Lacorazza a Cicala: Il tunnel è una via di fuga dalla Val d’Agri?
Il capogruppo del PD: “Per il collegamento con il Vallo di Diano non si capisce perché non si torni a considerare la ex SS 103, già oggetto di studi di fattibilità e numerosi incontri”
“Ho letto che l’assessore regionale Carmine Cicala accenna al futuro della Val d’Agri al 2030 ma nulla dice sulla scadenza al 2029 della concessione ENI SHELL in Val d’Agri se non un laconico ‘ha beneficiato della industria petrolifera”; dichiarazione in parte discutibile e che sembra archiviare definitivamente questa esperienza. In realtà, il presidente della Regione Vito Bardi nelle sue dichiarazioni programmatiche non ha fatto cenno al tema, peraltro in una condizione in cui la produzione di barili di greggio è molto calata.
Forse sarebbe il caso di aprire un confronto con Eni, sindacati, imprese e rappresentati istituzionali del territorio”.
Lo afferma il capogruppo del Pd, Piero Lacorazza, aggiungendo che: “Sono ben note le mie posizioni sul tema e non ci ritorno, ma liquidare questa vicenda in una dichiarazione, pensando che ci sia un futuro di lavoratori e imprese, di bilanci regionale e comunale, puntando su 106 posti di un ospedale che continua a viaggiare nell’incertezza di una missione in assenza di un Piano sanitario o sulla realizzazione di un tunnel (siamo ad un studio di fattibilità?) dagli incerti costi e dai tempi indefinibili al momento.
Detta così il tunnel rischia di essere un via di fuga e non una opportunità”.
“Davvero non voglio indugiare sulla vicenda sanitaria ma rilevo che l’Assessore Cicala – afferma il consigliere – dovrebbe aver un po’ di imbarazzo rispetto a un presidente Bardi afono e al suo collega di partito e di Giunta, Cosimo Latronico, per non aver ancora chiarito se per coprire il deficit in sanità sono servite le ‘compensazioni ambientali’ derivanti dall’estrazione petrolifera.
Conosco la genesi dell’idea del tunnel che all’altezza di Paterno dovrebbe collegare la Val d’Agri al Vallo Di Diano.
Non so cosa ne pensi il suo collega di maggioranza Aliandro, ma senza pregiudizi posso dire che sarebbe il caso di discuterne seriamente, poiché senza una vera strategia si sposterebbe pericolosamente il baricentro della Val d’Agri.
Non conosco il livello di disponibilità e di eventuale scelte che anche ‘versante’ campano dovrebbe fare.
Forse prima di ragionare di tunnel sarebbe il caso di velocizzare la Fondovalle dell’Agri tra il bivio di Spinoso (problema unica strada di collegamento la diga del Pertusillo) e quello di Montemurro per avvicinare il Medio Agri e all’Alta Val d’Agri, mettendo a valore il peso demografico ed economico, l’offerta di servizi di un comune come Sant’Arcangelo.
Ma anche consentire una riduzione dei tempi dalla Salerno Reggio Calabria, dall’Alta Val d’Agri verso lo Ionio che significa anche una migliore relazione con la Puglia. E poi sarebbe necessario fare i conti con una eterna incompiuta: la strada Saurina”.
“Quanto al collegamento con il Vallo di Diano – continua Lacorazza – non si capisce perché non si torni a considerare la ex SS 103, già oggetto di studi di fattibilità e numerosi incontri. Con un ulteriore investimento anche sulla strada Cogliandrino, la Val d’Agri si avvicinerebbe a se stessa, considerando un valore e una forza le comunità di Sarconi, Grumento Nova e Moliterno.
A questi assi sarebbe necessario aggiungere il collegamento di alcuni strade provinciali – anche manutenzioni ordinarie e straordinarie – per completare un disegno infrastrutturale strategico su cui mettere in movimento una nuova e migliore mobilità che valorizzi la relazione tra i paesi della Val d’Agri e i territori contermini ma anche lo snodo aeroportuale di Pontecagnano e la prospettiva dell’Alta Velocità a Padula Bonabitacolo”.
“Non commento ulteriormente la genericità delle affermazioni fatte dall’Assessore Cicala – conclude Lacorazza – anche perché mi rendo conto che non si può contenere tutto in un articolo.
E tuttavia su alcuni di questi temi, in particolare sull’attività estrattiva, sono state depositate interrogazioni ed avremo modo di discuterne più dettagliatamente in Consiglio regionale”.