Presidente Mattarella firma la manovra, alla Camera i 144 articoli: dal taglio del cuneo alle pensioni
Le pensioni minime saliranno di 3 euro nel 2025. Stretta sulle detrazioni per i redditi sopra i 75 mila euro, bonus nascite da 1.00 euro
Il testo della manovra di bilancio 2025, firmata da Mattarella, è stato depositato alla Camera.
Contiene 144 articoli, che comprendono le misure fiscali, come il taglio del cuneo e il riordino delle detrazioni, le norme sulle pensioni e quelle sulla revisione della spesa.
Il testo integrale della manovra (pdf)
BONUS NASCITE CON ISEE ENTRO I 40 MILA EURO – con la manovra arriva per ogni figlio nato o adottato dal primo gennaio 2025 un “bonus nuove nascite” una tantum da 1.000 euro. La condizione è che il nucleo familiare abbia un Isee inferiore a 40.000 euro annui.
BONUS MAMMA ESTESO ALLE LAVORATRICI AUTONOME – Bonus mamme, anche con due figli, esteso alle lavoratrici autonome ma con un tetto di reddito fino a 40mila euro. Lo prevede la legge di bilancio depositata alla Camera. Le lavoratrici, che non abbiano optato per un regime forfetario, potranno usufruire, se hanno due figli, di una decontribuzione fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo e, nel caso delle mamme con tre figli fino al compimento dei 18 anni del figlio più piccolo. L’esonero, nel limite di spesa di 300 milioni di euro annui, spetta solo se la retribuzione non supera i 40mila euro annui.
BONUS NIDO ESTESO A TUTTI E RESO STRUTTURALE CON ISEE FINO A 40MILA EURO – Esteso a tutti (e non solo più a quanti hanno un altro figlio di età inferiore a 10 anni) e reso strutturale il bonus nido previsto a decorrere dal 1° gennaio 2024, per i nuclei familiari con un Isee fino a 40mila euro. A sostegno della misura vengono stanziati 97 milioni di euro per il 2025, 131 milioni di euro per l’anno 2026, 194 milioni di euro per il 2027, 197 milioni di euro per il 2028 e 200 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2029. E’ quanto prevede la legge di bilancio approdata alla Camera. Confermata anche l’esclusione dell’assegno unico del computo dell’Isee per la richiesta dell’agevolazione.
LE PENSIONI MIMIME CRESCONO DI 3 EURO NEL 2025 – Per le pensioni di importo pari o inferiore al trattamento minimo nel 2025 ci sarà un incremento del 2,2% e dell’1,3% nel 2026. Quest’ano scadeva l’aumento del 2,7% previsto con la legge di Bilancio per il 2024. Le pensioni arriveranno a 617,9 euro dai 614,77 attuali perché la base di calcolo è quella precedente all’aumento del 2,7% dato l’anno scorso maggiorata con il recupero dell’inflazione pari all’1%.
SPESE SANITARIE FUORI DALLE DETRAZIONI – Le spese sanitarie e quelle relative ai mutui per la casa sono escluse dal tetto della revisione delle detrazioni prevista dalla manovra. “Sono escluse dal computo dell’ammontare complessivo degli oneri e delle spese – si legge – le spese sanitarie detraibili” così come “sono esclusi” gli oneri “sostenuti in dipendenza di prestiti o mutui contratti fino al 31 dicembre 2024”. Inoltre “a fini del presente articolo il reddito complessivo è assunto al netto del reddito dell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale”.
50 MILIONI ANNUI PER L’AGGIORNAMENTO DEI LEA -Per consentire l’aggiornamento dei Livelli essenziali di assistenza (Lea), ivi compresa la revisione delle tariffe massime nazionali delle relative prestazioni assistenziali, “è vincolata una quota pari a 50 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2025”.
ALLA SANITA’ 1,3 MILIARDI PER IL 2025 – Il livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard “è incrementato di 1.302 milioni di euro per l’anno 2025, 5.078 milioni di euro per l’anno 2026, 5.780 milioni di euro per l’anno 2027, 6.663 milioni di euro per l’anno 2028, 7.725 milioni per l’anno 2029 e 8.898 milioni annui a decorrere dall’anno 2030”. E’ quanto emerge dal testo della manovra depositato dalla Camera. Una quota delle risorse incrementali “pari a 883 milioni di euro per l’anno 2028, 1.945 milioni di euro per l’anno 2029 e 3.117 milioni annui a decorrere dal 2030 – si precisa – è accantonata in vista dei rinnovi contrattuali 2028-2030”.
STRETTA SULLE DETRAZIONI PER I REDDITI OLTRE 75 MILA EURO – Stretta sulle detrazioni per chi ha un reddito oltre i 75mila euro ma con vantaggi che crescono in base al numero dei figli. In base al testo della manovra – infatti – chi ha un reddito tra i 75mila e i 100mila euro potrà portare in detrazione fino a un massimo di 14mila euro, 8mila oltre i 100mila. In assenza di figli la cifra è dimezzata (moltiplicata per il coefficiente di 0.5) per quanti hanno un solo figlio ridotta moltiplicando per un coefficiente di 0.85, resta pari se si hanno più di tre figli o figli con disabilità. Un contribuente oltre i 100mila senza figli potrà detrarre a conti fatti 4mila euro.
LE PENSIONI DEI RESIDENTI ALL’ESTERO NON RECUPERANO L’INFLAZIONE – Nel 2025 non ci sarà il recupero dell’inflazione per le pensioni dei residenti all’estero a meno che non siano assegni fino al trattamento minimo. Lo si legge nella manovra. “In via eccezionale, per l’anno 2025, si legge, la rivalutazione automatica dei trattamenti pensionistici non è riconosciuta ai pensionati residenti all’estero, per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori al trattamento minimo Inps con riferimento all’importo complessivo dei trattamenti medesimi”.
PER LE SCUOLE FONDO DA 122 MILIONI DI EURO – Nello stato di previsione del Ministero dell’istruzione e del merito è istituito un fondo per la valorizzazione del sistema scolastico con una dotazione di 122 milioni di euro per l’anno 2025, 189 milioni di euro per l’anno 2026 e 75 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2027. Lo si legge nella manovra di Bilancio.
CARTA DOCENTE ANCHE PER I SUPPLENTI ANNUALI – La manovra prevede la Carta del docente in via strutturale anche agli insegnanti con contratto di supplenza annuale ma se quest’anno il valore rimane di 500 euro, non è detto che lo sia anche nei prossimi anni.
‘TESORETTO’ PER I PARLAMENTARI DA 120 MILIONI – Il fondo per le iniziative parlamentari, il cosiddetto ‘tesoretto’, è finanziato con 120 milioni nel 2025 che salgono a 200 milioni “a decorrere dal 2026”. Lo prevede il testo della manovra che incrementa lo stanziamento del fondo per far fronte ad esigenze indifferibili che si manifestano nel corso della gestione.
RINVIO DELLE DEDUZIONI PER LE BANCHE – Per le banche arriva il rinvio delle deduzioni delle quote delle svalutazioni e perdite dei crediti e dell’avviamento correlate alle Dta. Lo prevede la legge di bilancio. La deduzione della quota dell’11% dei componenti negativi ai fini Ires e dell’Irap del 2025, è differita “in quote costanti, al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2026 e ai tre successivi”. Quella del 4,7% per il periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2026, “è differita, in quote costanti, al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2027 e ai due successivi”. Quelle del 13% e del 10% per i periodi d’imposta 2025 e 2026 sono differite “in quote costanti, rispettivamente” al 2026 e ai tre anni successivi e al 2027 e ai due anni successivi.
LOTTO E SUPERENALOTTO – Dal 2025 nella giornata di venerdì ci sarà una estrazione settimanale aggiuntiva dei giochi del Lotto e del Superenalotto.
RAPPRESENTANTE DEL MEF NEGLI ENTRI PER IL CONTROLLO DELLA SPESA – La stretta sugli enti che ricevono contributi pubblici arriva non solo sui compensi: “al fine di potenziare le funzioni di controllo e di monitoraggio della finanza pubblica”, un rappresentante del Mef siederà nei collegi di revisione o sindacali. La norma prevista dalla manovra si applica però solo se il contributo a carico dello Stato è “di entità significativa”. Il livello di “significatività” sarà stabilito con Dpcm su proposta del Mef entro la fine di marzo 2025. Nell’attesa è stabilito a 100.000 euro annui.
TETTO AI COMPENSI – I compensi corrisposti agli organi amministrativi di vertice degli enti e degli organismi che rientrano nell’elenco Istat individuati con Dpcm, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, da adottarsi entro giugno 2025, nonché degli enti, organismi e fondazioni che ricevono, “anche in modo indiretto e sotto qualsiasi forma”, contributi a carico della finanza pubblica, “non possono superare il limite dell’importo annuo corrispondente al 50 per cento del trattamento economico complessivo annuo lordo spettante al primo presidente della Corte di cassazione”.
CONTRATTI PUBBLICI, PER IL RINNOVO 10,85 MILIARDI – Per il rinnovo dei contratti pubblici per il 2025-27 la manovra stanzia 10,855 miliardi in tre anni. “Per il triennio 2025-2027 – si legge – gli oneri posti a carico del bilancio statale per la contrattazione collettiva nazionale e per i miglioramenti economici del personale statale in regime di diritto pubblico sono complessivamente determinati in 1.755 milioni di euro per l’anno 2025, 3.550 milioni di euro per l’anno 2026 e 5.550 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2027.
L’IMPOSTA DI BOLLO PER ASSICURAZIONI SULLA VITA SARA’ VERSATA OGNI ANNO – Dal 2025 l’imposta di bollo per i contratti di assicurazione sulla vita sarà versata ogni anno dalle imprese di assicurazione.
CALENDARIO DI ESAME DELLA MANOVRA – L’esame della manovra quest’anno partirà dalla Camera, in base al principio dell’alternanza. Le audizioni davanti alle commissioni Bilancio del Parlamento – secondo quanto viene riferito – dovrebbero iniziare il 28 ottobre mentre il termine degli emendamenti dovrebbe essere fissato fra l’8 e il 10 novembre. Tre i relatori di maggioranza: per Fratelli d’Italia Ylenja Lucaselli, per FI Mauro D’Attis e per la Lega Silvana Comaroli.
STOP AL RINNOVO DEL CONCORDATO – “Tenevo a dirvi, sia da parte mia, che da parte del ministro Giancarlo Giorgetti che siamo ben consapevoli delle difficoltà che state incontrando nel gestire l’operazione del concordato, ma ci diventa impossibile, non per cattiva volontà nostra, aderire alla vostra richiesta di differire questo termine”. Parola del viceministro dell’Economia Maurizio Leo, intervenuto con un videomessaggio, al convegno alla Camera di quattro sindacati dei commercialisti (Anc, Andoc, Fiddoc, Unico), sulla scadenza del 31 ottobre. “Situazioni oggettive legate alla Legge di Bilancio” impediscono al governo di concedere la proroga della scadenza del concordato preventivo biennale, fissata per l’ultimo giorno del mese di ottobre.
ANSA