CRONACA

Spopolamento in Basilicata: Altri 3.336 Residenti in Meno, Sotto Quota 530.000

La Basilicata si trova ad affrontare una sfida demografica significativa, con un calo della popolazione che si attesta al 6,3 per mille, rendendola la regione italiana con il maggior decremento nell’ultimo anno.

Questo dato, fornito dall’Istat, offre uno spaccato della situazione demografica al primo gennaio 2025, quando la popolazione residente in Basilicata è di 529.900 persone, di cui 502.500 italiani e 27.400 stranieri.

Nella provincia di Potenza, la situazione è simile: la popolazione conta 327.300 residenti, di cui 13.500 stranieri, per un totale di 340.800.

In provincia di Matera, invece, la popolazione è di 189.100, con 175.200 italiani e 13.900 stranieri. Questi numeri evidenziano una realtà complessa, in cui il calo demografico si fa sentire in modo marcato.

Nel 2024, la regione ha registrato 3.100 nascite, un calo del 2,3% rispetto all’anno precedente.

La provincia di Potenza ha visto un decremento più marcato, con 1.900 nati e un calo del 3,9%, mentre il Materano ha mantenuto un dato pressoché stabile con 1.100 nati e un -0,4%. L’età media dei lucani è di 47,6 anni, con una leggera differenza tra le province: 48 anni nel Potentino e 47 nel Materano.

Tuttavia, ci sono anche buone notizie. La speranza di vita in Basilicata è in crescita: le donne lucane possono contare su una vita media di 85,2 anni, sei anni in più rispetto al 2023, mentre gli uomini raggiungono gli 80,9 anni. Questi dati sono incoraggianti e riflettono un miglioramento della qualità della vita nella regione.

La Basilicata si colloca tra le regioni con i tassi di fecondità più bassi, con un valore di 1,09, stabile rispetto all’anno precedente. Inoltre, insieme a Sardegna e Molise, presenta un calendario riproduttivo piuttosto posticipato, con un’età media al parto di 33,2 anni, poco distante dai 33,3 anni del Lazio.

Infine, il fenomeno della migrazione interna colpisce in modo particolare il Mezzogiorno, con la Basilicata e la Calabria che registrano i tassi migratori negativi più elevati: rispettivamente -5,0 per mille e -4,6 per mille. Questa situazione richiede attenzione e strategie per invertire questa tendenza e garantire un futuro più stabile per la regione.

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