CRONACA

Autismo, il cantante MagoS e la mamma: “Diversi ma uguali”

Il messaggio di inclusione del ragazzo diventa virale sul web

“Gli autistici sono in primis persone, che provano emozioni, desiderano vivere e avere amici.

Fanno fatica a trovare un loro posto nel mondo non per l’autismo, ma per la considerazione che gli altri hanno dell’autismo stesso”: è il messaggio di Luisa Sordillo, mamma di Simone Maghernino, ragazzo autistico di San Severo (Foggia), che con lo pseudonimo MagoS ha inciso tre canzoni e si prepara a pubblicare un album.

Luisa e Simone hanno postato sui social un video girato insieme in cui ironizzano sul fatto di essere diversi ma sostanzialmente uguali, divenuto in poco tempo virale sul web.

“Gli autistici sono erroneamente catalogati secondo clichè, mentre ogni autistico è a sé, con la sua personalità, il suo vissuto, le sue abilità, le sue comorbilità. Fino a quando verranno considerate ‘persone speciali’ ci sarà discriminazione”, spiega Luisa.

“Sono neuro diversi ma spesso le loro caratteristiche divergono moltissimo dagli schemi, nel modo di parlare, nell’atteggiamento e nella manifestazione delle emozioni e appaiono bizzarri”, aggiunge.

Simone e la mamma hanno intrapreso insieme un percorso per favorire l’inclusione sociale e soprattutto per promuovere il rispetto delle persone autistiche. “La strada è ancora lunga, lo si legge da alcuni commenti al veleno. Ma non siamo più soli.

L’unione rende sempre più forti e permette di raggiungere obiettivi più grandi e sperare in un cambiamento che non vuol dire accettazione della diversità, ma accoglienza e integrazione”, dice ancora Luisa Sordillo.

Dopo ‘Ali in tasca’, ‘Paronomasia’ e ‘Con gli occhi dell’amore’, uscirà la quarta canzone di Simone, che anticipa il lancio del suo primo album. MagoS ha scelto di cantare e di provare ad abbattere muri e pregiudizi anche nel mondo dello spettacolo nel quale ha già ricevuto il plauso e il sostegno di diversi artisti, da Nek a Fausto Leali.

“E’ un percorso complesso – osserva la mamma di Simone – perché si richiede al pubblico di non fare paragoni, di non etichettare, di non giudicare secondo i comuni parametri, ma di accogliere linguaggi diversi, codici differenti, caratteristiche nuove.

Senza pietismi, ma con ammirazione nei confronti di chi, pur partendo di molto arretrato nella corsa della vita, non si siede piangendo, ma continua a gareggiare con determinazione e impegno, seppur con un proprio e meno consueto modo di correre, ma con la stessa voglia – conclude – di tagliare il traguardo”.

ANSA

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