POLITICA

Meloni cita il Manifesto di Ventotene: ‘Non è la mia Europa’, scintille in Aula alla Camera

Dure proteste con fischi. L'opposizione: 'Una vergogna'. Seduta sospesa

Discussione in Aula della Camera e replica della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.

“Non so se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia”, ha detto la presidente del Consiglio alla Camera, che in conclusione della sua replica ha citato alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene, rivolgendosi alle opposizioni.

“Non mi è chiarissima neanche la vostra idea di Europa, perché nella manifestazione di sabato a piazza del Popolo e anche in quest’aula è stato richiamato da moltissimi partecipanti il Manifesto di Ventotene: spero non l’abbiano mai letto, perché l’alternativa sarebbe spaventosa”, ha esordito in questa risposta Meloni, “contenta” di “citare testualmente” alcuni passaggi del testo scritto da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi.

Dure le proteste dai banchi dell’opposizione con fischi dopo la lettura della premier. Applausi dai banchi del centrodestra ma dal centrosinistra fischi e urla. Il presidente Lorenzo Fontana è stato costretto a sospendere la seduta. Dopo la ripresa dei lavori ancora nuove proteste dell’opposizione in Aula.

In una serie di interventi accalorati Marco Grimaldi, Federico Fornaro e Matteo Richetti hanno preso la parola stigmatizzando l’accaduto e chiedendo un intervento del presidente Fontana. L’Aula si è scaldata con parlamentari in piedi e che urlavano da una parte e dall’altra il presidente Fontana ha nuovamente interrotto e convocato i capigruppo.

“Qui è accaduto un atto grave – ha detto il Dem Federico Fornaro rivolgendosi a Fontana -: il Manifesto di Ventotene è l’inno dell’Europa federale contro i nazionalisti che hanno prodotto due guerre e usare in questa maniera il Manifesto è inaccettabile.

Noi siamo qui grazie ad Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni e siamo qui in questo Parlamento grazie a questi uomini che non possono essere insultati, derisi. Non si può fare la caricatura, è inaccettabile. Lei è il presidente e questo è un luogo sacro della democrazia siamo qui grazie a quegli uomini e a quelle donne”.

A protestare anche Marco Grimaldi di Avs e Alfonso Colucci di M5s che ha sottolineato: “Vergogna, non c’è più spazio per il fascismo”. Parole che hanno fatto alzare ancora la tensione. L’acme si è però raggiunto quando Matteo Richetti ha nuovamente citato la parola fascismo e a quel punto Galeazzo Bignami dai banchi di FdI ha gridato: ‘Ma basta!!’. La seduta è stata sospesa con i parlamentari di entrambi gli schieramenti in piedi e che urlavano verso i banchi opposti.

ANSA

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