POLITICA

Basilicata Pd e Bd:Liste d’attesa, non si gioca con la pelle dei cittadini

Lacorazza, Cifarelli e Marrese: "Crescono i tempi per avere una prestazione sanitaria e crescono i lucani che vanno fuori a curarsi, ci si fermi con questa comunicazione esagerata e farlocca"

“Rischia di rasentare la vergogna la modalità di gestione comunicativa rispetto alla sanità lucana.

Oltre ad alcune questioni già segnalate aggiungiamo quella sulle liste di attesa, annunci che seguono delibere già approvate dalla Giunta regionale sei anni fa”. Lo dichiarano i consiglieri regionali Lacorazza e Cifarelli (Pd) e Marrese (Bd).

“La delibera di Giunta regionale n. 577 del 26 settembre 2024 – aggiungono i Consiglieri – istituisce la ‘Unità centrale di gestione dell’assistenza sanitaria e dei tempi e delle liste di attesa’.

Un atto accompagnato da grande enfasi e che se dovesse essere motivato sul piano politico, con l’applicazione della Legge n. 107 del 29 luglio 2024 di conversione del D.L. 73/2024, svelerebbe anche quanta propaganda c’è sulle liste di attesa da parte della Presidente Meloni e del Ministro Schillaci.

Questa ‘Unità centrale’ è una sorta di Osservatorio che, su nostra proposta, è stato già istituito, e che Bardi e gli assessori delegati non hanno fatto funzionare, con l’art. 4 della L.R. 11/2018.

A seguito dell’approvazione della legge non solo il Consiglio regionale ha fatto propri, su nostra proposta, gli indirizzi del d.lgs n.124/98 ma la stessa Giunta regionale, con delibera n.1178 del 18 novembre 2018, ha reso operativo l’Osservatorio. Nel 2023, con delibera di giunta n.329, su proposta dell’assessore Fanelli si istituisce un ‘Sistema di Rendicontazione, Monitoraggio e Controllo’ “.

“E siamo a due. E con l’assessore Latronico siamo a tre. E nel frattempo – concludono Lacorazza, Cifarelli e Marrese – crescono i tempi per avere una prestazione sanitaria e crescono i lucani che vanno fuori a curarsi.

Davvero ci si fermi con questa comunicazione esagerata e farlocca perché giocare con le pelle dei cittadini rischia di rasentare la vergogna”.

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