MUSICA

David Gilmour al Circo Massimo, tra passato e presente

Tour mondiale debutta a Roma, nuovi brani e hit dei Pink Floyd

L’incontro tra passato e presente.

Tra ciò che è stato e ciò che è. David Gilmour è tornato sul palco dopo otto anni e lo ha fatto portando i brani del suo ultimo album appena uscito (il 6 settembre), Luck and Strange, mescolandoli con quelli della storia leggendaria dei Pink Floyd.

Dopo le due anteprime a Brighton, in Gran Bretagna, il chitarrista britannico ha dato il via da Roma al tour mondiale, con la prima delle sei serate in programma al Circo Massimo (poi 28 e 29 settembre, 1, 2 e 3 ottobre, unici spettacoli nell’Europa continentale), davanti a 15mila persone – altrettante sono attese per ciascuna delle altre serate – rigorosamente sedute nell’arena appositamente costruita per l’occasione.

“Buona sera”, ha salutato in italiano il 78enne artista che ha imbracciato la sua chitarra per quasi tre ore di show (con pausa di mezz’ora annessa), uno spettacolo di luci, laser e fumogeni colorati, dove la musica è stata la regina incontrastata tra assoli di chitarra e un solido impianto strumentale a sostenere il tutto.

Un concerto che strizza l’occhio alla nostalgia, senza farsene però ingabbiare e senza compiacimento verso un passato che pure esiste.

L’apertura è affidata a 5 A.M. tratto da Rattle That Lock, mentre la chiusura è un omaggio alla sua vecchia band con Comfortably Numb. Nel mezzo 60 anni di storia. Sei le canzoni soliste di Gilmour che hanno visto il loro debutto dal vivo: Luck and Strange, Black Cat, The Piper’s Call, Dark and Velvet Nights, Scattered e la sua cover di Between Two Points dei Montgolfier Brothers, che canta insieme alla figlia 22enne Romany (“Ho dimenticato qualcuno?”, scherza quando la presenta insieme al resto della band).

Poi pesca a piene mani dal repertorio dei Pink Floyd, dall’immancabile Wish you were here a Sorrow, passando per Fat Old Sun e Marooned che non entrava in scaletta dal 2004. Ma altri brani mancavano da tempo, come Breathe (In The Air) (da The Dark Side Of The Moon e A Great Day For Freedom (contenuto in The Division Bell come Marooned). Tra i brani iconici dei Pink Floyd fa capolino anche Time. Dietro di lui, uno schermo circolare rimanda immagini e luci.

Su High Hopes i palloni che compaiono nel visual si materializzano come una magia sulle teste del pubblico. Gilmour ringrazia più volte il pubblico durante la serata (“Thank you, Thank you indeed”) e anche la città che lo ospita (“Che bella serata qui a Roma”), tra gli applausi dei presenti, tra i quali anche Sabrina Ferilli e il musicista Phil Palmer. Sul bis, la compostezza dei posti a sedere apre la strada alla corsa sotto palco dei 15mila.

Dopo Roma, Gilmour suonerà a Londra e Los Angeles, con la band composta da Guy Pratt al basso, Greg Phillinganes e Rob Gentry alle tastiere, Adam Betts alla batteria, Ben Worsley alla chitarra e Louise Marshall insieme a Hattie e Charley Webb alle voci.

ANSA

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