POLITICA

Operazione “Mare nostro”, sindaco di Scanzano Jonico Cariello replica al vice presidente del Consiglio regionale Chiorazzo

Il Sindaco di Scanzano Jonico, Pasquale Cariello in una nota replica al Vice Presidente del Consiglio Regionale della Basilicata Angelo Chiorazzo in  merito alla vicenda che riguarda l’inchiesta “Mare nostro” in cui risulta indagato. Di seguito la nota integrale.

Mi spiace dover polemizzare con il Vice Presidente del Consiglio Regionale della Basilicata Angelo Chiorazzo, verso il quale nutro profonda stima, in merito alla nota diffusa a mezzo stampa.

Condivido con il Consigliere Chiorazzo la necessità di contrastare la criminalità in modo ferreo e risoluto e, del resto, la mia posizione, a tal proposito, è stata da sempre inequivocabile: le attività di interdizione e contrasto ad ogni attività illecita debbonoavere come interlocutori privilegiati, oltre alle forze dell’ordine,anche gli amministratori pubblici alle spalle dei quali possono nascondersi comportamenti ignavi.

In merito all’invito a rassegnare le dimissioni dall’incarico di Sindaco della mia comunità a seguito dell’avviso di garanzia notificatomi dall’autorità giudiziaria, mi preme rassicurare il Consigliere Chiorazzo di non essermi mai – e sottolineo mai – inchinato dinnanzi a chicchessia, e tanto meno alla malavita. Il ruolo che ricopro mi impone rigore e dignità verso chiunque.

In merito alla processione del 15 agosto, oggetto delle cronache giudiziarie, posso assicurare che il parroco, che ha organizzato e condotto la processione, ha svolto la funzione cosi come è sempre stata condotta negli anni addietro, e non risulta essersi verificata alcuna sosta in corrispondenza di lidi inesistenti e (asseritamente) appartenenti a malavitosi. Allo stesso modo, non ho mai percepito comportamenti equivoci che potessero far pensare che i partecipanti stessero inneggiando – sia pur velatamente – a gruppi malavitosi.

Per quel che mi risulta, nei comuni della Basilicata la pratica del c.d. “Inchino” non ha mai avuto cittadinanza, trattandosi di una gestualità e di una postura del corpo appartenente ad altre regioni, come – immagino – ben potrebbe confermare il dott. Borrometi, profondo conoscitore dei fenomeni malavitosi e gradito ospite del convegno che vedeva come partecipante il Consigliere Chiorazzo.

Certo – come conferma il famoso adagio –, “c’è sempre una prima volta”. Ma proprio questa preoccupazione deve imporre a tutti una condotta “pubblica” integerrima. Così ho sempre interpretato, infatti, la mia vita pubblica, sia nella mia veste di ex consigliere regionale che di Sindaco.

Voglio ricordare che il mio ossequio alle disposizioni delle autorità hanno condotto allo scioglimento del Consiglio Comunale poco meno di un anno fa per il venir meno della maggioranzanell’assise comunale. Infatti, in quella occasione, ho dato seguito alle richieste del Prefetto di far decadere un consigliere di maggioranza (per una controversia pendente con il Comune che amministro).

Il risultato è stato che l’opposizione si espresse e votò contro la richiesta del Prefetto, che alcuni consiglieri di maggioranza si associarono alla minoranza e che, in ultima istanza, la richiesta del Prefetto fu bocciata. Producendo, come inevitabile conseguenza, l’implosione della maggioranza e lo scioglimento del consiglio comunale.

Faccio questa digressione riguardante la vita politica cittadina degli ultimi mesi – circostanza che, forse, Consigliere Chiorazzo, Le è ignota – per evidenziare il mio rispetto delle istituzioni e delle autorità sovraordinate e, cosa più importante dal punto di vista squisitamente politico, per segnalare che, di fronte ad una richiesta della Prefettura, ho dato seguito a tale direttiva, mettendo in discussione e a repentaglio la carica di Sindaco (la “poltrona”, come si direbbe oggi). Ciò che puntualmente si è verificato.

Ricordo inoltre al Consigliere Chiorazzo che sono stato eletto qualche mese fa con una maggioranza schiacciante contro una lista che vedeva candidati anche rappresentanti del Suo movimento politico.

Tutto ciò mi porta a delle conclusioni e, soprattutto, a delle proposte.

La lotta alla criminalità si fonda anche su piccoli passi.

Come Lei sa, il Comune di Scanzano Jonico aspetta, da tanto tempo, l’apertura della Caserma dei Carabinieri.

Le mie sollecitazioni, in questo senso, per accelerare tale percorso non hanno sortito effetti.

Sarebbe opportuno un Suo personale intervento e interessamento presso le autorità predisposte. Forse l’apertura della Caserma dei Carabinieri, che di per sé non potrà sostituire l’impegno di tutti contro la criminalità, potrà rappresentare un piccolo segnale verso il processo di normalizzazione che la comunità di Scanzano Jonico – fiaccata dagli accadimenti degli ultimi anni ma, ciononostante, integra, laboriosa ed onesta – attende da tempo.

E, aggiungo, rappresenterebbe un segnale chiaro dinnanzi ad intenti predatori.

Nel manifestare ancora una volta grande fiducia nell’operato della magistratura, ribadisco che, non appena verrò in possesso degli atti processuali, avrò cura di verificarli e di adottare tutte le contromisure messe a disposizione dalla legge per tutelare l’onorabilità mia e della Comunità da me amministrata.

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