POLITICA

Operazione “Mare nostro” a Scanzano Jonico, Pinto (Primavera Lucana) contesta intervento Chiorazzo (Basilicata Casa Comune)

“La politica affianchi i magistrati contro le mafie”… “Gratitudine al Procuratore Curcio e alle Forze dell’Ordine a Difesa della Legalità”.

Sono dichiarazioni di Angelo Chiorazzo, Vice Presidente del Consiglio Regionale il quale, forse, folgorato dall’elezione a Consigliere Regionale, è diventato collaboratore di giustizia, inteso come convinto assertore della cultura della legalità; risultato assente però alla presentazione del libro del Procuratore Gratteri, “Il Grifone”, che spiega i sistemi sofisticati informatici che utilizza oggi la mafia nelle sue attività criminali ed altresì assente anche all’incontro pubblico svoltosi lo stesso giorno, sempre a Potenza, per la presentazione del libro “La Scelta” di Sigfrido Ranucci, di Report, a difesa della libertà di informazione. Perciò la sua sortita di collaboratore di giustizia desta qualche perplessità.

Tuttavia, il suo invito alla politica, a collaborare con i magistrati contro le mafie ben venga, anche perché nella sua esternazione parla di esigenza di rafforzamento degli strumenti per la promozione e diffusione della cultura della legalità.

Argomento di ns. particolare interesse, sul quale il suo alleato PD tace completamente. Infatti, i suoi rappresentanti lucani di spicco Gianni Lettieri Segretario Regionale, Speranza, Cifarelli, Muscaridola, Santarsiero, Bubbico, De Filippo, Folino, persuasi supporters della sua candidatura a Presidente, ritengono probabilmente che nel metapontino vada tutto bene.

Neppure si è levata una loro voce sulla grossa inchiesta della DDA per disastro ambientale all’ITREC di Rotondella, sulla quale anche Chiorazzo tace.

Chissà se il Vice Presidente del Consiglio Regionale, nel corso delle sue lunghe frequentazioni con il suo maestro Andreotti gli abbia rivolto lo stesso invito a collaborare con l’antimafia.

Chiorazzo è certamente a conoscenza delle recenti clamorose dichiarazioni di Rita Dalla Chiesa a proposito dell’assassinio del padre, il Generale Dalla Chiesa.

La quale, oltre a chiudersi in un mutismo eloquente quando -nella trasmissione Tango- le hanno fatto il nome di Andreotti per l’attentato al padre, ha aggiunto di sapere che quando il genitore fu mandato a Palermo per combattere la mafia, gli fu detto: “Stia attento a non mettersi contro la mia corrente perché chi lo ha fatto è sempre tornato praticamente in una bara”.

Inoltre, se ritiene essere necessario rafforzare gli strumenti per la promozione e diffusione della cultura della legalità, tenuto conto dei rapporti contrattuali tra la Regione e la cooperativa Auxilium, fondata dal medesimo, si ha ragione di ritenere che sia disponibile a fugare ogni dubbio sul suo conflitto di interessi, prima come candidato a Presidente della Regione, ora come Consigliere Regionale.
Verificheremo.

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