Giorno della memoria, Mattarella ad Auschwitz per gli 80 anni liberazione del campo
Alla cerimonia sono attesi decine di leader politici e teste coronate provenienti da ogni parte del mondo. Meloni annuncia la strategia nazionale per la lotta all'antisemistismo

Ad Auschwitz iniziata la cerimonia per 80 anni della liberazione
E’ iniziata la cerimonia ad Auschwitz per ricordare gli 80 anni della liberazione del campo di concentramento in presenza di delegazioni da oltre cinquanta paesi e cinquanta superstiti del campo.
Il primo saluto ai presenti è stato pronunciato da Marian Turski, 99 anni, ex prigioniero di Auschwitz, membro del Comitato internazionale del museo di Auschwitz: “Noi superstiti siamo una piccolissima minoranza, mentre la grande maggioranze non è sopravvissuta.
Loro non sono stati mai in grado raccontarci la loro esperienza.
Oggi vediamo nuovamente lo tsunami dell’antisemitismo. Non dobbiamo mai avere paura di smascherarlo, non dobbiamo smettere di avere paura di opporci per esempio ad Hamas quando cerca di convincerci che non vi è stato il 7 ottobre del 2023” ha detto Turski.
La cerimonia si svolge sotto un grande capannone davanti alla porta d’ingresso al secondo campo di Auschwitz, chiamato Auschwitz-Birkenau, alla presenza di circa 3 mila persone.
I leader mondiali riuniti ad Auschwitz nell’80esimo anniversario
La cerimonia per l’80esimo anniversario della liberazione di Auschwitz-Birkenau ha preso il via nel museo del campo di sterminio nazista. Ad aprire l’evento nel Giorno della Memoria sono i sopravvissuti Marian Turski, Janina Iwanska, Tova Friedman e Leon Weintraub consegnando al mondo le loro testimonianze e un monito contro l’oblio.
Anche i leader mondiali si sono riuniti per rendere omaggio alle vittime dell’Olocausto e riaffermare l’importanza di preservare la memoria: tra loro, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il cancelliere tedesco Olaf Scholz insieme al presidente Frank-Walter Steinmeier, il re Carlo d’Inghilterra, il presidente francese Emmanuel Macron, il presidente polacco Andrzej Duda e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Tra i presenti anche il primo ministro canadese Justin Trudeau e i reali di Spagna, Danimarca e Norvegia.
A rappresentare Washington è invece l’inviato speciale degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Steve Witkoff.
“Nel mondo contemporaneo vediamo l’antisemitismo in aumento ed è questo antisemitismo che ha portato alla Shoah”, ha detto Marian Turski, sopravvissuto ad Auschwitz, nella sua toccante testimonianza, facendo più volte riferimento al negazionismo.
“Non abbiamo timore di dimostrare coraggio oggi, quando Hamas tenta di negare il massacro del 7 ottobre. Non abbiamo paura di opporci alle teorie del complotto secondo cui tutto il male di questo mondo sarebbe il risultato di un complotto ordito da gruppi sociali indefiniti e gli ebrei vengono spesso menzionati come uno di questi”, ha sottolineato ancora lo storico e giornalista polacco, facendo appello alla risoluzione dei conflitti.
“Non abbiamo paura di convincerci a vicenda che è necessario avere una visione non solo di ciò che è qui oggi, ma anche di ciò che verrà domani e di ciò che accadrà tra qualche decennio”, ha concluso ricevendo una lunga standing ovation.
Mattarella ad Auschwitz per gli 80 anni liberazione del campo
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è arrivato ad Auschwitz dove parteciperà alla cerimonia per gli 80 anni dalla liberazione del campo di concentramento tedesco. Alla cerimonia sono attesi decine di leader politici e teste coronate provenienti da ogni parte del mondo.
Carlo a Cracovia: ‘Passato da ricordare e usare per il futuro’
“Ricordare i mali del passato resta un compito fondamentale e, così facendo, plasmiamo il nostro presente e diamo forma al nostro futuro”: è importante non solo ricordare il passato, “ma usarlo per ispirarci a costruire un mondo” migliore per le generazioni future.
“Questo resta il compito sacro di tutti noi”. Lo ha sottolineato re Carlo, primo monarca britannico a recarsi a Auschwitz, nel suo intervento al Centro della comunità ebraica di Cracovia, prima di recarsi per le commemorazioni per gli 80 anni della liberazione del lager.
“C’è ancora molto lavoro da fare”, ha aggiunto sottolineando – riporta Sky News – che “essere in Polonia nel Giorno della Memoria è un momento al tempo stesso triste e sacro: è un momento in cui ricordiamo le profondità in cui può sprofondare l’umanità quando si permette al male di prosperare, ignorato per troppo tempo dal mondo”.
Carlo ha poi ricordato la sopravvissuta Lily Ebert, morta nell’ottobre dell’anno scorso, affermando che lei e gli altri sopravvissuti ci hanno “insegnato ad apprezzare la nostra libertà di sfidare i pregiudizi e di non restare mai spettatori passivi di fronte alla violenza e all’odio”.
Segre: ‘Il ricordo della Shoah è sempre’
“Il ricordo della Shoah è sempre”. Sono le uniche parole pronunciate dalla senatrice Liliana Segre, arrivando alla cerimonia nel quartiere ebraico di Roma dove è stata deposta una corona per commemorare la Giornata della Memoria, accolta dalla presidente dell’Ucei, Noemi Di Segni, e dal rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni.
Segre: ‘Gli ebrei interessano solo con un antisemitismo manifesto’
“Degli ebrei non interessava niente a nessuno, oggi interessa più di qualche anno fa, con un antisemitismo manifesto, in questo modo ci si interessa degli ebrei”: lo dice la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ai campi di sterminio, in un’intervista per il Giorno della Memoria a Marco Vigevani, presidente del comitato eventi del Memoriale della Shoah.
Noemi Di Segni: ‘Oggi un giorno per l’Italia, non per una carezza agli ebrei’
“Per noi il Giorno della Memoria non è una giornata per dare una carezza agli ebrei, è una giornata per l’Italia e gli italiani, per le istituzioni, per un percorso di responsabilità.
L’Antisemitismo non è un problema degli ebrei, ma della società”, ha detto la presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane, Noemi Di Segni, in conferenza stampa nella sala polifunzionale di Palazzo Chigi. “Grazie alla premier Meloni e al Governo per la coerenza di questi mesi – ha aggiunto -.
L’abbiamo riscontrata nell’agire e nelle attenzioni prestate e non perché sia un Governo che ha un interesse specifico nel tutelare gli ebrei, ma perché gli ebrei sono cittadini italiani. Fanno parte della cultura italiana”. Di Segni ha poi anche spiegato: “La scelta con il Governo è quello di abbinare approfondimenti sulla strategia per contrastare l’antisemitismo.
Cercare di capire se quanto vissuto sta succedendo ancora e ci sono segnali che ci dicono questo, anche con forme velate come i messaggi di odio”.
M5s: ‘Mai più antisemitismo’
“La giornata della memoria serve a non dimenticare l’abominio dell’olocausto, ma anche a rinnovare l’impegno quotidiano contro l’antisemitismo e contro ogni violenza basata sulla discriminazione.
Ci stringiamo nel ricordo di coloro che hanno sofferto e nell’impegno a fare in modo che non accada mai più”, si legge in una nota congiunta dei capigruppo M5S di Camera e Senato, Riccardo Ricciardi e Stefano Patuanelli.
Schlein: ‘Un dovere tener viva la memoria’
“Sono passati ottanta anni da quando i cancelli di Auschwitz si spalancarono sull’atrocità, sull’abominio, sul male assoluto dell’Olocausto. Tenere viva la memoria oggi, mentre l’odio continua a farsi largo nelle nostre società e si consumano nuove tragedie, è un dovere civile di tutte e tutti”.
Così la segretaria del Pd Elly Schlein. “Onorare la Memoria significa anche proteggere la verità e metterla al riparo dal negazionismo, dai rigurgiti di antisemitismo, da ogni forma di razzismo e di odio, dalla disinformazione e da chi tenta di riscrivere la storia a proprio vantaggio.
La tragedia dell’Olocausto ha lasciato alle generazioni successive la responsabilità di tramandarne la memoria e contrastare l’odio affinché non trovi più alcuno spazio nelle nostre società. Questo è e sarà sempre il nostro impegno”, conclude.