“I bambini capiscono la libertà meglio di noi”: a Potenza il 25 aprile si celebra con il cuore dei più piccoli

“I valori del 25 aprile arrivano spesso più facilmente al cuore dei più piccoli che dei più grandi.” È bastata questa frase, pronunciata con voce ferma e insieme commossa dal prefetto di Potenza, Michele Campanaro, per dare un senso profondo alla cerimonia per l’80° anniversario della Liberazione, svoltasi nel cuore della città, dinanzi al monumento ai caduti di Parco Montereale.
Una mattina di primavera, sotto un cielo lucano che sapeva di memoria e di futuro, dove le parole non sono state solo ricordo, ma anche seme. Un seme affidato ai bambini, piccoli custodi di una storia che non devono solo imparare, ma vivere nel quotidiano con occhi sinceri e mani pulite.
Campanaro lo sa bene. Da quattro anni promuove un concorso di idee rivolto agli alunni delle scuole primarie della provincia di Potenza. Nessun tema scritto, nessuna lezione frontale. Solo un invito semplice: “Disegnate cos’è per voi la Festa della Liberazione.”
E loro, i bambini, hanno risposto. Con i colori sgargianti delle tempere, con tratti incerti ma pieni di vita, hanno raccontato il loro 25 aprile. “I disegni dei bambini di prima elementare – ha detto il prefetto – ci hanno emozionato. Con una spontaneità disarmante ci hanno ricordato cosa significhi davvero libertà.”
Quest’anno a partecipare sono stati gli alunni del Plesso di Savoia di Lucania, appartenenti all’Istituto Comprensivo Satriano-Brienza. Sei pannelli, sei finestre aperte su un mondo in cui la pace non è solo una parola, ma un desiderio vero, che sboccia tra le aule di scuola e le voci leggere delle maestre.
“La nostra missione – ha aggiunto Campanaro – è lavorare con i più giovani, certo. Ma anche, e soprattutto, sulle nostre coscienze di adulti. Siamo noi i primi educatori, i primi esempi.” Parole che non sono cadute nel vuoto, anzi, hanno risuonato come un invito, quasi un appello, a non dimenticare mai che la libertà è un esercizio quotidiano, fatto di responsabilità e cura.
Durante il suo intervento, il prefetto ha anche reso omaggio ai partigiani lucani, uomini e donne che hanno scritto la parola “liberazione” con il coraggio. Ha pronunciato i loro nomi uno ad uno, con rispetto e gratitudine: Pia Civale di Lagonegro, Francesco Fagà di Potenza, Giordano Bruno Palumbo di Palazzo San Gervasio, Egidio Suanno di Agromonte, Eugenio Messina di Potenza, Gaetano Sepe di Maschito, Nicola Panevino di Carbone, Pietro Amato Perretta di Laurenzana.
I loro nomi oggi sono più che mai vivi, impressi non solo nella pietra, ma nei disegni dei bambini e negli occhi di chi, guardandoli, si è sentito parte di qualcosa di grande.
A Potenza, il 25 aprile non è stato solo una cerimonia. È stato un abbraccio tra generazioni, un passaggio di testimone tra chi ha vissuto la storia e chi la scriverà. Con un pastello in mano e un cuore aperto.