Von der Leyen: ‘Lo scontro sui dazi è un errore degli Usa’
'Non abbiamo iniziato noi. Abbiamo ciò che serve per tutelarci e un piano forte'. Weber: 'Se Trump mette i dazi colpiremo le Big Tech'. Gran Bretagna: 'Noi il Paese meglio piazzato per evitare i dazi americani'

Il tema dei dazi americani all’Europa nell’intervento di Ursula von der Leyen alla plenaria del Parlamento europeo.
“Tanti europei si sentono profondamente scoraggiati dagli annunci provenienti dagli Stati Uniti” sui dazi, “sia chiaro: l’Europa non ha iniziato questo scontro.
Riteniamo che sia sbagliato – ha detto la presidente della Commissione europea -. Ma il messaggio che voglio trasmettervi oggi è anche che abbiamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno per proteggere la nostra gente e la nostra prosperità”.
“Questo scontro non è nell’interesse di nessuno”: quella tra l’Ue e gli Usa “è la relazione commerciale più grande e prospera al mondo e staremmo tutti meglio se potessimo trovare una soluzione costruttiva.
Allo stesso tempo, deve anche essere chiaro: l’Europa non ha iniziato questo scontro. Non vogliamo necessariamente vendicarci, ma abbiamo un piano forte per vendicarci se necessario”. Ursula von der Leyen, alla plenaria del Parlamento europeo, cita “contromisure molto decise, se necessario”.
“La nostra risposta immediata” agli Stati Uniti “è unità e determinazione: sono già stata in contatto con i nostri capi di Stato e di governo sui prossimi passi.
Valuteremo attentamente gli annunci di domani per calibrare la nostra risposta. Il nostro obiettivo è una soluzione negoziata. Ma naturalmente, se necessario, proteggeremo i nostri interessi, la nostra gente e le nostre aziende”.
“La nostra strategia si basa su tre pilastri. Primo, siamo aperti ai negoziati. Andiamo verso questi negoziati da una posizione di forza. L’Europa ha molte carte in mano.
Dal commercio alla tecnologia alle dimensioni del nostro mercato. Ma questa forza si basa anche sulla nostra prontezza ad adottare contromisure ferme.
Tutti gli strumenti sono sul tavolo”, ha evidenziato von der Leyen, citando poi l’intenzione di continuare a “diversificare il nostro commercio con altri partner” e “raddoppiare gli sforzi sul nostro mercato unico” per “abbattere le barriere che restano”.
“Ci sono troppi ostacoli” nel mercato unico, Mario Draghi ha ragione quando dice: ‘Le elevate barriere interne sono molto più dannose per la crescita di qualsiasi dazio’. Il mercato unico è nato per abbattere le barriere tra i nostri Paesi. Per eliminare dogane e dazi.
E per rendere semplice fare affari in Europa. Dobbiamo tornare a quell’idea e realizzarla”. “Dev’essere più facile per le Pmi vendere lo stesso prodotto in tutti gli Stati membri, invece di etichettarlo ventisette volte per rispettare le leggi nazionali.
Dev’essere più facile per i professionisti lavorare oltre confine, invece di rimanere bloccati in diverse burocrazie nazionali.
Dev’essere più facile per le aziende tecnologiche lanciare un nuovo servizio in tutta Europa, invece di dover gestire ventisette procedure diverse.
E dev’essere più facile per gli europei investire in Europa, invece di inviare i propri risparmi dall’altra parte del mondo. Questa è la promessa del nostro mercato unico. E dobbiamo realizzarla”, ha sottolineato von der Leyen.
Secondo il leader del Ppe Manfred Weber, “Trump minaccia il miglior modello economico del mondo.
L’Europa è il 22% del Pil globale, siamo una potenza economica, mentre gli Stati Uniti sono il 25% – quindi siamo uguali! Se Trump si concentra sui beni europei, noi dovremmo concentrarci di più sui servizi americani.
I giganti digitali pagano poco le nostre infrastrutture digitali”. E citando Viktor Orban e Alice Weidel, leader dell’Afd, Weber, in Aula all’Eurocamera, ha attaccato: “Dove sono gli amici di Trump in questo momento, hanno parlato con Trump in questo momento?”.
“Non dobbiamo piegare la testa, ma neanche essere antiamericani – ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani -. Bisogna trovare una soluzione che permetta a tutte le imprese italiane di non subire danni. I dazi non fanno bene a nessuno. Non possiamo trattare a livello nazionale”. “L’Italia non può fare da sé, è competenza Ue. Può esserci dialogo su altre questioni. Possiamo avere una politica commerciale nazionale, ma i dazi li fa l’Europa”, ha aggiunto.
La Russia. “Le questioni di cui stiamo discutendo in relazione alla regolazione della situazione in Ucraina sono molto complesse e richiedono molti sforzi aggiuntivi”, ha detto il portavoce di Vladimir Putin, Dmitri Peskov, ha commentato le parole con cui il presidente americano Donald Trump ha ventilato la possibilità di dazi secondari sul petrolio russo se non si dovesse raggiungere un accordo per mettere fine alla guerra in Ucraina. “Continuiamo i nostri contatti con la parte americana”, ha aggiunto Peskov, secondo quanto riporta l’agenzia Interfax.
Il Regno Unito. Il governo di Keir Starmer crede nel negoziato avviato con l’amministrazione di Donald Trump su un possibile accordo bilaterale commerciale post Brexit in grado di allontanare la minaccia dei dazi Usa nei confronti del Regno Unito e lascia al momento sullo sfondo la prospettiva di ritorsioni.
Lo ha lasciato intendere il ministro britannico delle Attività Produttive, Jonathan dichiarandosi oggi convinto alla Bbc che il Regno sia “in una posizione migliore rispetto a qualunque altro Paese” per far rientrare i dazi annunciato da Washington a partire da domani.
La Francia. Dinanzi all’imminenza dei dazi imposti dagli Stati Uniti di Donald Trump, la Francia e l’Europa devono difendere i loro interessi: questo il messaggio lanciato dal viceministro francese responsabile del Commercio Estero, Laurent Saint-Martin, secondo cui ‘l’Europa “dovrà rispondere per poter essere in un rapporto di forza, sinonimo della potenza che è in grado di essere e che deve essere”. ”Difenderemo i nostri interessi.
Quelli delle nostre industrie, quelli delle nostre filiere”, ha avvertito Saint-Martin, durante un evento organizzato da Business France.
ANSA