POLITICA

Intervento del già Sindaco di Tito in merito alla vicenda dello stabilimento STM di Tito

La vicenda della STM di Tito, riportata alla ribalta dal cronista di strada Gianluigi Laguardia e ripresa da alcuni quotidiani locali, rappresenta emblematicamente il paradosso di una regione, la Basilicata, che pur in presenza di una diffusa fame di lavoro e di buona occupazione, non riesce più ad attrarre nuovi investimenti né a sostenere concretamente le imprese già insediate. Ancor meno riesce a facilitarne progetti di crescita e consolidamento.
Non entro nel merito delle procedure fallimentari che hanno interessato lo stabilimento, ma è innegabile che qualcosa non funzioni se un imprenditore serio, radicato nel territorio e con una visione di sviluppo, è costretto ad attendere tre anni per ottenere una risposta, anche solo per l’avvio di una procedura d’asta, per ampliare la propria attività.
Questo non è solo un problema burocratico: è il sintomo evidente di un sistema che ha smarrito il senso della responsabilità pubblica.
Le società preposte alla gestione delle aree industriali, come Apibas S.p.A., subentrata al Consorzio industriale fallito, insieme agli altri soggetti coinvolti nello sviluppo produttivo, mostrano una preoccupante incapacità nel rispondere ai bisogni del territorio, che avrebbe invece bisogno di programmazione, impegno quotidiano e rapidità decisionale.
Quando poi ruoli apicali vengono affidati “per grazia ricevuta”, senza criteri di merito o valutazione delle competenze, il risultato non può che essere quello che abbiamo sotto gli occhi: immobilismo, inefficienza e frustrazione.
La zona industriale di Tito, che dovrebbe rappresentare un motore per l’economia lucana, vive da anni una condizione di stagnazione.
Nessuno, ad oggi, ha fornito spiegazioni credibili sul perché non siano ancora partiti i lavori per l’infrastrutturazione dell’area ZES, finanziata con 22 milioni di euro del PNRR già dal 2022, per la realizzazione di 90 ettari di nuovi lotti urbanizzati.
Un’opportunità strategica, che avrebbe potuto rilanciare il tessuto imprenditoriale locale e sottrarre l’area a logiche speculative.
Né si comprende come mai non siano stati ancora realizzati gli interventi per 1,2 milioni di euro, anch’essi finanziati nel 2022, destinati alla manutenzione ordinaria e straordinaria dell’area industriale, interventi fondamentali per restituire decoro, funzionalità e sicurezza al polo produttivo.
Nel frattempo, realtà come la STM di Zirpoli, che da anni producono valore, occupazione e sviluppo con serietà e sacrificio, si ritrovano sole, ostacolate da apparati burocratici distanti e scollegati dalle esigenze concrete delle imprese.
A che serve allora tutto questo apparato tecnico-amministrativo, se non è in grado di svolgere i compiti assegnati? A quale logica rispondono dirigenti e funzionari lautamente retribuiti, se non quella dell’autoconservazione?
Da ex Sindaco di Tito, conosco profondamente le attese, le speranze e le capacità di questo territorio. Comprendo il grido di allarme dell’imprenditore e, con altrettanta amarezza, lo condivido.
A lui e a tutte le imprese che operano nella nostra area industriale, rivolgo un appello sincero: non arrendetevi. Continuate a credere che uno sviluppo possibile in Basilicata esista, perché lo dobbiamo a chi ha scelto di restare, di investire, di creare lavoro.
Allo stesso tempo, mi rivolgo alla politica regionale: basta nomine negli enti strategici per lo sviluppo della regione  fatte per appartenenza politica o familiare.
È il momento di una svolta netta, concreta e meritocratica. È necessario valutare seriamente l’operato di chi è stato chiamato a dirigere enti e società pubbliche e, in caso di evidente fallimento,  avere il coraggio di intervenire e nominare persone capaci, competenti, motivate.
Non possiamo permetterci altro tempo perso. Solo così potremo garantire condizioni adeguate alle imprese per restare e crescere, ai giovani per costruirsi un futuro dignitoso qui, ai nostri anziani per ricevere servizi all’altezza. È tempo di responsabilità. È tempo di agire.
GRAZIANO SCAVONE
Già Sindaco di Tito
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