POLITICA

Draghi: ‘Potremmo restare soli a difendere l’Ucraina e l’Europa’

L'ex presidente delle Bce all'Eurocamera parla delle sfide e della competitività: "Dobbiamo abbattere le barriere interne e armonizzare le norme. Agire come se l'Ue fosse un unico Stato. La frammentazione della difesa rende l'Ue vulnerabile".

Al nuovo contesto attorno all’Unione europea “la risposta deve essere rapida, perché il tempo non è dalla nostra parte, con l’economia europea che ristagna mentre gran parte del mondo cresce.

Deve essere commisurata all’entità delle sfide. E deve essere focalizzata sui settori che guideranno l’ulteriore crescita. Velocità, scala e intensità saranno essenziali.”

Lo ha detto Mario Draghi parlando all’Eurocamera delle sfide della competitività nell’Unione europea.

“Dobbiamo abbattere le barriere interne, standardizzare, armonizzare e semplificare le normative nazionali e spingere per un mercato dei capitali più basato sull’equity”, ha sottolineato Draghi.

“Il sistema di difesa dell’Ue è una delle nostre diverse vulnerabilità dove la frammentazione della capacità industriale lungo le linee nazionali impedisce la necessaria scala”, ha detto l’ex premier Mario Draghi nel suo intervento alla Settimana parlamentare europea 2025 al Parlamento europeo di Bruxelles.

“Se le recenti dichiarazioni delineano il nostro futuro – possiamo aspettarci di essere lasciati in gran parte soli a garantire la sicurezza in Ucraina e nella stessa Europa”, ha detto Mario Draghi in un passaggio del suo intervento.

“Anche se siamo collettivamente il terzo paese al mondo per spesa, non saremmo in grado di soddisfare un aumento della spesa per la difesa attraverso la nostra capacità produttiva”, ha puntualizzato, sottolineando che i “nostri sistemi di difesa nazionali non sono né interoperabili né standardizzati in alcune parti chiave della catena di fornitura. Questo è uno dei tanti esempi in cui l’Ue è inferiore alla somma delle parti”, ha aggiunto.

“Dobbiamo ridurre i prezzi dell’energia, questo è diventato imperativo non solo per le industrie tradizionali, ma anche per le tecnologie avanzate: ma la decarbonizzazione può essere sostenibile solo se i suoi benefici vengono anticipati”, ha sottolineato Draghi.

Il rapporto suggerisce di dar vita a una riforma “del mercato dell’energia, maggiore trasparenza nel commercio dell’energia, maggiore utilizzo di contratti di fornitura a lungo termine e acquisti a lungo termine di gas naturale, massicci investimenti nelle reti e nelle interconnessioni” oltre a puntare sullo sviluppo di energie rinnovabili”.

Allo stesso tempo, ha aggiunto, “dobbiamo garantire condizioni di parità per il nostro settore innovativo delle tecnologie pulite, in modo che possa beneficiare delle opportunità della transizione.

La decarbonizzazione non può significare la perdita di posti di lavoro verdi, perché le aziende dei Paesi con un maggiore sostegno statale possono conquistare quote di mercato”, ha concluso.

“Un aumento della produttività totale dei fattori di appena il 2% nei prossimi dieci anni ridurrebbe di un terzo i costi fiscali per i governi del finanziamento degli investimenti necessari”, ha detto l’ex premier Mario Draghi nel suo intervento alla Settimana parlamentare europea 2025 al Parlamento europeo di Bruxelles.

“Allo stesso tempo – ha aggiunto – rimuovere le barriere interne aumenterà i moltiplicatori fiscali di questi investimenti”.

“Contiamo sul fatto che il Parlamento agisca da protagonista: per costruire l’unità politica, per creare lo slancio per il cambiamento, per chiedere conto ai politici delle loro esitazioni e per realizzare un ambizioso programma d’azione.

Possiamo far rivivere lo spirito innovativo del nostro continente. Possiamo recuperare la capacità di difendere i nostri interessi. E possiamo dare speranza ai nostri popoli.” ha detto Draghi.

“I governi e i parlamenti nazionali del nostro continente, la Commissione e il Parlamento europeo sono chiamati a essere i custodi di questa speranza in un momento di svolta nella storia dell’Europa. Se uniti, saremo all’altezza della sfida e avremo successo”, ha concluso.

“L’Ue è stata creata per garantire pace, indipendenza, sicurezza, sovranità e poi sostenibilità, prosperità, democrazia, equità. Di base siamo riusciti a garantire tutto questo.

Ora il mondo confortevole è finito, e dobbiamo chiederci, vogliamo difendere questi valori o dovremmo andarcene, e andarcene dove?”

Lo ha detto Mario Draghi replicando in Aula alla European Parliamentary Week. “Non si può dire no a tutto, altrimenti bisogna ammettere che non siamo in grado di mantenere i valori fondamentali dell’Ue. Quindi quando mi chiedete ‘cosa è meglio fare ora’ dico che non ne ho idea, ma fate qualcosa!”, ha rimarcato.

“Il dato dei 750-800 miliardi l’anno è stimato per difetto”. Per soddisfare queste stime è necessario emettere titoli di debito, “e questo debito comune deve essere, per definizione, sovranazionale, perché alcuni Paesi non dispongono di spazio fiscale sufficiente nemmeno per i propri obiettivi, non hanno alcuno spazio fiscale”. Lo ha detto Mario Draghi in sede di replica all’European Parliamentary Week, sottolineando come il dato dei 750-800 miliardi può anche scendere alla luce della messa in campo delle riforme necessarie in Ue.

Il rapporto Draghi “è stato pubblicato in settembre” oggi “cinque mesi dopo” emerge che “ciò che è nel rapporto è ancora più urgente di quanto fosse cinque mesi fa”. “C’è una situazione molto difficile. Ora abbiamo i nostri valori. Abbiamo differenze di opinioni.

Ma non è il momento di sottolineare queste le differenze ora, è il momento di sottolineare il fatto che dobbiamo lavorare insieme, sottolineare ciò che ci accomuna e ciò che credo ci accomuna sono i valori fondanti dell’Unione Europea. E dobbiamo sperare e dobbiamo lavorare per questo”. Lo ha detto Mario Draghi all’Eurocamera.

Von der Leyen a Kellogg: ‘nessuno aiuta Kiev più dell’Ue’

Nel corso del bilaterale con l’inviato Usa per l’Ucraina Keith Kellogg la presidente Ursula von der Leyen ha sottolineato che “l’Ue ha sottolineato il ruolo fondamentale dell’Ue nel garantire la stabilità finanziaria e la difesa dell’Ucraina, con un impegno totale di 135 miliardi di euro (circa 145 miliardi di dollari), più di qualsiasi altro alleato”.

“L’Ue – ha sottolineato – sta fornendo la sua assistenza militare all’Ucraina ed è pronta a fare ancora di più”. E ha espresso “la volontà dell’Ue di lavorare a fianco degli Usa per porre fine allo spargimento di sangue e contribuire a garantire una pace giusta e duratura”.

Nel corso del bilaterale a Bruxelles – si legge nella nota della Commissione – von der Leyen ha illustrato all’inviato dell’amministrazione Trump per l’Ucraina “i piani dell’Europa per aumentare la produzione e la spesa per la difesa, rafforzando le capacità militari sia europee che ucraine.

Ribadendo l’impegno dell’Ue per una pace giusta e duratura, il Presidente ha ribadito che qualsiasi risoluzione deve rispettare l’indipendenza, la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina, sostenuta da forti garanzie di sicurezza”. “Il momento è critico”, ha puntualizzato von der Leyen.

ANSA

Pulsante per tornare all'inizio