CRONACA

Cia: la zootecnia non è nemica dell’ambiente

“La disciplina regionale sulle linee guida per la protezione delle acque dall’inquinamento da nitrati di origine agricola nelle zone non vulnerabili, definita unitariamente da tutte le associazioni di categoria al Tavolo Verde in Regione e alla quale Cia-Agricoltori ha dato il suo apporto di proposte, insieme al lavoro svolto dall’Ara Basilicata, testimonia che la zootecnia non è nemica dell’ambiente”.

Così Giovanna Perruolo, direttrice Cia Potenza sottolineando che con il contributo di tutti i soggetti sociali sono stati disciplinati  i criteri e le norme tecniche generali per l’utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, delle acque reflue, con la finalità di garantire al meglio la tutela dei corpi idrici sia superficiali che sotterranei e del suolo.

“Le famiglie lucane anche in queste festività hanno portato in tavola carni lucane – aggiunge Perruolo – confermando fiducia nei nostri allevamenti scegliendo qualità e genuinità. Questo nonostante la situazione difficile che il comparto zootecnico attraversa”.

Un quadro aggiornato al 31 dicembre 2022: il totale di capi ovi-caprini ammonta a 220mila, con una riduzione nell’ultimo quinquennio di 60mila capi; gli ovini sono circa 180mila e i caprini poco più di 41milla; le aziende zootecniche con allevamenti ovi-caprini sono 2475 di  cui 1175 con più di 50 capi (500 con più di 100 capi e 800 con più di 70 capi).

Prima tendenza meno capi e aziende più grandi per resistere alla crisi. Inoltre, con 139mila ettari di coltivazioni biologiche (il 27,6% del totale) e 3280 operatori bio la Basilicata ha una forte caratterizzazione di agricoltura e zootecnia biologiche e conferma la quarta posizione tra le regioni italiane per incidenza delle superfici biologiche: prati pascolo (28mila ha), colture foraggere (20,5 mila ha).

“Per tutto questo – conclude la dirigente Cia – i nostri allevatori non hanno più nulla da dimostrare quali “custodi” del territorio, dell’ambiente e delle nostre razze autoctone e sono pronti ad affrontare le nuove sfide del 2025″.

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