POLITICA

Autonomia differenziata, Legacoop sostiene il referendum abrogativo

Legacoop Basilicata non condivide gli obiettivi perseguiti dalla legge sull’autonomia differenziata e accoglie l’invito della Presidenza nazionale di Legacoop a sostenere l’attività dei comitati promotori del referendum per l’abrogazione della legge e a coinvolgere le cooperative per informare i soci, le socie, i lavoratori, le lavoratrici sui contenuti dell’iniziativa.

Nella sede regionale, in viale dell’Unicef a Potenza, è possibile apporre la propria sottoscrizione per la convocazione del referendum.

“La nostra decisione – sottolinea Simone Gamberini, presidente nazionale Legacoop – si pone in piena coerenza con la preoccupazione che avevamo già espresso su un provvedimento che, a nostro giudizio, avrà effetti negativi rilevanti e duraturi sul piano economico e sociale, considerando il rischio elevato che i divari, infrastrutturali o immateriali legati, per esempio, alla sanità o all’istruzione, possano crescere ulteriormente”.

Legacoop stigmatizza l’eccessiva numerosità delle competenze che potrebbero passare dallo Stato alle Regioni, la scelta delle quali è stata tra l’altro attribuita alla mediazione politica privando il Parlamento del suo ruolo di indirizzo, e il processo di trasferimento dei poteri legislativi alle Regioni in queste materie.

“In questo modo – prosegue Gamberini – si rischia di produrre uno spezzettamento della potestà normativa che impedirà politiche unitarie nazionali in materie strategiche, quali il commercio con l’estero e i rapporti internazionali, l’energia e le infrastrutture, la previdenza complementare, la ricerca scientifica e tecnologica, il supporto all’innovazione per i settori produttivi, con gravi ripercussioni per i mercati di riferimento delle imprese.

Senza trascurare le conseguenze di un inaccettabile frazionamento delle politiche in materia di cooperazione e degli istituti fondamentali del diritto cooperativo. In questo modo è a rischio la competitività dell’intero Paese, non del solo Mezzogiorno che, tra l’altro, rischia di vedere compromesso il buon risultato economico registrato negli ultimi mesi”.

Un altro aspetto centrale sul quale si appuntano le critiche di Legacoop è quello delle funzioni legate a servizi essenziali, soprattutto riguardo alla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni.

“La concentrazione del gettito tributario nel nostro Paese in alcune regioni – sottolinea il presidente nazionale di Legacoop – presenta dei rischi per la stabilità e il coordinamento della finanza pubblica derivanti dalla perequazione finanziaria per la garanzia dei lep nelle regioni che non chiederanno ulteriori funzioni.

Inoltre, l’assenza di uno specifico fondo compensativo per le regioni a ritardo di sviluppo, potrà determinare seri rischi in materie particolarmente sensibili sotto il profilo del rispetto dell’uguaglianza dei diritti dei cittadini, primi tra tutti quello alla salute e all’istruzione”.

“In Basilicata la grave crisi per l’assistenza socio sanitaria, il ridimensionamento delle strutture scolastiche, la carenza cronica di infrastrutture fisiche e digitali e la mancanza di opportunità lavorative per i giovani segnano un disagio sociale maggiore rispetto a territori più avanzati del nord del Paese”, aggiunge Innocenzo Guidotti, presidente regionale di Legacoop.

“Il divario verrà inevitabilmente accentuato dal progetto dell’autonomia differenziata, che restringerà di conseguenza le opportunità per i cittadini, per i soci e per le cooperative lucane, determinando un più elevato tasso di abbandono delle aree interne”.

“L’adesione di Legacoop Basilicata ai comitati provinciali per i referendum vuole essere anche l’opportunità per instaurare un dialogo con i politici di tutti gli schieramenti, per aprire un dialogo vero che guardi agli interessi del nostro territorio, senza condizionamenti derivanti dalle posizioni dei partiti a livello nazionale”.

“Sono infatti sicuro – conclude il presidente regionale di Legacoop – che tanti politici e amministratori dell’attuale maggioranza hanno maggiore consapevolezza dell’impatto negativo e una posizione diversa sull’autonomia differenziata da quella espressa dai rispettivi partiti a livello centrale”.

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