CRONACA

Alzheimer, screening gratuiti agli over 55

Le esperte di neuropsicologia del Nucleo Alzheimer somministreranno, durante lo screening, degli specifici test standardizzati mentre presso l’info point attivo all’ingresso del centro si forniranno nozioni ed informazioni sull’evoluzione della malattia e sulle attività offerte al Pod

Il 20 settembre screening gratuiti per over 55enni e campagna di sensibilizzazione dei neuropsicologi del Nucleo Alzheimer.

‘Spezza l’indifferenza contro l’Alzheimer’: è questo il motto della giornata mondiale dell’Alzheimer che si tiene quest’anno presso le strutture sanitarie il 20 settembre e che vedrà il Centro di Cura per i Disturbi Cognitivi e Demenze attivo presso l’Ospedale ‘San Francesco’ di Venosa proporre iniziative preventive attraverso uno screening neuropsicologico gratuito delle funzioni cognitive rivolto agli over 55.

Le esperte di neuropsicologia del Nucleo Alzheimer somministreranno, durante lo screening, degli specifici test standardizzati mentre presso l’info point attivo all’ingresso del centro si forniranno nozioni ed informazioni sull’evoluzione della malattia e sulle attività offerte presso il Pod della cittadina oraziana.

Gli interessati alla valutazione devono prenotare gli screening ai numeri 0972.39279 e 0972.39346.

La valutazione neuropsicologica è il primo passo per poter conoscere i punti di forza e di debolezza del profilo cognitivo individuale prevedendo, ove possibile la pianificazione terapeutica riabilitativa o il potenziamento delle funzioni cognitive.

Lo screening presso l’Ospedale di Venosa è destinato a persone che non si sono mai sottoposte a diagnosi ma può far emergere alcune criticità che potrebbero determinare la presa in carico del paziente presso il Nucleo Alzheimer.

Lo screening, prima della somministrazione dei test volti ad esplorare le funzioni cognitive, prevede un colloquio con gli specialisti ed un questionario sull’umore a cui seguirà il riscontro sanitario di quanto emerso dall’indagine.

Ad oggi, stando alle stime del Rapporto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, la crescita della demenza è allarmante: i pazienti che presentano i sintomi della malattia in Italia sono oltre un milione e di questi, circa 600 mila presentano le caratteristiche epidemiologiche dell’Alzheimer.

Circa 3 milioni sono invece le persone direttamente o indirettamente coinvolte nell’assistenza ai propri familiari alle prese con quella che viene definita la ‘malattia silenziosa’ che porta ad un decadimento delle funzioni cognitive.

Importante nella prevenzione, l’attività fisica accompagnata ad uno stile di vita sano che non contempli il fumo, il consumo eccessivo di alcol o una alimentazione non equilibrata.

Nella prevenzione della malattia, fondamentale è anche il costante controllo di patologie come l’ipertensione, il diabete, l’obesità, la depressione e l’ipercolesterolemia, ma anche l’attuazione di stimoli quotidiani che incidano direttamente sull’aspetto cognitivo e che non portino il soggetto ad isolarsi socialmente.

La demenza di Alzheimer ha un’evoluzione subdola e spesso non presa in considerazione: il soggetto che ne soffre inizia a dimenticare piccole cose fino a giungere, con l’evoluzione della malattia, a non riconoscere più nemmeno i propri familiari.

Vengono alterate la memoria e le funzioni cognitive, sono compromesse alcune attività naturali come la capacità di parlare e di pensare e si verificano stati confusionali, cambiamenti di umore e disorientamento spazio-temporale.

La malattia di Alzheimer oggi colpisce circa il 5% delle persone con più di 60 anni. La diagnosi probabile di insorgenza della malattia avviene attraverso esami clinici ematologici, delle urine o del liquido spinale, tramite la somministrazione di test neuropsicologici per misurare la memoria, la capacità di risolvere problemi, il grado di attenzione, la capacità di contare e di dialogare, la Tac cerebrale per identificare ogni possibile segno di anormalità.

Una diagnosi certa può essere fatta solo port-morte tramite l’identificazione delle placche amiloidi nel tessuto cerebrale, possibile solo con l’autopsia.

Come per altre malattie neurodegenerative, la diagnosi precoce è molto importante sia perché offre la possibilità di trattare alcuni sintomi e sia perché permette al paziente di pianificare il suo futuro prendendo anche decisioni importanti per sé e per i suoi cari.

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