USC – Da Pittella e Latronico: due notizie incoraggianti per l’Unione sanità convenzionata
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Accogliamo con notevole favore l’intervento del Presidente del Consiglio Regionale, Marcello Pittella, che ha anticipato il nostro intento di interloquire con il Consiglio, dimostrando attenzione e capacità di visione istituzionale.
Abbiamo trovato nelle sue parole una proposta di confronto che ci vede pienamente d’accordo, con un’aggiunta che riteniamo fondamentale: la sanità, e in particolare quella privata accreditata, ha una necessità urgente di un sostegno anche da parte del Consiglio Regionale per uscire dalla situazione di impasse che stiamo vivendo.
A questa positiva apertura si aggiungono le recenti dichiarazioni dell’assessore Cosimo Latronico, secondo cui non ci sarebbe un “braccio di ferro” con le strutture sanitarie private accreditate e, anzi, si intende perseguire un percorso di collaborazione. Siamo lieti di ascoltare queste parole, che rispecchiano una volontà di dialogo, ed è in quest’ottica costruttiva che desideriamo sottoporre all’attenzione di tutti alcune considerazioni urgenti.
Le recenti vicende
Le circostanze che coinvolgono le strutture sanitarie private accreditate e l’Azienda Sanitaria Provinciale (ASP) in Basilicata mettono in evidenza la necessità di garantire comportamenti corretti e rispettosi della dignità professionale di chi opera in ambito sanitario. Non è concepibile, se non in contesti estranei alla legalità, che si richieda a professionisti e strutture di fornire prestazioni fondamentali per la tutela della salute pubblica, per poi negare o addirittura reclamare la restituzione di compensi già riconosciuti per servizi effettivamente erogati. Simili prassi vanno assolutamente evitate in qualunque amministrazione pubblica.
L’aspetto umano
Al centro di ogni decisione in materia di sanità devono esserci le persone: i pazienti, innanzitutto, e gli operatori che quotidianamente garantiscono cure adeguate. È inaccettabile che, a causa di interpretazioni o provvedimenti a dir poco discutibili, possano essere poste in grave difficoltà strutture che offrono prestazioni essenziali – spesso di natura salvavita – con il rischio di ripercussioni sulla qualità e la continuità dell’assistenza ai cittadini.
La correttezza comportamentale
Le istituzioni regionali hanno il dovere di adottare un approccio fondato sui principi di buona amministrazione e legalità. Sussiste, a tal proposito, una vera e propria questione morale a livello politico. L’onestà e la trasparenza devono guidare ogni scelta, specie quando in gioco ci sono risorse pubbliche e servizi sanitari che incidono direttamente sulla vita delle persone. Non può ritenersi accettabile la prassi di chiedere a qualcuno di svolgere un lavoro – spesso legato a prestazioni salvavita – per poi non corrispondere quanto dovuto o, peggio, pretendere la restituzione di somme legittimamente percepite.
L’appello alle istituzioni
In un momento tanto delicato, è indispensabile che Giunta regionale, ASP e Consiglio regionale operino con responsabilità e lungimiranza nell’interesse collettivo. È fondamentale promuovere un confronto trasparente, fondato su riscontri oggettivi, che permetta di superare le criticità emerse, senza ledere i diritti di chi agisce correttamente e in buona fede. Riaffermare con chiarezza il principio di correttezza nei rapporti contrattuali e istituzionali è l’unico modo per garantire un sistema sanitario che, oltre a erogare cure di qualità, rispetti la dignità e il lavoro dei professionisti impegnati sul campo.
Conclusioni e richiesta di incontro
Alla luce di quanto esposto, chiediamo all’Assessore di tradurre in azioni concrete le dichiarazioni di apertura e collaborazione, convocando con urgenza tutte le parti coinvolte. Un tavolo di confronto immediato consentirebbe di definire una soluzione condivisa, in grado di tutelare il regolare funzionamento delle strutture sanitarie, la salute dei pazienti e la dignità di chi, ogni giorno, opera con professionalità e dedizione.
Confidiamo nella sensibilità istituzionale e nell’impegno che saprà profondere, affinché prevalga il rispetto della legalità e della buona amministrazione.