POLITICA

Seduta del Consiglio Regionale Basilicata dedicata alla crisi idrica

Approvata la relazione di Bardi e respinta la richiesta di istituzione della Commissione d’inchiesta. Ricordata da parte dei consiglieri la figura del tenente Giuseppe Di Bello

Seduta del Consiglio regionale con al centro il dibattito sull’emergenza idrica in Basilicata.

L’Assemblea, presieduta da Marcello Pittella (Azione), ha discusso di soluzioni e azioni da intraprendere o già adottate per superare l’attuale fase critica relativa all’approvvigionamento di acqua e alla distribuzione della stessa agli utenti finali.

Approvata dall’Aula la relazione del presidente Vito Bardi sulla crisi idrica con i voti favorevoli dei consiglieri Aliandro (FI), Bardi (Ol), Casino (FI), Fazzari, Galella, Leone (FdI), Morea (Azione), Napoli (FdI), Pittella (Azione), Polese (Ol) e Tataranno (Lega). Contrari Araneo (M5s), Bochicchio (Avs-Psi-LBp), Chiorazzo (Bcc), Cifarelli e Lacorazza (Pd), Marrese (Bd), Verri (M5s) e Vizziello (Bcc).

Respinta invece la richiesta della minoranza di istituire una Commissione d’inchiesta sulla crisi idrica. Favorevoli i consiglieri Araneo (M5s), Chiorazzo (Bcc), Cifarelli e Lacorazza (Pd), Marrese (Bd), Verri (M5s) e Vizziello (Bcc). Contrari Aliandro (FI), Bardi (Ol), Casino (FI), Fazzari, Galella, Leone (FdI), Morea (Azione), Napoli (FdI), Pittella (Azione), Polese (Ol) e Tataranno (Lega). Si è astenuto il consigliere di Avs-Psi-LBp, Antonio Bochicchio.

Il presidente della Giunta regionale Vito Bardi, nel sottolineare la necessità di “un atto di responsabilità collettiva”, si è soffermato sui vari passaggi individuati: “dalla soluzione Basento agli interventi programmati o già in esecuzione finalizzati a evitare che la situazione si ripresenti in futuro”. Al temine della comunicazione si è sviluppato un dibattito nel quale sono intervenuti i consiglieri: Bochicchio, Vizziello, Verri, Galella, Picerno, Fazzari, Araneo, Tataranno, Cifarelli, Polese, Casino, Aliandro, Marrese, Pittella, Leone, Chiorazzo, Morea, Lacorazza e Napoli.

“Quella della crisi idrica è un’emergenza, ma non l’unica emergenza. È un sintomo grave che conferma la diagnosi di una Regione in crisi”. È così che ha esordito il consigliere regionale Bochicchio (Avs- Psi – Lbp), affermando che: “Quando il presidente Bardi parla dei ritardi degli uffici statali, ha ragione.

Ma quel ragionamento va integrato con l’immobilismo della classe politica lucana: centrosinistra, centrodestra e Movimento 5 Stelle, compresi gli ultimi 5 anni. Per questo, invito tutti i gruppi del Consiglio regionale ad abbandonare la tentazione di utilizzare questa crisi come arma di lotta politica.

Sono sempre state le varie emergenze a scrivere le agende dei vari governi regionali. Purtroppo, lo sono anche adesso.

Eppure, si sapeva del rischio, si conosceva la necessità di dover intervenire sulle dighe. L’Istituzione si assuma la responsabilità e l’impegno collegiale di lavorare con serietà nell’interesse dei cittadini lucani, oggi mortificati anche per la crisi idrica”.

“E tutto vero, la crisi idrica viene da lontano come afferma il presidente della Regione Vito Bardi”. È quanto affermato dal consigliere Vizziello (Bcc), che ha precisato: “Tuttavia, ci chiediamo e chiediamo a Bardi e al presidente del Consiglio Pittella se non bastavano 12 anni di Governo e 2 miliardi e 200 milioni di risorse Fsc per togliere il fango sedimentatosi nel bacino della Camastra e per connettere questa diga agli altri invasi lucani e, soprattutto, per contenere la dispersione idrica che per l’Istat in Basilicata è esattamente al 65,5%”.

Vizziello ha, inoltre, ricordato a Bardi e Pittella che “quando quasi il 70% dell’acqua immessa nei tubi non arriva ai rubinetti di cittadini e aziende, non c’è pioggia che tenga”.

Per la consigliera Verri (M5s) c’è stato un confronto tardivo da parte del Governo Bardi con le parti e gli attori istituzionali interessati.

“L’opposizione ha sollevato legittimi dubbi, gli stessi dei cittadini. Non mettiamo in discussione i dati ma abbiamo chiesto maggiori garanzie e che si effettuino altre analisi sulle acque del Basento, con un coinvolgimento più attivo dell’Iss.

Non è nostra intenzione gettare discredito sulle Istituzioni ma ci poniamo al fianco dei cittadini, perché la crisi non è arrivata all’improvviso, tanti i segnali a partire già dall’ottobre 2020.

Perché dunque non ci si è attivati prima? Un percorso di condivisione delle soluzioni avrebbe garantito maggiore trasparenza. Se ci sono delle responsabilità è giusto che queste vengano acclarate nelle sedi competenti.

Si dia corso alla Commissione d’inchiesta che tutta la minoranza ha invocato per verificare tali responsabilità, non per dar vita ad un tribunale inquisitorio ma per fare chiarezza. Tra i problemi da affrontare la governance della risorsa acqua e la mancanza di interventi manutentivi e di collaudo”.

Il consigliere Galella (FdI) ha sostenuto che: “Storicamente, l’acqua in Basilicata è stata gestita con inefficienza e con una illogica mancanza di programmazione e valorizzazione della risorsa idrica.

L’attuale contesto vede la necessità di affrontare le conseguenze di decenni di gestione inadeguata e di implementare strategie per garantire una gestione sostenibile delle risorse idriche. Risorse, attualmente, in stato critico anche a causa della mancanza di precipitazioni.

Le sorgenti e i fiumi stanno subendo un grave calo, mettendo a rischio la disponibilità di acqua per gli usi domestici, agricoli e industriali. Da qui la necessità di una gestione oculata per garantire la sostenibilità a lungo termine.

Per affrontare la crisi, sono state avviate diverse iniziative di risanamento e l’impegno di Bardi, nominato Commissario straordinario, consentirà interventi risolutivi sin dai prossimi giorni, nonostante il centrosinistra abbia lasciato in eredità un disastro fatto di inefficienza”.

Il consigliere Picerno (FI) ha affermato che: “Sulla crisi idrica, come Istituzioni, diamo piena fiducia agli Enti e agli istituti che stanno affrontando la questione.

Rassicuro i quasi 140 mila lucani: possono stare tranquilli perché l’acqua che scorrerà nei loro rubinetti è stata controllata dagli Enti preposti e per gli usi previsti.

Tuttavia, bisogna creare le condizioni affinché la Basilicata assuma un ruolo di rilievo nella nuova società Acque del Sud e con una governance adeguata perché la risorsa acqua si trova soprattutto in Basilicata.

In particolare, si auspica non la nomina e l’individuazione di un semplice consigliere nel Consiglio di amministrazione della società per azioni ma almeno una figura apicale.

Mi appello al Presidente Bardi affinché si mettano a disposizione le risorse necessarie per ristorare quanti hanno subito danni economici in seguito alla crisi idrica, e invito a utilizzare le risorse disponibili per creare un fondo a ristoro delle attività produttive che risentono direttamente dei disservizi causati dalla mancanza di acqua”.

Per la consigliera Fazzari (FdI): “La crisi idrica che attanaglia 140 mila lucani richiede impegno collettivo e leadership. Il presidente Bardi ha il merito di aver affrontato l’emergenza a viso aperto, sapendo raccogliere le sfide che si sono presentate.

Sicuramente l’emergenza è stata aggravata dalla situazione climatica ma Istituzioni ed Enti preposti hanno dimostrato di poterla gestire con serietà e competenza ed è questa la direzione in cui si sta lavorando e si continuerà a lavorare.

Al momento, l’immissione dell’acqua del Basento nello schema idrico è l’unica soluzione possibile ed è stata adottata.

Tuttavia, occorre evidenziare che insistono criticità infrastrutturali mai risolte come emerso durante le audizioni in terza Commissione. Per non trovarsi più nelle stesse condizioni sarà necessario operare anche in questa direzione.

Adesso l’acqua del Basento, grazie al processo di potabilizzazione, viene resa disponibile per gli usi quotidiani dei cittadini, perché è necessario uscire dall’emergenza, ci sarà tempo per verificare eventuali responsabilità se queste eventualmente sussistono”.

La consigliera Araneo (M5s), durante il suo intervento, ricordando la giornata contro la violenza sulle donne, ha letto in aula il documento del Movimento “Non una di meno” contro ogni forma di discriminazione e violenza verso le donne, auspicando che abbia nel Sud una forza propulsiva.

Araneo sulla crisi ha evidenziato che “il presidente Bardi, pur avendo richiesto partecipazione e collaborazione, non ha coinvolto le minoranze, a partire dai Capigruppo che sono stati del tutto estromessi dal processo decisionale.

Avremmo voluto collaborare ma non siamo stati messi nelle condizioni di farlo. Il presidente Bardi ha chiesto alla minoranza di avanzare proposte ma tenendoci all’oscuro rispetto a documenti che sono stati vagliati e ipotesi che sono state varate.

Oggi a cose fatte e decisioni già prese chiedono una collaborazione che nelle attuali condizioni sarebbe mera complicità rispetto a situazioni da cui siamo stati tenuti fuori.

Abbiamo chiesto trasparenza sui dati e abbiamo stigmatizzato il fatto che sia stata prima messa in opera l’infrastruttura per prendere acqua dal Basento e poi si siano svolte le analisi per accertare la salubrità delle acque.

Abbiamo pertanto contestato la ratio politica alla base di questa scelta. Inoltre, abbiamo chiesto delucidazioni sul ruolo svolto dall’Iss. Quest’ultimo lavora in contraddittorio oppure si limita a validare i dati già valutati da Arpab, Asp e Acquedotto lucano? A queste domande non abbiamo ricevuto risposta”.

“Massima solidarietà ai cittadini lucani che vivono una situazione surreale nel 2024 data la deprivazione di acqua, ma massima solidarietà anche al presidente Bardi che ha il grande onere di gestire questa emergenza a beneficio di tutti i lucani” è venuta dal consigliere Tataranno (Lega Basilicata per Salvini).

“Sono stato Sindaco per 10 anni – ha sottolineato – e posso intuire quanto sia complicato. La frase pronunciata dal presidente Bardi: ‘Siamo ancora in emergenza’ deve richiamare chiunque occupi un ruolo istituzionale alla responsabilità e al senso stesso delle Istituzioni.

Se siamo ancora in emergenza è solo il momento di supportare il Governo regionale per far terminare l’emergenza il prima possibile. Nessuno in questa Aula si sogna di agire contro l’interesse dei lucani, siamo tutti coinvolti moralmente dall’obbligo di porre fine al più presto a questa emergenza.

Poi, arriverà il momento di individuare le responsabilità, valutare le soluzioni adottate e, soprattutto, porre in essere tutto quanto indispensabile ad evitare che una cosa del genere possa ripetersi ancora una volta”.

“Presidente Bardi ritiene di aver fatto tutto il possibile? Sulla gestione della crisi, secondo noi, lei ha sbagliato nel merito e nel metodo, dicendo che i problemi vengono dal passato e distribuendo le colpe”.

Sono le parole del consigliere Cifarelli (Pd) per il quale: “Quando c’è una emergenza si chiamano a raccolta tutti.

E’ facile partire dagli anni ’60 quando non esistevano neanche le Regioni, dobbiamo invece partire dal 2019, quando furono imposte le prime limitazioni e poi dall’ottobre 2020 quando il livello dell’acqua della Camastra era meno di 2 mln di mc.

Andava scongiurata l’interruzione del servizio idrico, occorreva essere trasparenti, discuterne già da maggio scorso, ed era opportuno tenersi lontano dall’improvvisazione.

Altro errore è stata la classificazione delle acque del Basento prima in A2 e in corso d’opera in A3. E ancora già dal 2020 andava avviata una riflessione sulla governance, (tenere separati i soggetti che si occupano di acqua in Basilicata è stato uno sbaglio) e andava costituita, presso la Regione, una cabina di regia”.

“Questo sentimento di sospetto non può essere vissuto in questa Aula, perché così facendo alimentiamo sfiducia nei cittadini”. Lo ha sostenuto il consigliere Polese (Ol) evidenziando la complessità di questa vicenda “come emerge dagli stessi interventi dei consiglieri di opposizione uno diverso dall’altro.

È chiaro che per non alimentare un sentimento di sfiducia nei cittadini dobbiamo essere uniti, anche nell’assunzione di responsabilità. Non si può non dare atto al presidente Bardi e al Governo regionale di aver dato delle risposte concrete.

In questo contesto tutti gli attori coinvolti stanno agendo in perfetta buona fede.

Anche il coinvolgimento dell’ISS è stato il massimo possibile e l’Istituto superiore di sanità ha scritto che non si configurano rischi sanitari, immettendo l’acqua del Basento in virtù del processo di potabilizzazione che avviene nell’impianto di masseria Romaniello. Nei prossimi giorni si regolarizzerà tale immissione ma ciò non risolverà definitivamente i problemi, dobbiamo continuare a lavorare per arrivare a soluzioni stabili nel tempo”.

“Nel rispetto dei cittadini che stanno vivendo un momento particolarmente complicato, è doveroso sottolineare che il Presidente Bardi e il Governo regionale stanno lavorando alacremente per fronteggiare al meglio una crisi idrica senza precedenti”.

Così il consigliere Casino (FI) il quale precisa che: “La scarsità di acqua con cui fare i conti è innegabilmente il risultato di scelte programmatiche del passato inadeguate che hanno gravemente compromesso la realizzazione di interventi strutturali che avrebbero evitato l’attuale collasso.

Ovviamente, la soluzione non può essere immediata perché gli interventi richiedono significativi tempi di realizzazione. In più, c’è da considerare la scarsità di piogge e le elevate temperature che hanno determinato l’insufficienza della diga a soddisfare il fabbisogno dei 29 comuni.

Faremo tutto quello che abbiamo programmato nel Piano Strategico Regionale, faremo gli interventi per mitigare il cambiamento climatico, faremo in modo che nella diga del Camastra ritorni l’acqua, ma non possiamo essere considerati i responsabili delle scelte scellerate del passato”.

È intervenuto poi il consigliere Aliandro (FI) citando un proverbio dialettale: ‘I ciucci si tozzano e i barili si perdono’. A voler significare che mentre le Istituzioni responsabili discettano e discutono di come risolvere il problema, la risorsa dell’acqua continua a perdersi.

Occorre interveniamo su rifinanziamento legge regionale dei Comuni macrofornitori di acqua, per tutelare le sorgenti; diamo priorità negli interventi di messa in sicurezza alle zone a più alto rischio naturale, definiamo e avviamo subito un nuovo Piano nazionale per la crescita dei grandi invasi, acceleriamo sul riutilizzo delle acque reflue e, lo dico fermamente, continuiamo l’opera costante di dragaggio degli invasi e delle dighe.

Chiedo al nostro Presidente, oggi responsabilmente anche Commissario per l’emergenza, di imporsi con il Governo, perché la Basilicata non dev’essere la sorella povera delle altre regioni, soprattutto in ragione della sua ricchezza di acqua. Abbiamo il dovere di restituire ai lucani l’orgoglio del nostro simbolo, quello della regione dell’acqua”.

“Sono certo che il presidente Bardi e il Governo regionale stanno lavorando per risolvere i problemi dei cittadini ma è mancato il dialogo e il coinvolgimento, viviamo infatti il paradosso di una regione ricca di acqua ma con i rubinetti chiusi e una forte dispersione di risorsa idrica”.

Lo ha sostenuto il consigliere Marrese (Bd), per il quale “la crisi non è stata ben gestita, infatti a fronte della siccità solo per l’invaso della Camastra si sono registrate le restrizioni e anche a causa della mancata interconnessione di questa diga con gli altri invasi e della mancanza di interventi di manutenzione.

Per arginare l’emergenza è stato deciso di utilizzare le acque del Basento ma le analisi sono state effettuate solo pochi giorni fa ed è questo che alimenta la paura nei cittadini.

Le carenze infrastrutturali che sono all’origine della crisi andavano affrontate per tempo e ora accuse e scuse lasciano il tempo che trovano perché andavano effettuati interventi previsti dall’ufficio dighe.

Siamo pronti ad offrire il nostro contributo per superare la crisi ma con la trasparenza e la condivisione delle informazioni necessarie. Infine, occorre assicurare ristori per l’interruzione del servizio anche con forme di compensazione sulle bollette, e dar seguito all’istituzione della Commissione d’inchiesta”.

“I temi emersi dal dibattito sono tre: quella della responsabilità, della qualità dell’acqua e della prospettiva futura. Ovviamente le responsabilità sono tante.

Ai tempi in cui ero Presidente della Regione, immaginammo con Puglia e Basilicata la costituzione di una società in cui avremmo avuto il 40 per cento delle quote, ma l’ipotesi cadde perché cadde il Governo”.

Così il presidente dell’Assemblea Pittella che fa notare come “il Governo Meloni abbia un altro approccio che corrisponde ad una diversa filosofia politica che non ho condiviso e non condivido.

Tuttavia, si tratta di contemperare le esigenze dell’Esecutivo nazionale che presuppongono un intervento privato nella gestione delle reti, con la necessità di spiegare che il protagonismo delle Regioni è una tutela delle risorse.

Occorre, dunque, fare una battaglia politica, chiedendo al presidente Bardi e al vice presidente Pepe di persuadere il Governo nazionale a introdurre un emendamento per la prelazione delle quote da parte del pubblico e irrobustire la partecipazione della Regione.

Abbiamo un tempo congruo per verificare le responsabilità, senza ricorrere ad una Commissione d’inchiesta e, invece, istituendo un tavolo permanente di consultazione, per trovare insieme soluzioni con proposte concrete.

Dobbiamo lavorare con tutti gli Enti sulla programmazione degli interventi per il collegamento trasversale delle dighe, oppure per la distrettualizzazione, ipotizzando anche un’altra rete”.

“La crisi idrica interessa la nostra regione da diversi mesi. Io, in qualità di Presidente della terza Commissione consiliare, ho audito i vertici di EGRIB, Acque del Sud, e Acquedotto Lucano.

Dai lavori dell’organismo consiliare è emersa la criticità del sistema idrico lucano nella sua totalità, a partire dalle dighe mai collaudate e, dopo cinquant’anni dalla loro realizzazione, mai dragate, per finire alla scarsa manutenzione della rete che nel corso degli anni è peggiorata”.

Lo ha affermato il consigliere Leone (FdI) che invita a non dimenticare “la mancanza di interconnessione della diga del Camastra con gli altri invasi (i maggiori disagi si sono riscontrati nei comuni che si approvvigionano da tale diga)” e a ricordare che “per superare tale criticità, sono state messe in campo diverse soluzioni: quella del ‘Camastrino’, l’approvvigionamento dai pozzi di acqua realizzati in Val D’Agri e, in ultimo, il prelievo delle acque dal Basento.

In un momento di crisi e disagio non vanno ricercate le colpe, che sicuramente provengono da lontano e sono enfatizzate dalla mancanza di precipitazioni, ma vanno fornite le soluzioni ai nostri concittadini”.

“La difficile condizione a cui sono costretti 140 mila lucani di 29 comuni da mesi ha radici che affondano nella mala gestione delle dighe lucane.

Le responsabilità della crisi sono molte, da Epli, al Governo regionale ad Acque del Sud, una società costruita a Roma con l’obiettivo di privatizzare la gestione dell’acqua lucana, accolta in religioso silenzio dal Presidente Bardi e dalla maggioranza di centrodestra. Responsabilità che sono anche di Acquedotto Lucano, al netto dell’impegno generoso in questa prolungata fase emergenziale del personale dipendente”.

Lo ha dichiarato il consigliere Chiorazzo (Bcc) il quale chiede: “Dal marzo 2019, anno delle limitazioni alla capacità di invaso della Camastra, ad oggi cosa hanno fatto il Presidente Bardi ed il Governo regionale di centro destra per evitare che si materializzasse questa crisi idrica? Le responsabilità del passato sono chiare ed inconfutabili.

La scarsità d’acqua non è un caso fortuito, ma il risultato di una gestione scellerata e miope delle risorse idriche della nostra regione.

È inaccettabile che accada in Basilicata, una terra ricca d’acqua. Non possiamo più tollerare che i cittadini siano ostaggi di interessi partitici. La Basilicata merita rispetto, tutela e trasparenza. Mettiamo da parte le divisioni e uniamo le nostre forze per affrontare questa crisi”.

Per il consigliere Morea, “viviamo una situazione di emergenza incredibile, a causa di una crisi idrica figlia di tanti fattori, alcuni legati a cause naturali ed altri a gravi mancanze gestionali. Acque del Sud, erede dello sciagurato Eipli, necessita una riflessione profonda: la centralizzazione della gestione non è utile e non risponde alle esigenze della Basilicata.

La Regione ha affrontato in maniera decisa l’emergenza, prima con il Camastrino, poi con la verifica di nuovi pozzi e, infine, con il prelevamento delle acque del Basento. Acque che sono state esaminate con esiti positivi, e dovranno continuare ad esserlo con continuità, in un’ottica di trasparenza e sicurezza per i cittadini.

Trasparenza e sicurezza cui deve affiancarsi la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni, nei laboratori di Arpab e Asl, nella Regione, nei Comuni, nella Protezione Civile e in tutti coloro che stanno lavorando per far fronte a questa situazione drammatica. Non sono tollerabili speculazioni o timori diffusi ad arte.

Occorre essere vicini ai cittadini e alle cittadine, alle attività, attraverso misure di sostegno economico. Occorre inoltre accelerare con le infrastrutture, attese da decenni, spingere a livello centrale perché il modello Ponte di Genova possa essere replicato in ogni situazione emergenziale. Il patto tra Regione, Comuni e cittadini va rafforzato con la condivisione in particolare di quelle manovre che toccano da vicino la cittadinanza.

“L’emergenza idrica non nasce oggi, perché già dal 4 luglio avevamo chiesto al presidente Bardi di venire a relazionare in Consiglio regionale. Però l’Esecutivo non ci ha messo nelle condizioni di affrontare la crisi e di fare proposte per tempo”.

Lo ha detto il consigliere Lacorazza per il quale, l’attuale situazione si è determinata a partire dal 2019 e 2020. “Nel 2022 – sottolinea il consigliere – Bardi avrebbe dovuto controllare e verificare la realizzazione di un piano di gestione della diga Camastra.

Nel 2024 con una delibera di Giunta viene, addirittura, ulteriormente ridotta la dotazione PO Fesr sul sistema idrico per un totale di 50 milioni di euro.

Lei, inoltre, ha accusato altri di procurare allarme, in realtà non c’è ancora un Piano delle acque ed ha dichiarato che ci sono dighe non collaudate. Ha rilasciato questa tipologia di dichiarazioni che, insieme ad una tardiva gestione, hanno generato comprensibile preoccupazione e contribuisce alla rottura del rapporto tra istituzione e comunità. Una condizione che preoccupa lei quanto me e tutti i cittadini.

Rispetto ad Acque del Sud, lei non ha ancora indicato quale strada si vuole seguire, mentre Acea e Acquedotto pugliese si sono già accordati per l’asta pubblica rivolta all’acquisto delle quote della nuova società. Noi invece ancora non sappiamo qual è il progetto industriale di Acquedotto lucano. Dopo averci sottratto il rubinetto, rischiamo anche di avere un sistema di gestione privato della risorsa idrica senza controllo pubblico”.

Il consigliere Napoli ha ringraziato “quanti stanno lavorando giorno e notte per risolvere l’attuale situazione di emergenza. Abbiamo fortemente voluto questo Consiglio regionale dedicato all’emergenza idrica in quanto cittadini di questa terra che vogliono salvaguardare la salute pubblica.

Di fronte ad una crisi come quella in corso insinuare il sospetto non è il viatico giusto. Se si mette in dubbio l’autorevolezza, la competenza e gli studi non ci si mette sulla strada corretta.

Ci sono delle azioni importanti da adottare. Dobbiamo revisionare e aggiornare il Piano delle acque e il Piano di tutela delle acque.

Bisogna anche predisporre un Piano di censimento delle sorgenti lucane con la misura di portata. Dobbiamo altresì dare impulso alla cartografia geologica regionale. Va sottolineato che il CNR di Tito nel 2013 ha effettuato studi specifici sulla diga della Camastra che sono da recuperare. Proviamo anche ad investire nei sistemi di raccolta delle acque pluviali.

C’è poi il tema importante della governance del sistema idrico. Su Acque del Sud faremo sentire la nostra voce, portando le richieste del territorio.

Abbiamo bisogno di trasparenza e l’annunciata piattaforma digitale nella quale confluiranno tutti i dati disponibili che sarà consultabile dai cittadini va proprio in questa direzione. L’acqua è una priorità per la Basilicata, per questo facciamo appello all’unità per rilanciare il futuro di questa terra”.

Tutti i consiglieri hanno ricordato la figura del tenente Giuseppe Di Bello, recentemente scomparso e rivolto alla famiglia sentimenti di cordoglio. Un pensiero è andato alla ricorrenza del terremoto del 1980 e alla giornata contro la violenza sulle donne.

È seguita una comunicazione dell’assessore Pepe, il quale ha fornito alcune delucidazioni rispetto alle priorità e alle azioni in atto e da compiere.

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