CULTURA E EVENTI

Mostra diffusa MONUMENTA Arte in Cantiere Fino al 3 febbraio 2025 Bari | Canosa di Puglia (BT) | Galatone (LE) | Sant’Agata di Puglia (FG)

Le monumentali sculture di sei grandi artisti del Novecento vanno a dialogare e a valorizzare alcuni cantieri di restauro di monumenti pugliesi del Segretariato regionale del Ministero della Cultura per la Puglia.

Questo è il tema della Mostra diffusa dall’evocativo titolo Monumenta. Arte in cantiere, fortemente voluta dal Segretariato regionale del MiC per la Puglia, diretto dall’architetto Maria Piccarreta, con il sostegno di Confindustria Bari-Bat e il contributo della Camera di Commercio di Bari, oltre alla sponsorizzazione tecnica di ANCE Bari-Bat, ANCE Foggia e ANCE Lecce.

L’esposizione, che si avvale della direzione artistica di Roberto Begnini e della curatela di Roberta Semeraro è organizzata dall’Associazione culturale RO.SA.M.

Dopo Benvenuta Monumenta, l’esposizione di sei sculture monumentali provenienti da importanti collezioni private e pubbliche italiane presso la Cittadella della Cultura di Bari (dal 22 luglio al 13 settembre 2024), prende il via la mostra diffusa che ne prevede il loro spostamento: Jannis Kounellis con l’opera Senza titolo (2010) resta permanente a valorizzare i cantieri di restauro alla Cittadella della Cultura di Bari; Luciano Minguzzi con Sei personaggi n. 2 (1959) dialoga a Bari con i cantieri della Cattedrale di San Sabino e della Chiesa di San Giacomo; Giò Pomodoro con la scultura Colloquio col figlio (1974) affianca il cantiere del Teatro Margherita; Venanzo Crocetti con il simbolico Giovane cavaliere della Pace (1987) in relazione con il cantiere di restauro della Cattedrale di San Sabino a Canosa di Puglia; Costantino Nivola con la scultura Donna (1995) con il cantiere di restauro del Santuario del Ss. Crocifisso della Pietà di Galatone; infine Mauro Staccioli con la sua Senza titolo (Ellisse verticale) (2013) dialoga con il cantiere di restauro del Castello Imperiale di Sant’Agata di Puglia.

Il Segretariato regionale del MiC per la Puglia costituisce inoltre il centro nevralgico del progetto.

La sede, come è noto, si trova in posizione strategica in Bari Vecchia, la parte della città più visitata dai turisti.

In due sale prospicienti la Strada Boccapianola è allestita un’esposizione illustrativa dell’intero progetto che prevede la proiezione di un documentario che entra nel dettaglio di ogni installazione e dell’intorno che la accoglie, oltre al focus su ogni artista, per fornire così al visitatore un quadro complessivo della mostra diffusa e incentivarlo a spingersi a visitarne ogni sede.

Guardare al cantiere come un’opportunità di rigenerazione urbana è necessario più che mai in un momento storico, dove preservare l’identità culturale dei luoghi è diventata un’urgenza.

Il Segretariato regionale del MiC per la Puglia è Stazione Appaltante di circa 180 interventi disseminati su tutto il territorio pugliese, per un ammontare complessivo di oltre 100 milioni di euro tra finanziamenti nazionali ed europei.

Un complesso lavoro che va dalla programmazione dei fondi alla progettazione degli interventi, dalla predisposizione degli atti di gara alla esecuzione dei lavori.

Monumenta. Arte in cantiere nasce dalla volontà di coinvolgere i grandi Maestri della scultura del Novecento per porre l’attenzione sia sulla molto articolata e capillare attività di restauro e valorizzazione del ricchissimo patrimonio culturale della Puglia, sia sull’eccezionalità di ciascun restauro, che restituisce i monumenti alla comunità e garantisce il loro godimento alle generazioni che verranno.

Così Monumenti pugliesi e Maestri scultori, attraverso due linguaggi artistici differenti, si uniscono in un comune obiettivo e si intrecciano in una dimensione olistica della città come spazio condiviso e creativo.

I monumenti architettonici, la loro conservazione attraverso il restauro e le sculture monumentali urbane che dialogano per dare forma e consapevolezza dell’identità e del valore culturale dei luoghi.

E nel dettaglio:
L’attuale patrimonio, oggi denominato “Cittadella della Cultura”, costituiva la Cittadella Annonaria di Bari, polo industriale del 1920-30, a nord-ovest della città.

L’intervento in programmazione è parte integrante di un sistema di lavori che intendono incrementare qualità e quantità dei servizi offerti alla cittadinanza dalla Cittadella della Cultura.

Quest’ultima ospita oggi la Biblioteca Nazionale e l’Archivio di Stato di Bari (rispettivamente l’ex Frigorifero e l’ex Macello), che necessitano di interventi sugli apparati impiantistici e per risolvere localizzate problematiche edili.

Pochi luoghi potevano risultare più congeniali di questo per accogliere la scultura di Jannis Kounellis, realizzata per la mostra che l’artista allestì al Teatro Margherita nel 2010, e donata successivamente alla città di Bari. Il carbone è associato alla rivoluzione industriale e alla storia personale dell’artista, figlio di un ingegnere navale.

La presenza del carbone in un parallelepipedo regolare vuole sottolineare la contraddizione tra le geometrie composte del contenitore, e la naturalità sporca e scomposta del contenuto.

La Chiesa di San Giacomo di Bari rappresenta uno dei rari esempi rimasti nella città in cui il Romanico si coniuga sapientemente con il Barocco.

Dal 2019 è gestita come sede ausiliare dell’adiacente Cattedrale di San Sabino che s’innalza sul succorpo della più antica basilica di età tardo antica (V-VI sec.).

L’intervento previsto per la chiesa di San Giacomo riguarda la messa in sicurezza e il restauro del prospetto laterale destro, il restauro delle strutture, dell’apparato decorativo interno e del pavimento in maioliche policrome, interessate da umidità di risalita.

Mentre i lavori sulla Cattedrale di San Sabino sono il prosieguo del precedente intervento concluso nel 2022, che ha previsto una campagna di indagini strutturali e la verifica di vulnerabilità sismica.

All’interno della torre campanaria è stato montato un apprestamento stabile di sicurezza che consente l’accesso alle parti alte senza percorrere la scala in cemento armato realizzata negli anni ’40-50, che presenta gravi fenomeni di degrado.

I lavori proseguiranno con il restauro dei paramenti lapidei interni al campanile, la demolizione della suddetta scala e la realizzazione di una nuova in legno.

Questa scultura, tra le poche opere astratte di Luciano Minguzzi, nasce dall’esigenza di uno spazio di “libertà assoluta” da parte dell’artista, che in quegli anni stava lavorando alla realizzazione della porta del Duomo di Milano.

Nelle figure stilizzate è restituito il dramma della vita, che calandosi nella forma ne rimane quasi sempre prigioniera.

Con il linguaggio narrativo di questo grande artista che ha lavorato per le chiese più importanti del mondo, non solo si vuole rievocare la tradizione monastica del monumento, ma anche riprendere il motivo delle sei arcate, che si ripete sul fianco della Cattedrale.

La rinascita del Teatro Margherita di Bari, emblematico edificio liberty, è iniziata nel 2011, quando fu presentato un progetto di riconversione museale dei suoi spazi e approvato un protocollo d’intesa tra istituzioni per la costituzione del Polo delle arti contemporanee.

L’intervento prevede il completamento dei lavori che renderanno gli spazi più versatili e adattabili a differenti attività culturali.

In particolare è prevista l’ultimazione delle finiture interne, la rifunzionalizzazione di servizi, impianti e delle vie di fuga esterne, oltre alla realizzazione degli impianti scenotecnici e di un caffè letterario.

Colloquio col figlio si fa metafora del rapporto osmotico tra Bari e questo edificio, che si è andato trasformando nel tempo adattandosi alle esigenze della città.

La fascinazione delle geometrie che riportano a figure archetipe, ritorna nelle due forme antropologiche dei parallelepipedi di bronzo che si fronteggiano dialogando tra loro nella tensione delle superfici. Questa perfetta sintesi di volumi, nella sua metamorfosi spaziale, è un invito a osservare l’architettura da tutte le sue angolazioni.

Progettato con il contributo di Giuseppe Zimbalo, il Santuario del Ss. Crocifisso della Pietà a Galatone rappresenta uno dei più noti esempi di architettura religiosa barocca salentina.

L’apparato decorativo interno, estremamente ricco, comprende decorazioni, elementi scultorei, altari policromi e affreschi, tra cui Il trionfo di Sant’Elena dei fratelli Prayer del 1944, che decora la cupola sopra il transetto.

L’intervento in programmazione prevede il completamento dei lavori di restauro sulle superfici decorate interne, in esecuzione in fasi successive da oltre venti anni. In particolare sarà eseguito il restauro delle superfici decorate costituenti la porzione absidale in cui campeggia l’altare maggiore.

Oltre che per la forma archetipa, chiaro riferimento alla dea madre nuragica, la scultura realizzata da Costantino Nivola nel nobile marmo di Carrara dialoga qui con il Santuario per l’appartenenza sia dello scultore sia di Sant’Elena alla medesima terra d’origine.

La leggenda vuole che Elena Augusta, madre dell’imperatore Costantino, fosse nata in Sardegna dove nel XVII sec. si annoveravano 260 chiese intitolate alla Santa.

L’ampio mantello che definisce la forma femminile, dandole maestosità, rimanda alle rappresentazioni più arcaiche della Vergine che nel suo abbraccio accoglieva sotto le ali protettive i Padri della Chiesa.

La Cattedrale di S. Sabino di Canosa di Puglia è un raro esempio basilicale per complessità e articolazione che continua ancora oggi ad alimentare un dibattito in ambito archeologico e artistico. L’intento di rendere possibile un’attività di prevenzione, con riguardo particolare al rischio sismico, è alla base del concetto di miglioramento strutturale.

A tal fine l’attività progettuale prende avvio dalla valutazione degli aspetti strutturali e dalla conseguente verifica sismica, intesa come processo costruttivo e di conoscenza dell’antica fabbrica dove la storia e la materia si condizionano a vicenda.

L’originale bronzo fu realizzato verso la fine della carriera dell’artista per essere inviato in giro per il mondo come ambasciatore di pace. Giunge ora a Canosa per rendere omaggio a S. Sabino, il primo Santo pugliese della storia.

La scultura, nella sua eleganza formale, si pone in dialogo con il ruolo diplomatico e di difesa della Chiesa ricoperto dal Santo.

Il giovane cavaliere senza armi con una semplice corona di alloro, simbolo di saggezza, rinnova il suo messaggio di speranza in un mondo ancora afflitto da tante incomprensibili guerre.

Il Castello Imperiale di Sant’Agata di Puglia fu costruito nel luogo in cui sorgeva un tempio romano, in seguito divenne avamposto longobardo. Per la sua posizione privilegiata da dove è possibile ammirare tutta la valle del Calaggio, i confini dell’Irpinia, della Lucania e della Daunia, fu una delle residenze preferite di Federico II di Svevia.

L’intervento prevede l’analisi di vulnerabilità sismica allo scopo di definirne la resistenza in caso di sisma e di mettere in luce eventuali criticità, a cui il progetto dovrà porre rimedio per mezzo di un intervento di consolidamento.

La scultura di Staccioli funge da finestra di acciaio sul panorama mozzafiato che caratterizza il sito. La prima volta che l’artista ha segnato un luogo con questa forma, è stata in occasione della mostra tenutasi a Volterra nel 2009.

L’ellisse inclinata lateralmente, quasi sottolinea l’assoluta instabilità e precarietà sulla terra di tutto quello che può rotolare da un momento all’altro. Da una parte esalta quel senso di vertigine che si prova quando si è in cima al mondo, e dall’altra rivela la caduca natura delle cose.

L’auspicio di questo originale progetto è anche di sviluppare un atteggiamento più tollerante nei confronti dei disagi che i cantieri normalmente comportano nei centri urbani, grazie alla consapevolezza che il Restauro costituisce una grande opportunità di crescita culturale ed economica indistintamente in tutte le realtà, anche in quelle città meno conosciute e fuori dai classici itinerari turistici.

Pulsante per tornare all'inizio