Ministro Schillaci: “Sanità privata accreditata essenziale” USC: “serve una soluzione credibile alla crisi in Basilicata”

Le recenti dichiarazioni del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, rappresentano una boccata d’ossigeno per l’intero settore della sanità privata accreditata. Le sue parole, che riconoscono l’impossibilità di fare a meno di tale componente all’interno del Servizio Sanitario Nazionale, offrono finalmente un segnale concreto di apertura e collaborazione.
È la prima volta, infatti, che un Ministro della Salute sottolinea con forza e chiarezza quanto il ruolo delle strutture accreditate – spesso anche non profit per natura identitaria – sia imprescindibile per garantire un’assistenza completa e capillare ai cittadini.
In particolare, l’obiettivo di abbattere le liste d’attesa attraverso il ricorso alla specialistica ambulatoriale privata accreditata non può che trovare il nostro pieno sostegno: da sempre ci impegniamo per potenziare l’offerta di prestazioni sanitarie, e saremmo in grado di fare molto di più se ce ne venisse data la reale opportunità.
Condividiamo, dunque, la “road map” del Ministro Schillaci e ci auguriamo che la Giunta Regionale lucana voglia ispirarsi realmente a tali indicazioni, traducendole in azioni concrete.
Tuttavia, l’attuale situazione in Basilicata – con diffide dell’ASP che mettono a rischio la stabilità delle strutture accreditate e la conseguente continuità assistenziale – è ancora lontana da una soluzione.
L’incertezza generata da approcci unilaterali e retroattivi, in cui contratti regolarmente sottoscritti vengono messi in discussione a posteriori, mina la credibilità delle istituzioni regionali.
Tale credibilità è fondamentale non solo per risolvere la crisi in corso, ma anche per guardare al futuro con rinforzata fiducia.
Se, infatti, non si ripristinano regole certe e trasparenti, con l’assunzione di impegni vincolanti che vengano realmente rispettati, la firma di nuovi contratti rischierebbe di risultare priva di valore.
Nessuna struttura potrebbe sentirsi al sicuro nel sottoscrivere accordi che potrebbero essere modificati nel futuro unilateralmente in qualunque momento, vanificando gli investimenti, l’organizzazione e le prestazioni fornite.
In quest’ottica, riteniamo essenziale:
1. Un tavolo di confronto politico-istituzionale ampio e trasparente, che includa la Giunta, le AASSLL, il Consiglio regionale e le strutture diffidate, per affrontare con chiarezza e responsabilità le criticità aperte.
2. Il rispetto delle linee guida ministeriali che riconoscono l’insostituibile ruolo del privato accreditato e la necessità di un rapporto sinergico tra pubblico e privato, in funzione dell’interesse dei cittadini.
3. La definizione di regole contrattuali solide (recepimento del D.Lgs. 502/92 smi) che non siano più soggette a interpretazioni retroattive o a rimesse in discussione postume, così da garantire una programmazione sostenibile e un clima di fiducia reciproca.
Solo così si potrà uscire da questa assurda situazione con istituzioni regionali più forti e credibili, in grado di sostenere e valorizzare il contributo delle strutture private accreditate alla sanità lucana.
In caso contrario, il rischio è che la sfiducia si radicalizzi, annullando di fatto qualsiasi prospettiva di collaborazione futura e mettendo seriamente in pericolo il diritto alla salute dei cittadini.