Stellantis: Uil e Uilm, il 18 ottobre un forte segnale dai lavoratori
Un forte segnale per Stellantis perché si attui un piano strategico che mantenga gli impegni assunti, rilanci l’automotive con azioni mirate anche per le aziende della componentistica: è il motivo centrale dello sciopero nazionale indetto da Fiom, Uilm e Fim il 18 ottobre che Uilm e Uil hanno spiegato oggi a Melfi nell’assemblea generale del settore automotive della Uilm di Basilicata.
“Da tempo la Uil e la Uilm esprimono preoccupazioni sul futuro degli stabilimenti italiani di Stellantis tra i quali quello di Melfi, ma – hanno sostenuto i segretari regionali Uil Vincenzo Tortorelli e Uilm Marco Lomio – non siamo riusciti ancora a mettere allo stesso tavolo, insieme, sindacati, azienda e governo. In mancanza di certezze e contestualmente alla proclamazione dello sciopero del 18 ottobre, perciò, continuiamo a insistere per la convocazione di un confronto alla Presidenza del consiglio, per capire quali sono gli impegni dell’azienda e del governo. Su questo la Giunta Regionale deve fare la sua parte con maggiore protagonismo e un salto di qualità nella concertazione con il sindacato. Lo abbiamo detto a Bardi: per affrontare la questione dell’ “Area di crisi complessa dell’indotto automotive di Melfi, Rionero e Potenza” è indispensabile convocare un tavolo sulla crisi complessa a Roma. Non abbiamo mai pensato che lo stabilimento di Melfi si “salva” da solo. Il settore automotive – affermano Tortorelli e Lomio – attraversa una fase segnata principalmente da crisi dei mercati internazionale e nazionale in particolare per l’auto elettrica che va governata nelle sedi istituzionali legittime. Da tempo Uil e Uilm hanno richiesto che la Regione Basilicata e le parti coinvolte partecipino attivamente ai tavoli nazionali , al fine di garantire un’ accurata gestione della transizione e la salvaguardia del lavoro e dei livelli occupazionali. Con la condivisione di un percorso sindacale fatto di protesta ma anche di proposta sul presente e sul futuro del distretto automotive di Melfi, è necessario creare le giuste condizioni affinché la drammaticità legata alla transizione possa diventare una opportunità vera per il nostro territorio.
“C’è un mercato che rallenta e il nostro futuro nell’elettrico non è roseo: dobbiamo dare certezze alle lavoratrici e ai lavoratori. Peraltro – hanno aggiunto – continuiamo a insistere sul fatto che le multinazionali che ricevono aiuti non possano delocalizzare a loro piacimento: i sostegni pubblici devono essere condizionati al rispetto di alcune regole. Uil e Uilm – hanno detto Tortorelli e Lomio- sostiene la necessità di ricalibrare alcune misure specifiche relative al Green Deal in particolare per l’automotive. In Italia, abbiamo bisogno di politiche industriali e di scelte che siano in grado di aiutare i lavoratori e le aziende ad affrontare questa fase. È necessario creare una sinergia tra sviluppo industriale, occupazione e coesione sociale. Di qui la nostra proposta di creare un Fondo nazionale o un programma Sure italiano che sia in grado di aiutare le aziende sugli investimenti e i lavoratori nella transizione”.