POLITICA

Cifarelli: “Permane situazione di deficit della nostra sanità”

Audizioni in Commissione bilancio e programmazione del Consiglio regionale, il Presidente della II CCP Roberto Cifarelli: “In evidenza per il 2023 una complessiva perdita di esercizio in tutte le aziende sanitarie escluso il Crob”

“Le audizioni tenute ieri in Commissione bilancio e programmazione del Consiglio regionale mettono in evidenza per il 2023 una complessiva perdita di esercizio in tutte le aziende sanitarie escluso il CROB”.

Lo dichiara il Presidente Roberto Cifarelli che aggiunge: “Se non ci fosse stata la DGR 353/24 terza variazione di bilancio di previsione 24/26 la con la quale la Regione ha individuato risorse pari a 50.000.000,00 per trasferimenti alle aziende del SSR a supporto della rete di assistenza sanitaria regionale ci saremmo trovati con una sanità commissariata”.

“Le somme utilizzate per mettere una toppa all’enorme buco nella sanità – prosegue Cifarelli – sono rivenienti dall’accordo per i progetti di sviluppo sottoscritto da Eni spa, Shell Italia E&P spa e Regione Basilicata avente ad oggetto: ‘approvazione cofinanziamento progetto di sviluppo per nuovo modello organizzativo della rete di assistenza sanitaria regionale in un’ottica One Health’ del quale non si conoscono gli aspetti pratici”.

“Quello che possiamo rilevare – continua il Presidente della II CCP – è che nonostante grossi segnali di discontinuità positiva con le recenti gestioni, soprattutto in capo all’ASM di Matera, permane una situazione di deficit generale della nostra sanità proveniente soprattutto dalla spesa farmaceutica e dalla mobilità passiva. Dell’Azienda ospedaliera regionale San Carlo sarà audito giovedì prossimo il dg Spera; ad ogni modo dalla lettura del bilancio di esercizio 2023 chiude con una perdita di 6.179.885,00”.

“In totale – conclude il presidente Roberto Cifarelli – la somma delle perdite delle tre aziende sanitaria si attesta intorno a 46/ 47 milioni che sommata ai 50 milioni ripianati con i proventi del petrolio saremmo a quasi 100 milioni di perdita.

È evidente che i fondi derivanti dal petrolio non sono infiniti, e pertanto senza un attento controllo della spesa ed il contenimento della mobilità passiva, è alta la preoccupazione riguardo alla chiusura dei conti del 2024”.

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