CRONACA
Una rotonda per aggirare l’ostacolo del dibattito: sindaco Telesca, proviamo a spiegarlo di nuovo Posta in arrivo

Prendiamo atto che l’Amministrazione comunale di Potenza ha deciso di trasferire l’intitolazione a Bonaventura Postiglione dal Belvedere di Montereale a una rotatoria cittadina. Una scelta che somiglia più a uno spostamento tattico che a un ripensamento politico.
Non va bene Montereale? Si cambia scenario: una rotonda, domani magari un parcheggio, dopodomani – chissà – una panchina a Poggio Tre Galli. Del resto, ci sono tanti quartieri a Potenza: Bucaletto, Rossellino, Giarrossa, Francioso, Chianchetta. Basterebbe trovare lo spazio giusto per farci dimenticare che il problema non è il dove, ma il perché.
Perché si insiste nel voler dedicare uno spazio pubblico a una figura nota per una militanza nell’estrema destra e oggetto di gravi rilievi giudiziari e giornalistici? Perché intestardirsi a cercare un luogo “neutro”, quando è evidente che non esiste uno spazio neutro per una figura divisiva?
Si può provare a limare i toni: oggi Postiglione non è più celebrato come “pioniere”, ma solo come “uno dei protagonisti” delle radio libere. Un piccolo passo nella direzione della realtà storica, ma ancora lontano dal riconoscere che l’intera operazione – dalle motivazioni iniziali alla narrativa costruita attorno alla figura – è nata viziata.
Noi continuiamo a chiederlo: che bisogno c’è di intestare spazi pubblici a chi divide, invece che unire?
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