
A ciascuno di noi spetta di vivere il proprio tempo. Il nostro è un tempo che i filosofi hanno definito “interessante”, proprio perché ricco di turbolenze e di profondi cambiamenti. Un tempo complicato, direbbe qualcuno, che prevede processi di adattamento e risposte veloci come forse mai richiesto alle precedenti generazioni.
Una realtà che non dobbiamo dimenticare e che ci sollecita solidarietà e compassione ma altresì positive azioni perché sia la cultura della pace a prevalere. Ma anche una realtà più vicina a noi, con persone che vivono in condizioni di precarietà e di forte disagio, che interpellano la nostra coscienza e la nostra azione politica.
Ma anche un tempo ricco di opportunità, dove a nessuno è impedito di fare il bene possibile, individualmente come socialmente, dove noi – in quanto politici – siamo chiamati ad esprimere il meglio di noi stessi per essere all’altezza delle aspettative e delle speranze che sempre, felicemente, covano in ogni generazione.
E dare fiducia e speranza facendo le cose, dimostrando che qualcosa di importante e significativo può esser fatto a vantaggio di tutti, credo che sia l’auspicio che nutre ciascuno di noi.”