Pronto l’atlante 3D dei tumori, è la base per nuove terapie
Contiene le mappe 3D della struttura interna di oltre 20 forme di tumore il primo atlante che consente di capire non solo cosa fa ciascuna cellula malata, ma anche dove si trova e come interagisce con le sue vicine.
Il risultato, pubblicato in 12 articoli su diverse riviste del gruppo Nature, apre secondo gli autori delle ricerche, una nuova era nella comprensione dei tumori, permettendo di gettare nuova luce su come si sviluppano, come si diffondono ad altre parti del corpo e come cambia nel tempo la loro organizzazione interna.
Gli studi sono guidati dallo Human Tumor Atlas Network, fondato nel 2018 e al quale partecipano, tra le altre, le Università americane di Washington, Harvard, Princeton e Stanford e quella britannica di Cambridge. Le mappe £D sono la base per individuare nuove terapie e superare il problema della resistenza ai farmaci, che spesso si sviluppa in molti pazienti.
“Queste mappe 3D dei tumori sono importanti perché finalmente ci permettono di vedere ciò che, fino ad ora, eravamo solo in grado di ipotizzare sulla loro struttura e sulla loro complessità”, dice l’oncologa Li Ding dell’Università di Washington, tra i coordinatori delle ricerche.
“Ora possiamo effettivamente vedere i fronti della battaglia tra cellule tumorali e immunitarie, come diverse regioni del tumore differiscono tra loro e come cambia il loro comportamento in risposta alla terapia o quando producono metastasi. Questi studi – aggiunge Ding – hanno il potenziale per trasformare il modo in cui comprendiamo e curiamo il cancro”.
I ricercatori hanno scoperto, tra le altre cose, che i tumori sono molto più attivi dal punto di vista metabolico e bruciano molta più energia nelle loro parti più interne, mentre nelle zone periferiche è più viva l’azione del sistema immunitario.
Un tumore, inoltre, come una città, può avere ‘quartieri’ diversi, che presentano mutazioni genetiche differenti e dunque rispondono ai trattamenti in modi differenti. Ciò suggerisce che potrebbe essere necessario un mix di più terapie per colpire in maniera efficace tutte le diverse parti che compongono un tumore.
Grandi variazioni sono state riscontrate anche nelle profondità alle quali cui riescono a infiltrarsi le cellule immunitarie.
Alcuni campioni prelevati da metastasi, ad esempio, hanno dimostrato che in alcuni casi il cancro è in grado di rompere le deboli barriere erette dal sistema immunitario per invadere altri tessuti sani: questo getta luce sul fenomeno del cosiddetto ‘esaurimento’ delle cellule immunitarie, a causa del quale queste sentinelle del nostro organismo non riescono più a contenere la crescita di un tumore aggressivo.
“Se riuscissimo a vedere le cellule immunitarie ormai esaurite all’interno di un tumore, potremmo provare a riattivarle”, dice ancora Ding.
“Queste mappe tumorali possono inoltre aiutarci a prevedere la resistenza al trattamento.
Prima d’ora, non siamo mai stati in grado di localizzare le cellule immunitarie presenti dentro una massa tumorale, e dunque – conclude la ricercatrice – non abbiamo mai avuto l’opportunità di sfruttarle a nostro vantaggio”.
ANSA