Netanyahu: ‘Ostaggi liberi o sarà guerra’. Hamas: ‘No se Israele non rispetta gli accordi’
L'esercito richiama i riservisti. Trump: 'Si scatenerà l'inferno' se non saranno rilasciati'. Hamas: 'Le minacce complicano le cose'. Guterres: 'Procedere con la liberazione'
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Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha detto che la decisione presa all’unanimità dal governo è che “se Hamas non restituisce gli ostaggi entro sabato a mezzogiorno”, senza specificare il numero, “il cessate il fuoco verrà interrotto e le Idf torneranno a combattere intensamente finché Hamas non sarà definitivamente sconfitto”.
Netanyahu ha anche detto che “alla luce dell’annuncio di Hamas della sua decisione di violare l’accordo e di non rilasciare i nostri ostaggi, ieri sera ho ordinato alle Idf di radunare le forze dentro e intorno alla Striscia di Gaza”.
Hamas ha però replicato che non rilascerà gli ostaggi se Israele non rispetta le condizioni dell’accordo di Gaza.
Lo riporta Al Arabiya rilanciato dall’agenzia russa Tass.
L’esercito ha dichiarato che sta richiamando i riservisti come parte del rafforzamento delle truppe intorno a Gaza.
“In conformità con la valutazione della situazione e la decisione di aumentare il livello di prontezza nel Comando meridionale, è stato deciso di aumentare i rinforzi con truppe aggiuntive, compresi i riservisti”, si legge in una nota, secondo cui “il rafforzamento delle truppe e la mobilitazione dei riservisti vengono effettuati in preparazione di vari scenari”.
Il Times of Israel riferisce che il Comando meridionale dell’Idf sta approvando i piani di battaglia per la Striscia di Gaza nel caso in cui l’accordo di cessate il fuoco con Hamas fallisca.
Attualmente, due divisioni dell’Idf sono responsabili delle difese lungo il confine di Gaza e il Corridoio Filadelfia: la 162a Divisione e la Divisione di Gaza.
Diverse brigate e unità delle forze speciali sono state dispiegate presso il Comando meridionale per rafforzare le forze esistenti.
Diverse altre brigate sono in stand-by e saranno dispiegate presso il Comando meridionale se necessario. Altre divisioni sono attualmente in fase di preparazione per un possibile dispiegamento a Gaza, a seconda degli sviluppi.
Il ministro delle Finanze di estrema destra di Israele Bezalel Smotrich ha chiesto al premier di “aprire le porte dell’inferno” ad Hamas se il gruppo palestinese non libererà tutti gli ostaggi entro sabato.
In una dichiarazione, Smotrich ha esortato Netanyahu a “informare Hamas in modo inequivocabile: o tutti gli ostaggi vengono rilasciati entro sabato, niente più fasi, niente più giochi, o apriamo loro le porte dell’inferno”.
Anche il presidente Usa Donald Trump ha ribadito il suo ultimatum ad Hamas per il rilascio di ‘tutti’ gli ostaggi sabato, affermando di “non credere” che l’organizzazione islamica rispetterà la scadenza per la liberazione.
Ieri aveva minacciato ‘l’inferno’ in caso di mancato rispetto dell’impegno ed aveva sostenuto che l’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas dovrebbe essere annullato in caso di mancata liberazione. “Parlo per me stesso, Israele può ignorarlo”, aveva aggiunto.
Le minacce del presidente statunitense sulla liberazione degli ostaggi non fanno altro che “complicare ulteriormente le cose”: ha replicato Hamas. Ieri Trump ha definito “terribile” la minaccia di Hamas di rinviare la liberazione degli ostaggi e ha promesso “un vero inferno” se non li rilascerà.
“Trump deve ricordare che esiste un accordo che deve essere rispettato da entrambe le parti e che questo è l’unico modo per restituire i prigionieri (ostaggi)”, ha detto alla Afp un alto funzionario del gruppo, Sami Abu Zuhri. “Il linguaggio delle minacce non ha alcun valore e complica ulteriormente le cose”, ha aggiunto.
“Dobbiamo evitare a tutti i costi la ripresa delle ostilità a Gaza che porterebbe a un’immensa tragedia. Faccio appello ad Hamas affinché proceda con la prevista liberazione degli ostaggi”: lo scrive su X il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. “Entrambe le parti devono rispettare pienamente gli impegni presi nell’accordo di cessate il fuoco e riprendere negoziati seri”, aggiunge.
Intanto un kibbutz israeliano ha annunciato la morte in prigionia nella Striscia di Gaza di uno dei suoi residenti. Il Kibbutz Kissufim ha reso noto oggi in un comunicato che uno dei suoi residenti, un anziano israeliano preso in ostaggio dai militanti di Hamas il 7 ottobre 2023, è deceduto.
“Con il cuore pesante, noi membri del kibbutz, abbiamo ricevuto questa mattina la notizia dell’omicidio del nostro caro amico, Shlomo Mansour, 86 anni, che è stato rapito dalla sua casa nel Kibbutz Kissufim durante l’attacco terroristico di Hamas il 7 ottobre 2024”, ha detto la comunità dell’israeliano di origine irachena.
ANSA